Shanghai: al Salone dell'auto si punta tutto sulle "elettriche"

Tecnologia
Una delle auto elettriche in mostra al Salone di Shangai (Getty Images)
GettyImages-Shangai

Le grandi case costruttrici hanno presentato i nuovi modelli destinati a un Paese proiettato sempre di più sull'alternativa della mobilità sostenibile

La rivoluzione dell'auto elettrica parte dalla Cina. Sembrerebbe essere questa la prima notizia in arrivo dal 17esimo Salone internazionale dell'automobile in programma a Shanghai dal 21 al 28 aprile. Un'edizione quella del 2017 che pare essere caratterizzata dalla corsa delle case produttrici di autovetture al lancio dei nuovi modelli a trazione elettrica.

 

Le novità del mercato

La scelta di mostrare il lato "green" delle proprie produzioni di serie al salone asiatico sembrerebbe non essere una casualità per le decine di aziene riunitesi nella città cinese. Proprio il governo di Pechino ha più volte garantito l'introduzione di incentivi statali volti a permettere una necessaria sostituzione delle autovetture a benzina con quelle elettriche. Raccoglie la sfida Volvo, marca svedese di proprietà cinese, che ha annunciato il proprio piano produttivo che la vedrà impegnata a fabbricare proprio in Cina una nuova serie di auto elettriche in partnership con l'azienda Geeley e che dovrebbe portare al primo modello 100% elettrico venduto su scala mondiale a partire dal 2019. Sulla scia "green" si è posta anche FCA che ha presentato il suv Yuntu, vettura a 7 posti pensata per il nuovo modello di famiglia cinese, potenzialmente più numerosa dopo la revoca della politica del figlio unico da parte dello Stato. General Motors si è presentata all'appuntamento con l'ibrida Velite 5, un modello con un'autonomia elettica di 120 chilometri che sarà prodotta in Cina in accordo con le Shanghai Automotive Industries. Infine Ford che tramite David Schoch, presidente dell'azienda per l'area Asia-Pacifico, ha reso noto il suo programma di fabbricazione della Mondeo Energi assieme al partner locale Chang'an Automobile, azienda controllata dallo Stato.

 

La politica cinese sulle elettriche

Le intenzioni di Pechino sullo sviluppo della mobilità elettrica sembrerebbero seguire l'impegno che il Paese ha preso con la firma degli accordi di Parigi, volti alla riduzione delle emissioni inquinanti, nel dicembre del 2015. Lo scorso febbraio la National Energy Administration (Nea), l'ente statale responsabile del settore energetico, ha annunciato l'intenzione di costruire 800mila nuovi punti di ricarica per le EV in tutto il Paese. Un numero importante che si andrà ad aggiungere alle 150mila già installate per raggiungere l'obiettivo annunciato di soddisfare entro il 2020 la domanda di 5 milioni di veicoli "green". Non è l'unico incentivo proposto dalla Repubblica Popolare che ha già reso noto un programma che prevede che entro il 2017 almeno l'8% della produzione di ciascun marchio automobilistico nazionale sia elettrico: una percentuale destinata ad aumentare fino al 10% entro il 2019 per poi raggiungere il 12% nel 2020. Infine, la Cina ha optato per l'esenzione delle vetture elettriche dall'imposta statale sulle vendite e per la limitazione del numero di targhe prevista dalle grandi città al fine di limitare traffico e inquinamento.

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