Sony, in Giappone alleanza per taxi con intelligenza artificiale

Tecnologia
Sony ha stretto un accordo con sei compagnie di taxi giapponesi (Getty Images)
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La multinazionale di Tokyo vuole entrare in un mercato "potenzialmente redditizio" sul quale hanno già puntato altre compagnie tra cui la società cinese Didi Chuxing, maggiore azionista di Uber

Sony sta pianificando una joint venture per sviluppare in Giappone un sistema di trasporto tramite taxi basati sull'intelligenza artificiale. Una partnership che segue una serie di accordi firmati tra le società di taxi giapponesi e i big del settore tecnologico.

L'accordo

L'idea di Sony, riporta Reuters, è quella di costruire una piattaforma basata sull'intelligenza artificiale insieme a Daiwa Motor Transportation, società di taxi e auto a noleggio, e con altre cinque compagnie nazionali che riuniscono i tassisti. Del progetto non si sa molto di più ma quel che è certo è che la multinazionale dell'elettronica punta a un mercato - quello giapponese - considerato "potenzialmente redditizio". Per motivi di sicurezza infatti sono esclusi dall'offerta di trasporto pubblico i conducenti non professionisti, cioè quelli utilizzati da società come Uber.

Gli altri progetti in Giappone

Nel corso dell'ultimo mese SoftBank e la cinese Didi Chuxing (da gennaio maggior azionista di Uber) hanno fatto sapere che a breve lanceranno a Tokyo e dintorni una società che offrirà servizi di connessione. Insieme alla compagnia di taxi Daiichi Koutsu Sangyo, Didi si appresta inoltre a fornire un servizio di trasporto dedicato ai turisti provenienti dalla Cina. Il nuovo amministratore delegato di Uber, Dara Khosrowshahi, ha affermato che la compagnia californiana intende "entrare in sintonia con con l'industria dei taxi" giapponese. L'opposizione interna alla deregolamentazione del mercato dei servizi di trasporto è arrivata in particolare dal cosiddetto "principe dei taxi" Ichiro Kawanabe, numero uno della Nihon Kotsu, la più grande compagnia di taxi del Giappone. Kawanabe stesso ha creato una propria compagnia – la JapanTaxi, con oltre 60 mila veicoli registrati – sulla quale ha investito anche Toyota.

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