Emoji, quali sono le più usate e qual è il loro vero significato

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Le emoji sono sempre più usate. Il 17 luglio si celebra la giornata mondiale (Getty Images)
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Le faccine festeggiano la loro giornata mondiale. Prevalgono le espressioni di gioia. Ma spesso vengono usate in modo diverso rispetto alle previsioni dei loro creatori

Il 17 luglio è il giorno delle emoji. Le faccine sono ormai diventate di uso corrente in chat, sulle bacheche social. Ma qual è il loro reale significato? E quali sono le più utilizzate? Stilare una classifica generale è impossibile. Ma Facebook corre in soccorso dei maniaci delle statistiche e svela, proprio in occasione del World Emoji Day 2017, quali sono le più diffuse sulle proprie piattaforme. Il loro successo è confermato dai numeri: ogni giorno vengono usate 60 milioni di emoji su Facebook (una cifra che però non tiene conto delle reactions) e ben 5 miliardi su Messenger.

 

Lacrime di gioia: la più usata

Occhi chiusi con ai lati due lacrime e risata aperta 😂. È questa l'emoji più utilizzata al mondo su Facebook. A spingere il suo successo è la Gran Bretagna. La faccina conquista infatti la vetta in una delle nazioni più digitalizzate. Su Messenger, però, primeggia solo in Egitto. Il significato “ufficiale” è simile a quello dell'uso corrente (come vedremo, non è sempre così). Sì, perché, al di là della prassi, ogni faccina ha un suo significato oggettivo: lo definisce il consorzio Unicode, l'organismo che decreta la loro esistenza. In questo caso, la faccina più diffusa al mondo è descritta come espressione di “lacrime di gioia”.

 

Tre cuori nella top 10

In seconda posizione, Facebook indica i classici “occhi a cuoricino” 😍. E qui, sull'interpretazione non ci sono dubbi. L'emoji ha particolare successo in Messico e Brasile, dove è la faccina più utilizzata. I cuoricini tornano sotto diverse forme. Al terzo posto, infatti, c'è la faccina che invia un bacio facendo un occhiolino 😘. Su Facebook, è l'emoji preferita in Italia e Spagna. E quella più utilizzata dagli statunitensi su Messenger. C'è poi il cuore ❤️, semplice e senza aggiunte, al sesto posto. Insomma, un profluvio di amore, in diverse versioni.

 

Sganasciarsi dalle risate

In quarta piazza tornano a vedersi le lacrime. Ma sono, ancora una volta, di gioia. In questo caso, la versione scelta è quella con gli occhi strizzati e il viso in diagonale. Che differenza c'è con l'emoji vincitrice di questa classifica? Ogni utente può farne l'uso che crede, ma la risposta la dà Unicode: l'emoji vuol dire “rotolarsi sul pavimento dalle risate”. Insomma: sganasciarsi. È quello che piace fare agli utenti statunitensi di Facebook: in Usa è questa la faccina più utilizzata. E anche in Indonesia piace “rotolarsi dalle risate”.

 

Faccia sorridente

In quinta posizione c'è un ritorno al classico: la faccina sorridente. Ha perso il primato rispetto a faccine più smorfiose. Ma lo conserva in alcuni Paesi, come in Germania. Nella top 10 (decimo) c'è anche un altro sorriso: quello che con gli occhi ricurvi e le gote arrossate. Ma perché si può dire che questa sia l'emoji capostipite? Prima di tutto perché, nell'elenco Unicode è la “numero uno”. E poi perché l'emoticon :-), assieme alla faccia triste :-(, venne proposta già nel 1982 da Scott E. Fahlman, professore della Carnegie Mellon.

 

L'occhiolino prima emoticon di sempre?

Un altro grande classico, l'occhiolino 😉, resta nei primi dieci. È spesso usato per marcare un tono ironico o un segnale d'intesa. Sul suo significato non ci sono dubbi. Ce ne sono alcuni sulla sua origine. L'occhiolino è infatti al centro di una curiosa storia. In un articolo del New York Times del 1862, viene riportata la trascrizione di un discorso del presidente Lincoln. In un brano si legge: “(applausi e risate ;)”. Così, con il punto e virgola seguito da una parentesi chiusa. La questione è ancora dibattuta: si tratta di un refuso o della prima emoticon della storia? In questo caso, l'occhiolino conquisterebbe il primato.

 

Il pianto a dirotto

Tra le prime dieci emoji, c'è una netta prevalenza di quelle che Unicode classifica tra le espressioni “positive”. Con una sola eccezione: al nono posto c'è la faccina che piange 😭. O meglio, quella che singhiozza. Questa versione supera quella più pacata (la faccina con una sola goccia disegnata sul viso 😢). Forse perché, a conferma di una tendenza all'uso di emozioni positive, il pianto esagerato (con due corsi d'acqua al posto delle lacrime) viene spesso utilizzato con tono ironico.

 

Il significato (sbagliato) delle emoji

Se su sorriso, pianto, cuori e occhiolino ci sono pochi dubbi, ci sono altre emoji usate in modo (in parte) difforme rispetto all'idea dei suoi creatori. Ad esempio, la faccina con la bocca aperta curvata all'ingiù e gli occhi strizzati 😫 viene spesso usata per indicare disperazione. Sbagliato. Unicode la definisce “tired face”. Cioè “faccia stanca”. Non è infatti classificata tra le emoji “negative” ma tra quelle “neutre”. Si tratterebbe, quindi, di uno sbadiglio più che di un pianto imminente.

 

Triste? No, pensieroso

Altra espressione “neutrale” spesso scambiata e usata come negativa: occhi chiusi o rivolti verso il basso, viso accigliato 😔. Bene, se avete sempre pensato che significhi tristezza, siete fuori strada. In realtà è definita da Unicode come “pensive”. Cioè “pensierosa”.

 

Rabbia e orgoglio

Questo è uno dei casi in cui la prassi ha vinto sul significato originario. L'emoji con gli sbuffi che escono fuori dal naso 😤 è utilizzata quasi sempre in segno di rabbia. Oggi viene descritta con un generico “faccia con il vapore dal naso”. Ma nel, 2010, quando venne ammessa nell'elenco, rappresentava qualcosa di completamente diverso: era “la faccia con l'aria del trionfo”. Dunque più orgoglio che rabbia.

 

Il gatto spaventato? Solo stanco

Con l'avanzare del tempo, alle faccine umane si sono aggiunte anche quelle animali. Non senza fraintendimenti. Il gatto con occhi sbarrati e bocca spalancata 🙀 non indica stupore. Ma un “weary cat”, cioè un micio sfinito dalla stanchezza.

 

Preghiera o ringraziamento

Le emoji sono nate, oltre che per arricchire la comunicazione scritta, anche per offrire un codice universale, che andasse oltre le barriere linguistiche. Non sempre però l'intento è riuscito (o almeno non del tutto). Un esempio? Le mani giunte 🙏 sono, nella cultura occidentale, segno di preghiera. Ma le cose cambiano in oriente. In Giappone, ad esempio, sono un semplice gesto di ringraziamento.

 

Brividi confusi

Occhi strizzati e bocca ondulata: 😖. Il suo utilizzo non è così consueto. Forse è per questo che l'utilizzo pratico si discosta molto da quello previsto. Non è infatti espressione di disgusto ma di “confusione” o “perplessità”.

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