Mobilità degli Italiani in calo: scende a 40 milioni di ore al giorno

Ambiente
Un autobus dell'Atm a Milano (Getty Images)
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Lo rivela il 14° Rapporto dell'Istituto superiore di formazione e ricerca per i trasporti. La fotografia di un Paese che si muove meno e che preferisce l'automobile. Mezzi pubblici utilizzati per il 30% degli spostamenti in città, ma pesa l'età dei veicoli

Nel corso del 2016 gli Italiani hanno impiegato 40 milioni di ore al giorno per effettuare i propri spostamenti. È quanto riporta il 14° Rapporto sulla mobilità in Italia, stilato dall'Istituto superiore di formazione e ricerca per i trasposrti (Isfort), in collaborazione con l'Asstra (l'associazione delle aziende che effettuano trasporto pubblico locale in Italia) e l'Anav (l'associazione delle aziende che effettuano il trasporto di persone su pullman e autobus).

 

Domanda di mobilità in calo

Il rapporto è basato su un'indagine telefonica che ha coinvolto 12mila persone tra i 14 e gli 80 anni. E rileva in modo sistematico tutti gli spostamenti effettuati e le loro caratteristiche principali, dalla lunghezza e tempo di percorrenza al mezzo di trasporto utilizzato. I dati così raccolti hanno confermato che negli ultimi 8 anni la domanda complessiva di mobilità in Italia si è ridotta del 15,2%, passando dai 128,1 milioni di spostamenti totali nel giorno medio feriale del 2008, ai 102,3 milioni registrati nel 2016. Otto anni fa, inoltre, il numero di ore quotidiane dedicate dai cittadini italiani ai loro spostamenti era di 45 milioni. Cala anche la lunghezza media giornaliera degli spostamenti, che passa dai 13,8 km del 2013 agli 11,6 km del 2016. E che interrompe un trend di crescita pari al 53,3% registrato tra il 2001 e il 2013, dovuto alla crescente migrazione della popolazione delle maggiori aree urbane verso le periferie e i comuni degli hinterland metropolitani.

 

Il primo mezzo rimane l'automobile

Si conferma la passione degli Italiani per l'automobile. Sono 38 milioni le vetture che circolano nel nostro Paese, pari a un aumento che solo nell'ultimo triennio si è assestato sui 2,4 punti percentuali. Ciò porta il tasso di motorizzazione a raggiungere le 62,4 autovetture ogni 100 abitanti, il più alto in Europa dopo il Lussemburgo. Molto più distaccate le moto che sono 6,5 milioni, pari a 10,8 veicoli ogni 100 abitanti. Cresce il fenomeno della sharing mobility grazie all'introduzione dei modelli “a flusso libero” in alcune grandi città. Il rapporto riporta i dati dell'Osservatorio nazionale sulla mobilità condivisa secondo i quali, alla fine del 2015, nel nostro Paese circolavano 5400 veicoli in car sharing. Per un totale di 700mila iscritti, 6,5 milioni di noleggi all'anno e 50 milioni di km percorsi. Numeri che evidenziano un potenziale ancora alto, ma che confermano come gli spostamenti effettuati con i mezzi condivisi siano pari, su scala nazionale, ad appena lo 0,03% di quelli totali effettuati con mezzi privati.

 

L'invecchiamento del trasporto pubblico

Sono numeri marginali anche quelli che rappresentano il trasporto pubblico in Italia. Che se nelle grandi città incide ancora per il 30% degli spostamenti, nei comuni tra i 10 e i 15mila abitanti supera di poco il 5%, crollando al 4,4% nei centri con meno di 10mila cittadini. Il rapporto evidenzia, inoltre, come l'età media di servizio degli autobus attivi nel nostro Paese sia salita dai 9,76 anni del 2004 agli 11,38 del 2005. Un distacco reso ancora più grave dalla comparazione con altri Paesi europei: 6,9 anni in Germania, 7,6 anni nel Regno Unito, 7,8 anni in Francia e 8 anni in Spagna. Un gap che dovrebbe essere colmato dal Piano strategico nazionale della mobilità sostenibile, previsto dalla Legge di bilancio 2017 che prevede un rinnovo del parco autobus con uno stanziamento complessivo di 3,7 miliardi di euro fino al 2033.

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