Scioglimento dei ghiacci, è colpa dell’uomo (ma non solo)

Ambiente
Ghiacci in ritirata a Jacobshavn Bay, in Groenlandia (Getty Images)

Una ricerca pubblicata su "Nature climate change"ipotizza che l'arretramento delle superfici ghiacciate artiche sia dovuto ai gas serra, che restano la componente più importante, ma anche a fattori naturali

Lo scioglimento dei ghiacci nell'area artica è imputabile di sicuro ai cambiamenti climatici provocati dall'uomo, ma non solo. L'uomo è stato l'elemento determinante, la variabilità naturale avrebbe aiutato ad accelerare lo scioglimento dei ghiacci. Lo sostiene una ricerca ricerca pubblicata su "Nature climate change". Dal 1979 a oggi, si ipotizza,  "il 30-50% del fenomeno – confrontando i dati relativi al mese di settembre, quello considerato dagli scienziati più "critico" – sarebbe dovuto a cambiamenti naturali. Gli studiosi dell'Università dello Stato di Washington (Usa), comunque, hanno sottolineato come il contributo delle emissioni dei gas serra resti il fattore principale, anche in ottica futura (LO SPECIALE SUL RISCALDAMENTO GLOBALE).

 

Scioglimento ghiacci – L'ipotesi che lo scioglimento dei ghiacci artici sia dovuto a cause anche naturali non è, in sé, certo nuova: i nuovi elementi che emergono dalla ricerca, firmata anche dalla University of California Santa Barbara, però, entrano nel dettaglio delle “variabilità naturali” che si sono sommate alle responsabilità dell'uomo negli ultimi decenni. In particolare, viene rilevato un “punto caldo” concentrato nell'area sovrastante la Groenlandia e l'area del Canada artico, in cui l'atmosfera di una vasta regione sta sperimentando una pressione particolarmente elevata. Il mare che si trova al di sotto di tale area, perciò, si riscalda di più. Ciò avviene soprattutto nel mese di settembre, quello durante il quale la superficie composta d'acqua nel Mar Glaciale Artico raggiunge il suo massimo.

 

Il contributo umano - “La forzatura antropogenica è ancora dominante, è ancora l'attore chiave”, ha comunque precisato sul sito dell'Università di Washington il primo autore della ricerca, Qinghua Ding, “ma abbiamo scoperto che la variabilità naturale ha aiutato ad accelerare questo scioglimento, specialmente negli ultimi vent'anni”. Le rilevazioni del team di scienziati hanno permesso di confrontare l'influenza del cambiamento climatico sullo scioglimento dei ghiacci con le condizioni meteorologiche, per determinare il “peso” di ciascuna componente sul fenomeno. “Abbiamo scoperto che una buona frazione della diminuzione a settembre è più probabilmente dovuta a variabilità naturali. Ciò non è una sorpresa”, ha aggiunto il co-autore David Battisti. L'aumento dei gas serra nell'atmosfera, ha proseguito Ding, resterà il fattore determinate “nel lungo termine, diciamo nei prossimi 50 o 100 anni”, ma “per predire cosa accadrà nei prossimi decenni, dobbiamo comprendere entrambe le componenti” coinvolte nello scioglimento dei ghiacci: quella umana e quella naturale.

 

 

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