Barriere coralline, una volta danneggiate non si riprendono del tutto

Ambiente
Nessuna delle 21 barriere coralline monitorate delle Seychelles è tornata ad essere “ricca e forte” come nel 1994 (Getty Images)
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È quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista scientifica The Royal Society. Secondo i ricercatori, dopo il passaggio di El Niño, questi organismi sono cresciuti meno forti e diversificati

 

Gli eventi climatici causati dal riscaldamento globale hanno un effetto deleterio sui coralli. Lo scheletro calcareo di questi piccoli animali, infatti, una volta danneggiato, stenta a riprendersi completamente. È il risultato di una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica The Royal Society, che ha preso in esame le barriere coralline delle Seychelles sedici anni dopo il fenomeno dello sbiancamento che le ha colpite nel 1998. Lo studio, condotto dai ricercatori dell’università di Exeter in Gran Bretagna, ha evidenziato l’incapacità dei coralli di espandersi come prima e la scomparsa di numerose tipologie presenti alla fine del secolo scorso.

 

Lo sbiancamento – Queste barriere coralline, nel 1998, hanno perso il loro colore a causa di El Niño, un fenomeno climatico periodico che provoca un forte riscaldamento delle acque dell'Oceano Pacifico Centro-Meridionale e Orientale, e che in quella occasione è stato particolarmente disastroso a causa del riscaldamento globale. La temperatura dell’acqua, infatti, è una variabile molto importante per la sopravvivenza dei coralli. Questi piccoli animali si nutrono di alghe microscopiche, chiamate dinoflagellati, che vivono in grandi colonie sulla loro superficie. Questi organismi vegetali a loro volta, attuando un processo di fotosintesi, liberano energia all’interno del tessuto del corallo permettendogli di costruire gli scheletri di calcio, habitat ideale degli organismi unicellulari. Quando il corallo è sotto stress, come nel caso dell’eccessivo calore dell’acqua, si libera dei dinoflagellati e questo genera uno sbiancamento.

 

Lo studio – Dalla ricerca è emerso che nessuna delle 21 barriere coralline monitorate delle Seychelles è tornata ad essere “ricca e forte” come nel 1994. Inoltre, il 70% è destinata a peggiorare la sua situazione. Nello specifico una dozzina ha registrato una forte difficoltà a ristabilire l'equilibrio originario di flora e fauna nelle sue acque, e quattro tra queste aveva solo il 2% di copertura rispetto al 1998. Il resto del campione esaminato ha subito ciò che i biologi marini chiamano “cambiamento di regime”, ossia si sono sviluppate con una varietà di coralli molto meno diversificata. “Nel 1994 - spiega Fraser Januchowski-Hartley, il ricercatore a capo dello studio - su tutta l’estensione delle barriere delle Seychelles erano censiti almeno 35 tipi di corallo, oggi ce ne sono al massimo tra i cinque e i dieci”.

 

Le conseguenze – Secondo Januchowski-Hartley “le splendide immagini dei coralli che siamo abituati a vedere nei documentari naturalistici rischiano di diventare molto più rare entro la metà del secolo”. Il motivo, secondo il ricercatore è da ricercarsi soprattutto nel progressivo aumento della temperatura delle acque che va di pari passo con il fenomeno del global warming. Il rischio è quello di vedere distrutto un patrimonio incredibile che, nonostante copra solo l'un per cento della superficie del mare, ospita circa un quarto della sua biodiversità. 

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