Cuochi d'Italia, i giudici: Cristiano Tomei

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Helena Antonelli

Cristiano Tomei
Cristiano-Tomei

Al via la nona stagione del programma in cui la cucina regionale diventa protagonista. Dal 19 marzo in prima serata su Sky Uno (canale 108) e su digitale terrestre al canale 311 o 11, 20 cuochi tradizionali si sfidano a colpi di piatti tipici e sapori genuini per vincere il titolo di Miglior Cuoco Regionale d’Italia. Anche questa edizione vede alla guida lo chef Alessandro Borghese, mentre a valutare i piatti preparati dai concorrenti i rinomati chef Gennaro Esposito e Cristiano Tomei. Scopriamo di più su CRISTIANO TOMEI.

Ogni italiano è fiero della propria cucina, delle proprie tradizioni e dei propri prodotti. Ma ogni regione si differenzia con specialità a sé, e spesso può nascere una vera e propria sfida culinaria. Torna la sfida tra regioni a colpi di ricette tradizionali, che premierà l’impegno, la dedizione, il vero talento ma soprattutto il piatto più innovativo e originale. L’appuntamento con Cuochi d'Italia è martedì 19 marzo alle 21.15 su Sky Uno. Ritorna anche Alessandro Borghese, affiancato da Gennaro Esposito e Cristiano Tomei per giudicare i nuovi sfidanti e le nuove ricette.

Conosciamo meglio il giudice e chef Cristiamo Tomei

Toscano di 44 anni lo chef Cristiano Tomei è originario di Viareggio. Ha iniziato a cucinare per gioco a 10 anni e non ha mai smesso. Ha frequentato l'Istituto Nautico, ma la passione per la cucina la deve a suo padre; era lui che lo portava in giro per ristoranti, quando i ristoranti non si sapeva bene cosa fossero. Ed è grazie a lui che conosce la cucina di Peppino Cantarelli, uno dei suoi punti di riferimento di sempre. Negli ultimi anni si è fatto riconoscere per una tipologia di cucina all'insegna del "genio e sregolatezza". In gioventù trascorre lunghi periodi all'estero, dal Sud America al Nordafrica. Ognuno di questi viaggi influenza il suo modo di studiare e scoprire la cucina. L’interazione con nuovi mondi culinari lo porterà a ideare e aprire il suo famoso ristorante "L'Imbuto", dove Tomei offre un'esperienza culinaria basata su creatività, qualità delle materie prime e tecniche di cottura mai banali. Non c'è solo una tecnica, il menu de "L'Imbuto" è un percorso che si sviluppa costantemente e non si sa mai dove porti, proprio come un viaggio in mare.

ll ritorno all'uso di elementi primitivi in cucina, la rigorosità nella scelta dei prodotti e una certa dose di estrosità definiscono la cucina di questo grande Chef.

Eppure è un cuoco autodidatta: si è formato aiutando nei pranzi di famiglia a base di arselle della sabbia di Viareggio e asparagi selvatici delle colline tra Lucca e il mare, viaggiando con gli amici surfisti ma lasciandoli poi tra le onde per andare esplorare i mercati, le bettole e i ristoranti gourmet dei Paesi Baschi, Cuba, Perù, Madagascar e India. Ha aperto il suo primo ristorante a 27 anni direttamente in spiaggia per poi trasferirlo nel centro di Viareggio e infine a Lucca, dove oggi dirige un’affiatata brigata, e dove ha guadagnato la sua prima stella Michelin nel 2014. Lo chef usa sì tutte le tecniche del mondo, ma solo materia prima locale. Ama presentare personalmente i suoi piatti agli ospiti dell’Imbuto: gusti, consistenze, abbinamenti, calici e conversazione diventano una cosa sola, stimolando la curiosità e accendendo il divertimento sia per chi sta seduto a tavola che per chi sta in piedi a servirlo. Tomei è uno chef che ama stupire: schietto, poco avvezzo a formalismi di sorta, è capace di catalizzare l'attenzione della platea e dei commensali in poche semplici mosse.

Per Tomei il cibo è e dovrebbe essere sempre un'arma di condivisione. Il cliente non dovrebbe mai preoccuparsi del pensiero dello chef, perché è tramite i piatti che uno chef deve parlare al cliente: “Con il cibo bisogna raccontare delle storie, non inventarle”.

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