Olimpiadi Pyeongchang, cerimonia inaugurale colpita da un cyberattacco

Tecnologia
La cerimonia inauguare si è tenuta a Pyeongchang il 9 febbraio (Getty Images)
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L'offensiva informatica è stata confermata dal comitato organizzatore della manifestazione, dopo le indagini interne

La cerimonia inaugurale dei giochi olimpici invernali è finita nel mirino di un attacco informatico. Lo ha confermato il comitato organizzatore, che non ha però rivelato la fonte dell'offensiva. Il cyberattacco è andato a segno, anche se non avrebbe colpito sistemi significativi.  

Cosa è successo a Pyeongchang

Le autorità di Pyeongchang avevano già rilevato alcuni inconvenienti, rendendoli noti il giorno successivo alla cerimonia inaugurale. Durante la comunicazione avevano spiegato di voler approfondire la questione, perché non c'era ancora la sicurezza che si trattasse di un cyberattacco o di un problema tecnico. Adesso è arrivata la conferma che si è trattata dell'azione di un gruppo di hacker. Il portavoce del comitato olimpico internazionale, Mark Adams, ha affermato di "non conoscere con certezza" i responsabili dell'attacco, "anche se le buone pratiche internazionali suggeriscono di non parlarne". Per il momento, non saranno divulgati dettagli. Adams si è limitato a sottolineare che "la sicurezza delle operazioni è un nostro obiettivo" e il comitato olimpico "si assicura di continuo che i sistemi siano protetti". Il portavoce del comitato organizzatore, Sung Baik-you, ha affermato di "conoscere la causa del problema", ma di non volerla rivelare. Baik-you ha poi aggiunto che "tutto è già stato risolto".

Nord Corea e Russia

Visti i pochi dettagli, è difficile e prematuro ricostruire le possibili responsabilità. I due governi ritenuti più strettamente legati a recenti attacchi informatici di vasta scala hanno un legame con i giochi di Pyeongchang. La Corea del Nord, accusata di essere responsabile (o mandante) del malware Wannacry, ha accettato la tregua olimpica, pur rimanendo in aperto contrasto con Seul. L'altro indiziato è la Russia, i cui atleti sono stati esclusi dalle competizioni per punire il ricorso sistematico al doping. Diversi giorni prima della cerimonia, il ministro degli esteri russo aveva messo le mani avanti: nonostate "le pseudo-indagini dei media", "non ci sono prove" che Mosca sia legata a eventuali attacchi informatici alle infrastrutture olimpiche.

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