Password più usate nel mondo nel 2018, nella classifica anche "Donald"

Tecnologia
Immagine di archivio (Getty Images)

La new entry si posiziona al 23esimo posto. Nelle top 10 numerose password poco sicure come ‘123456789’ e ‘qwerty’ 

SplashData, la compagnia che ha ideato il software di gestione delle password SplashID, ha da poco diffuso la classifica delle 100 parole d’ordine più utilizzate nel corso del 2018. In cima alla lista, per il quinto anno di fila, il grande classico ‘123456’, seguito da ‘password’ al secondo posto. Alla posizione numero 23 della classifica fa il suo debutto a sorpresa la password ‘donald’, la quale si colloca tra ‘aa123456’ e ‘password1’. Come si può intuire, molti utenti scelgono delle parole d’ordine fin troppo ovvie e comuni, rendendo la protezione dei loro dispositivi e account poco efficiente. Oltre a ‘donald’ altre new entry sono ‘666666’ (al 14esimo posto) e ‘princess’ (all’11esimo).

La top 10

Per stilare la classifica, SplashData ha analizzato oltre 5 milioni di password trapelate su Internet. La compagnia ha un’esperienza decennale nei software e servizi dedicati alla protezione dei dati. La sua app SplashID consente agli utenti di memorizzare in modo sicuro le proprie credenziali d’accesso e altri dati sensibili tramite la crittografia a 256-bit. Nella top 10 delle password più utilizzate nel corso del 2018, subito dopo ‘123456’ e ‘password’, si trovano
3) ‘123456789’
4) ‘12345678’
5) ‘12345’
6) ‘111111’
7) ‘1234567’
8) ‘sunshine’
9) ‘qwerty’
10) ‘iloveyou’.
Si tratta di parole d’ordine tanto deboli quanto comuni e ogni anno sono presenti nella classifica.

Password poco sicure

Morgan Slain, Ceo di SplashData, afferma che l’ostinazione degli utenti a utilizzare delle password tutt’altro che sicure nonostante i continui attacchi hacker di grossa portata “è un vero e proprio grattacapo”. Tra le violazioni più recenti è possibile menzionare quella che ha coinvolto il database delle prenotazioni della catena di hotel Marriott, durante la quale sono stati rubati i dati riguardanti gli ospiti che hanno alloggiato dal 2014 in poi. I pirati informatici potrebbero aver sottratto informazioni personali come indirizzi, numeri di passaporto e indirizzi email.
“Gli hacker hanno grandi possibilità quando si usano nomi di celebrità, termini dallo sport e dal mondo della cultura”, conclude Slain.

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