20 anni fa "L'Ottavo Nano": il canto del cigno della satira in tv

TV Show

Giuseppe Pastore

Il 16 gennaio 2001 andava in onda la prima puntata dell'ultimo show che ha ironizzato sulla politica e sul costume in prima serata sulla tv generalista. Con una galleria di personaggi memorabili

Fu l'ultimo esempio, uno dei più luminosi, di un genere televisivo che semplicemente non c'è più. L'Ottavo Nano – la cui prima puntata andava in onda su Rai2 vent'anni fa, martedì 16 gennaio 2001 – è stato l'ultimo programma di satira politica trasmesso in prima serata su una tv generalista, a maggior ragione sulla tv di Stato, che da lì in avanti sarebbe sempre più spesso stata frenata da vincoli e cautele politiche assolutamente bipartisan. Il genere sarebbe stato confinato in tarda serata, magari mescolato al talk-show o all'informazione, e poi sarebbe lentamente sparito dai nostri schermi, sostituito col passare degli anni da una comicità sempre più orientata verso il cabaret, terrorizzata dai tempi morti o semplicemente troppo lunghi, fino alla dolce deriva di Youtube e dei meme sui social, sempre più immediati e sempre più facili da dimenticare.

L'Ottavo Nano fu il canto del cigno di una grande stagione iniziata nel 1988 con La tv delle ragazze e proseguita con Avanzi, Tunnel e il Pippo Chennedy Show: tutti programmi condotti dall'autrice e conduttrice radiofonica Serena Dandini, che da fine Ottanta portò in tv una satira di costume pungente e originale, valorizzando in oltre un decennio un gran numero di comici ancora sconosciuti come i fratelli Corrado, Sabina e Caterina Guzzanti, Francesca Reggiani, Cinzia Leone, Tosca D'Aquino, Neri Marcoré, Ale e Franz, Ficarra e Picone e tanti altri ancora. In onda nel pieno della torrida campagna elettorale per le Politiche 2001, L'Ottavo Nano – titolo criptico e misterioso, preferito ad alternative come Aridanga, Love me do e Salvate il soldato Rai – si fa ricordare oggi per una lunga serie di personaggi e battute persino premonitrici. Eccone una carrellata. 

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approfondimento

Corrado Guzzanti nel cast de I Delitti del Barlume

Vulvia

L'anima del programma, e uno dei suoi principali autori, era Corrado Guzzanti, che a 35 anni stava vivendo il momento di massimo splendore artistico. Inauguriamo la galleria dei suoi personaggi da Vulvia, annunciatrice bionda e svampita di Rieducational Channel, fantomatico canale RAI dedicato alla divulgazione scientifica e ai documentari, ossessionata dagli 'mbuti.

Francesco Rutelli

Nell'inverno del 2001 la satira politica non poteva prescindere da Francesco Rutelli, sindaco uscente di Roma e candidato premier per il centro-sinistra. È uno dei personaggi più spietati di Guzzanti, che lo dipinge come una macchietta alla Alberto Sordi (in questo video, in cui Guzzanti si sdoppia interpretando anche Walter Veltroni, si cita espressamente Fumo di Londra), impegnato soprattutto a “portare l'acqua co' le 'recchie” all'avversario Berlusconi. Come spesso succede, Guzzanti ci vide benissimo: l'Ulivo di Rutelli andò incontro a una dura sconfitta elettorale.

Silvio Berlusconi

La “controparte” politica era interpretata da sua sorella Sabina, che impegnata a teatro comparve solo nelle ultime due puntate per dare la sua versione di Berlusconi, che in quelle settimane compariva in tutte le città italiane su enormi cartelloni elettorali che rappresentano forse la primissima forma di meme comparsa sull'Internet italiano (con lo slogan “Meno tasse per tutti” storpiato in “Meno tasse per Totti” o “Meno tasse per Titti”...)

Umberto Bossi

Nella prima puntata dello show Guzzanti si cimentò anche in una parodia del segretario della Lega Umberto Bossi, tornato ad allearsi con Berlusconi dopo anni di gelo e antipatia personale. Lo sketch citava Il silenzio degli innocenti e Frankenstein Junior: a placare l'ira di un Bossi “bestiale” e fuori di sé ci pensava il violinista Pier Ferdinando Casini, il leader dell'ala più moderata e cattolica della coalizione di centro-destra, interpretato da Neri Marcoré.

Il dottor Armà

Allo sguardo attento di Guzzanti non passò inosservato neanche la frammentazione dell'offerta televisiva e la comparsa di tante piccole emittenti satellitari, riassunte nel personaggio del dottor Armà, un cialtronesco mercante di quadri che cerca di rifilare le sue croste agli spettatori di “TeleProboscide”, liberamente ispirato al televenditore di opere d'arte Francesco Boni.

Brunello Robertetti

Il lato nonsense di Guzzanti, sempre capace di battute secche e fulminanti, si sublimò nel personaggio del poeta Brunello Robertetti, che declamava i suoi versi in un italiano stentato, mangiandosi spesso i finali delle parole, seduto su una scarna sediola al centro del palco: “Se fossi cane bau, se fossi gatto miao, se fosse tardi ciao”.

Antonello Venditti

Ma l'imitazione più famosa e popolare di quel Guzzanti 2001 rimane quella di Antonello Venditti: eternamente al piano, con lo stradario di Roma aperto sul leggio, canta la mistica del Grande Raccordo Anulare. Parodia memorabile, particolarmente adorata nella Capitale, tanto che Guzzanti/Venditti salì sul palco accanto al vero Antonello la sera del 23 giugno 2001 al Circo Massimo, durante la festa per il terzo scudetto della Roma.

Padre Pio

In piena campagna elettorale, molti sketch vennero presi a pretesto dalle varie forze politiche per montare polemiche strumentali. Fece molto discutere questa gag in cui Guzzanti, Francesco Paolantoni e Giobbe Covatta, tutti e tre nel ruolo di improbabili Padre Pio, ironizzavano sull'eccesso di fiction a carattere religioso che in quel periodo inondavano i canali della tv generalista: una certa politica li accusò – in maniera del tutto infondata – addirittura di blasfemia.

Alberto Angela

L'Ottavo Nano fu il programma che impose sulla scena nazionale anche il 34enne Neri Marcoré, fin lì conosciuto soprattutto per le sue doti da imitatore. Il suo personaggio più famoso è la parodia di Alberto Angela, il figlio del grande Piero (all'epoca non ancora così conosciuto) che scambiava oggetti di uso comune per le tracce di antiche civiltà del passato.

...e tutti gli altri

Ospiti fissi del programma furono anche Giobbe Covatta (nei panni del viscido imprenditore Ciro), Rosalia Porcaro (che interpretava la cantante neomelodica Natasha, personaggio interpretato già sulle tv locali napoletane), Caterina Guzzanti (nel ruolo della ballerina Blondic, liberamente ispirata a Nina Moric), Marco della Noce (nel ruolo dell'assistente di studio Larsen), due giovanissimi Ficarra e Picone nel ruolo di due militanti di sinistra che cercano invano di comunicare le loro istanze ai piani alti del Partito, Lillo & Greg, Marina Massironi, Germana Pasquero e infine Marco Marzocca, per anni futura spalla di Guzzanti, come in questo sketch in cui interpreta il molesto robottino Sturby.

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