La Cina vieta l'app Pokémon Go: “Un rischio per la nostra sicurezza”

Tecnologia
Pokémon Go: utenti di tutte le età "a caccia" dei graziosi mostriciattoli (Getty Images)
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Dopo Facebook, la censura della Repubblica popolare ha limitato anche l'uso del famoso gioco di realtà aumentata creato dal colosso giapponese Nintendo. Motivo? Troppe distrazioni. Ma anche timori di spionaggio

La Cina ha ufficialmente vietato la distribuzione di Pokémon Go, il famoso gioco di realtà aumentata creato dal colosso giapponese Nintendo. Con una decisione ancora più severa di quella presa nel novembre del 2016 nei confronti di Facebook, la Repubblica popolare ha deciso di non concedere la licenza di distribuzione della app ludica finché non saranno valutati i potenziali rischi legati alla sicurezza.

 

I timori di Pechino  – Secondo quanto dichiarato dagli esponenti dell'amministrazione statale sulla Stampa, le pubblicazioni, la radio, i film e la televisione, l'ente di controllo governativo dei media, la misura è stata adottata seguendo "un alto livello di responsabilità per la sicurezza nazionale e la sicurezza della vita e dei beni delle persone”. Nell'attesa di conoscere i risultati di un'annunciata indagine sul gioco condotta dal censore assieme ad altri dipartimenti dell'Esecutivo, sono stati resi noti almeno due ordini di problematiche legate alla liberalizzazione del videogioco sul mercato cinese.

 

Sicurezza stradale - Il primo riguarderebbe la sicurezza stradale, già compromessa in altri Paesi da numerosi incidenti, alcuni mortali, provocati dai guidatori distratti nel tentativo di catturare le creature immaginarie disegnate dall'informatico giapponese Satoshi Tajiri. Ci sono poi i rischi legati alla “minaccia per la sicurezza dell'informazione geografica”.

 

Strumento per l'intelligence - Più precisamente, si cerca di scongiurare la possibilità che gli utenti finiscano, spinti dalla ricerca dei Pokémon, per esplorare zone pericolose e proibite come le basi militari dell'Esercito. Un'ulteriore preoccupazione deriverebbe dal rischio che le informazioni raccolte dal gioco mediante l'uso del Gps – attualmente bloccato in Cina – possano finire nelle mani dell'intelligence di Paesi stranieri.

 

Il fenomeno Pokémon Go – Quest'ultimo timore sarebbe dettato dal fatto che il primo sviluppatore di quello che è diventato uno dei giochi per sistemi mobile più famosi del mondo, sarebbe proprio un'azienda statunitense, la Niantic che ha sviluppato l'app assieme a Nintendo e alla Pokémon Company. Creato nell'estate del 2016, il gioco è diventato nel giro di pochi mesi un fenomeno ludico di livello mondiale. La logica alla sua base è quella della realtà aumentata che permette di sfruttare lo schermo del proprio smartphone per catturare, inquadrate nel mondo reale, le creature di Nintendo. Per riuscirci i giocatori devono camminare in diversi luoghi, guidati dal proprio Gps, ed esplorare ogni angolo della propria e di altre città. Pokémon Go è stata la parola più cercata su Google in Italia nel 2016, secondo l'annuale classifica stilata da Google.

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