Solo nel 2100 si tornerà al numero delle balene prima della caccia

Ambiente
Tre specie di cetacei ritorneranno ai livelli precedenti alla caccia da parte dell'uomo soltanto nel 2100 (foto repertorio Getty Images)
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Una ricerca australiana mostra come tre specie riavranno i livelli precedenti al bracconaggio solo a fine secolo

Dopo lo stop a un secolo di caccia indiscriminata, la popolazione di cinque specie di balena non è ancora tornata a contare la metà degli esemplari precedenti alla stagione del bracconaggio. Lo rivela una ricerca australiana basata sui dati della International Whaling Commission (IWC), che riguardano 122 anni e coprono tutto il 1900.

Le previsioni

Secondo lo studio, pubblicato sulla rivista Fish and Fisheries, tre delle specie monitorate la balenottera comune (Balaenoptera physalus), la balenottera azzurra antartica (Balaenoptera musculus intermedia) e la balena franca australe (Eubalena australis) torneranno ai livelli di popolazione pre-caccia solo nel 2100. Per queste ultime la cattura è ormai vietata da svariati decenni: rispettivamente dagli anni Settanta, Sessanta e Trenta del 1900. Per altre due specie che si riproducono più in fretta, la megattera (Megaptera novaeangliae) e la balenottera minore antartica (Balaenoptera bonaerensis), le popolazioni del XIX secolo verranno recuperate, in termini di numeri, entro il 2050.

L'impatto della caccia

I dati sulle catture delle balene contenuti nello studio spaziano dal 1890 al 2012, con oltre due milioni di appunti contenenti i dettagli delle specie cacciate e dei luoghi in cui si sono svolte le attività venatorie. "Ciò che il nostro studio ha mostrato è che ci sono state molte specie vulnerabili" alle attività caccia, ha spiegato al Guardian il primo autore della ricerca, il dottor Viv Tulloch dell'University of Queensland. "Anche un paio di centinaia di esemplari cacciati all'anno per molti anni sono basati per avere un impatto significativo sulle popolazioni e sui loro numeri".

Le popolazioni future

Per quanto riguarda le previsioni sulle popolazioni future delle balene oggetto dello studio, i ricercatori hanno utilizzato dei modelli climatici in grado di prevedere le disponibilità di cibo a disposizione dei cetacei, in particolare il krill, un tipo di zooplancton la cui crescita è stata collegata alla vita dei cetacei. In un prossimo studio verranno incorporate nelle previsioni altre variabili fin qui escluse dalle analisi: fattori climatici come l'acidità degli oceani, lo scioglimento dei ghiacci e le temperature della superficie in riscaldamento.



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