Sophia e i suoi fratelli: i robot-umanoidi sono già una realtà

Tecnologia
Il robot Sophia, sviluppato da Hanson Robotics (Getty Images)
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Nel 2017 si sono visti robot dalle fattezze umane diventare commessi, camerieri e persino cittadini di uno Stato. Ma è solo l'inizio: da curiosità sono destinati a trasformarsi in un mercato miliardario

Gli umanoidi sono già tra noi. Nel 2017 ci sono state le prime applicazioni dei robot a contatto con il grande pubblico. Le macchine dalle fattezze umane sono ancora una rarità, ma tra pochi anni non sarà più così. Sophia, la prima robot cui è stata concessa cittadinanza, è una curiosità tecnologica, ma gli umanoidi sono destinati ad aprire le porte di un mercato dal potenziale miliardario.

Quanto vale il mercato degli umanoidi

Nel 2017, secondo uno studio di ReportsnReports, il mercato degli umanoidi vale 320,2 milioni di dollari. Nulla se confrontato con i 3,9 miliardi stimati per il 2023, con una crescita media del 52% ogni anno. Oggi a guidare il settore sono gli Stati Uniti, ma nei prossimi cinque anni l'area Asia-Pacifico (trainata da Cina e Giappone) avrà i tassi di crescita più elevati, soprattutto grazie a un impiego degli umanoidi nell'assistenza agli anziani. Su scala globale, il report indica una crescita in diversi settori: dall'istruzione al commercio, dalla medicina alla logistica.

Robot in cerca di equilibrio

Siamo in una fase di transizione in cui il settore è ancora concentrato sulla ricerca, ma il futuro dei robot è la postura umana. "Al momento devono ancora affrontare diverse sfide in termini di stabilità, abilità motorie e capacità di muoversi su terreni diversi", sostiene ReportsnReports. Si tratta di limiti non da poco, che frenano l'utilizzo in applicazioni quali "interventi di salvataggio e relazioni con il pubblico". Ma lo sviluppo tecnologico sta marciando a ritmo sostenuto, come ha dimostrato un video di BostonDynamics in cui uno dei suoi robot salta, piroetta e fa anche una capriola all'indietro mantenendosi in perfetto equilibrio. Per essere umanoidi, però, non basta la coordinazione motoria. Lo sviluppo meccanico dovrà essere affiancato dalla capacità di interagire tramite la mimica facciale e l'uso delle parole. Per questo motivo, il progresso passa dall'intelligenza artificiale: i robot saranno in grado di conversare, sostenere un dialogo, immagazzinare dati per conoscere l'interlocutore e avere un'interazione personalizzata.

I casi del 2017

Alcuni modelli, piò o meno evoluti, sono già entrati in servizio. Pepper, il robot sviluppato da SoftBank, in Giappone fa già il receptionisti in alcuni hotel, il commesso e il cameriere. I clienti del festival di Qingdao, l'Oktoberfest asiatico, si sono visti servire la birra da un robot. A Dubai è entrato in servizio Reem, il primo poliziotto robot in grado di sorvegliare e dare indicazioni. In Giappone, alcuni robot sono fatti a misura d'uomo per consentire ai medici di esercitarsi senza effetti collaterali sui pazienti. Il caso dell'anno, però, è stato quello di Sophia, la prima donna-robot a ricevere (dall'Arabia Saudita) lo status di cittadina. Le sue sembianze umane sono evidenti, non solo per la postura eretta ma anche per la mimica facciale e per la capacità di parlare (e persino di essere ironica) con chi le sta di fronte.

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