Chi è Elon Musk, l'uomo che vuole portarci su Marte

Tecnologia
Elon Musk è il fondatore di PayPal, Space X e Tesla (Getty Images)
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Nato in Sudafrica, ha fondato tre società che hanno rivoluzionato i rispettivi settori: PayPal nei pagamenti digitali, Space X nei lanci orbitali e Tesla per le vetture elettriche. Ecco la sua storia

È partito dal Sud Africa, si è trasferito negli Stati Uniti per studiare, ma ha lasciato tutto per fare impresa. Ha rischiato la bancarotta almeno un paio di volte, ha vinto e rilanciato. E continua a farlo, senza porsi limiti: è Elon Musk, l'uomo che vuole portare l'uomo su Marte.

La prima società con il fratello

Elon Musk nasce a Pretoria nel 1971. Il suo primo amore è la programmazione: già da ragazzino sviluppa un videogame che vende a un rivista specializzata per qualche centinaio di dollari. È il suo primo passo da imprenditore. Appena maggiorenne vola in Canada e poi negli Stati Uniti per l'università: si laurea e ottiene un prestigioso dottorato in fisica a Stanford, in California. Gli bastano 48 ore per capire che non fa per lui. Preferisce fondare, insieme al fratello e con i soldi del padre, Zip2, una sorta di elenco delle "pagine gialle" digitale. Nulla di rivoluzionario, ma siamo negli anni '90 e l'universo di internet sta cominciando a crescere: tutti comprano società "dot-com" a prezzi esorbitanti. E così Elon e il fratello, dopo aver tirato la cinghia per diversi mesi, riescono a piazzare Zip2 a Compaq, azienda produttrice di computer, per oltre 300 milioni di dollari.

Da PayPal a Space X

L'impresa “familiare” è il propulsore della carriera di Musk, che da questo momento in poi moltiplica le proprie ambizioni. Con i soldi di Zip2 decide di investire sui pagamenti digitali e fonda X.com, che insieme a un'altra società (Confinity, di Peter Thiel) costituisce la base da cui nascerà PayPal. Un altro successo, che in più regala a Musk anche la notorietà: PayPal viene infatti venduta a eBay nel 2002 per 1,5 miliardi di dollari, il ragazzo di Pretoria è ormai famoso e molto ricco. Ma non ha la minima idea di fermarsi: nello stesso anno in cui vende PayPal, Musk fonda Space X. L'obiettivo è riuscire in qualcosa che nessuno aveva mai neppure tentato: costruire una società privata che si occupi di lanci spaziali, per il trasporto di merci e (in prospettiva) anche di persone. I primi anni, tra investimenti enormi e fallimenti, sono complicati. Alla fine però Space X riesce a spedire in orbita il suo primo razzo e a ottenere un ricco contratto dalla Nasa. È linfa per lo sviluppo della società: i razzi diventano sempre più potenti e complessi, sono in grado di decollare e tornare sulla terra, un traguardo fondamentale per ridurre i costi. E con il Falcon Heavy lanciato all'inizio di febbraio, Musk dimostra di guardare anche oltre l'orbita terrestre, verso la luna e Marte: quella per il Pianeta Rosso è un'ossessione che l'imprenditore sudafricano non ha mai tenuto nascosta.

La sfida di Tesla

Il lancio del Falcon Heavy ha incrociato la strada di Space X con quella dell'altra grande impresa di Musk: con il razzo, è stata inviata nello spazio anche una Roadster elettrica, ultima arrivata di Tesla. Fondata nel 2003, è oggi tra le principali case automobilistiche per capitalizzazione di borsa. Eppure ha volumi di produzione minimi se confrontati con giganti come Ford o GM. Tesla è un successo soprattutto finanziario, che ha raccolto fondi grazie a idee innovative, anche se allo stato attuale non è in grado di competere con gli altri produttori in termini di fatturato. La Model 3, vettura da circa 35mila dollari che dovrebbe far uscire il marchio da una nicchia di facoltosi clienti, sta avendo alcuni ritardi di produzione. Ma, com'è nel suo stile, davanti alle difficoltà Musk non indietreggia ma rilancia: ha svelato da poco Semi, il primo tir elettrico che arriverà sul mercato nel 2019 e una nuova Roadster, sportiva ad alte prestazioni che sarà pronta nel 2020. Secondo il suo piano, Musk non percepirà alcuno stipendio come ceo di Tesla, ma solo premi in azioni e solo in caso di raggiungimento di determinati obiettivi. Se non dovesse centrarli lavorerà praticamente gratis per la prossima decade. Se dovesse raggiungerli tutti incasserebbe circa 78 miliardi di dollari.

Hyperloop e The Boring Company

Tesla e Space X sono le creature più famose di Elon Musk, ma non le sole. È sua l'idea di Hyperloop, un progetto open source sviluppato da diverse società che punta a creare un treno super-veloce che plana sui binari. La sua ultima azienda si chiama The Boring Company e punta a costruire gallerie sotterrane dove le auto (elettriche) sfrecciano su slitte. La nuova impresa è ai primissimi passi, ma ha già fatto parlare molto di sé. Non tanto per la tecnologia che impiega, quanto per l'attività promozionale voluta da Musk: The Boring Company, infatti, per finanziarsi e rendere noto il marchio, comincia vendendo dei cappellini in edizione limitata. E prosegue con 20mila lanciafiamme, andati esauriti in pochi giorni: se si tratta di una provocazione, come hanno detto in molti, è stata piuttosto redditizia.

Il 2018 horribilis di Elon Musk

A inizio 2018 si verificano una serie di incidenti alle Tesla a guida semi-autonoma. A marzo, durante una prova, una Model X si schianta contro una barriera protettiva e prende fuoco: l'autista muore sul colpo. L'accordo di collaborazione sulle indagini tra la National Trasportation Safety Board e la casa automobilistica salta perché Musk pubblica i dati raccolti riguardo all'incidente sul blog della società. E sempre internet è protagonista del pesce d'aprile del ceo di Tesla, che via Twitter dichiara "fallita" la società, con conseguente crollo in Borsa. Le gaffe continuano. A fine maggio, in un altro tweet infelice propone una sorta di TripAdvisor per mass media e giornalisti: "Lo chiamerei Pravda", spiega. Poi l'insulto pesante - "pedofilo" - rivolto a Vern Unsworth, uno dei sommozzatori coinvolti nel salvataggio della squadra giovanile di calcio bloccata in una grotta in Thailandia, reo di aver criticato il mini sommergibile inviato da Musk per aiutare i soccorritori (e rivelatosi inutile). Poco dopo, la marcia indietro e le scuse. Agosto è il mese della "uscita" da Wall Street: solo un annuncio, sempre su Twitter, perché Tesla ci resterà e anzi la Sec avvierà un'indagine per capire se ci sia stata manipolazione del mercato. Ai primi di settembre, durante un'intervista in podcast, Musk beve whiskey e fuma marijuana in diretta: niente di illegale, viste le leggi della California, ma il suo comportamento fa discutere. D'altronde, in una recente intervista al New York Times, Elon Musk ha ammesso le sue difficoltà dell'ultimo anno, da lui stesso definito “atroce”. Con un'unica nota positiva, i successi di Space X.  

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