Twin Peaks - La serie evento: la recensione dell'episodio 16

Serie TV
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E' tempo di risvegli, è tempo di rivelazioni, è tempo di rivedere vecchi amici e di scoprire le prime verità sul passato: in attesa dei prossimi appuntamenti con la serie - il venerdì alle 21.15 per gli episodi doppiati in italiano, e la notte tra domenica e lunedì alle 02.00 per quelli in versione originale sottotitolata -, leggi la recensione del sedicesimo episodio. Ovviamente ci sono SPOILER per chi non ha ancora visto l'episodio.

di Gabriele Acerbo
(@gabace)

 

 

Sono stati quattro mesi unici. Come tutte le cose uniche, belle, preziose ora sta finendo tutto. Cala il sipario su Twin Peaks, la serie evento che, nel bene e nel male, ha stravolto il concetto di serialità contemporanea. Più arte che televisione, più opera d’autore totale, indifferente alle leggi dell’audience, che prodotto industriale. Un’opera senza eguali di cui probabilmente discuteremo ancora a lungo. Una delle cifre di questa nuova, incredibile terza stagione è la sua imprevedibilità. Lynch e Frost hanno spiazzato tutti: quando un filone narrativo sembrava andare in una certa direzione, loro sono stati bravi a inventarsene un altro ancora più imprevedibile e imprevisto. Come finirà Twin Peaks?

 

 

 

A meno di avere una palla di vetro o frequentare siti russi dove sono apparsi spoiler sul gran finale, è praticamente impossibile tirare a indovinare, tanto è il tasso di imprevedibilità. Proviamo a rispondere alla domanda chiamando in causa uno degli esperti lynchiani più raffinati oggi in Italia, Matteo Marino, autore di un doppio dizionario sulle serie tv e prossimamente di un volume dedicato al genio di David Lynch, oltre ad essere l’animatore dell’informatissimo sito Davidlynch.it e amministratore di due pagine Facebook appassionate e appassionanti, Twin Peaks Italia e Club Silencio.

 

A meno di una settimana dal gran finale, David Lynch e Mark Frost confezionano una puntata eccitante e sorprendente come non mai. Un antipasto dell’apocalisse definitiva di questa meravigliosa serie che, senza nulla togliere agli ottimi prodotti in circolazione, stacca di una spanna tutto quanto passa sui canali televisivi e sulle piattaforme online. Anche perché Twin Peaks – La serie evento gioca in un altro campionato. D’altra parte non è la televisione che interessa a David Lynch, a lui interessa fare vera arte.

 

 

 

Nei 57 minuti della parte 16 è praticamente successo di tutto. Come molti sospettavano, lo spregevole Richard Horne è il figlio di Bad Cooper, frutto dello stupro 25 anni prima ai danni della povera Audrey Horne, in coma. E mai amore paterno si era spinto al punto in cui si spinge il Cooper malvagio: fa morire fulminato - meglio, disintegrato - l’adorato figlioletto. Neanche Darth Vader era arrivato a tanto.

 

E che dire della povera Diane? Prima rivela a Gordon Cole, Albert Rosenfield e Tamara Preston la violenza sessuale subìta da Cooper vent’anni prima, poi in preda al panico dice di trovarsi alla stazione dello sceriffo (di Twin Peaks, evidentemente). “Questa non sono io!” urla piangendo, poi estrae la pistola ma viene prontamente uccisa da Tammy e Albert. Si materializza nella stanza rossa, dove scopriamo che anche lei, proprio come Dougie Jones, era un doppio, una “tulpa”, un essere inesistente in natura fabbricato da qualcuno. Il sospetto che abbiamo è che la vera Diane - se è ancora in vita - si nasconda nel corpo di Naido, la donna senza occhi trovata nel bosco e portata in salvo da Andy nella prigione della stazione dello sceriffo Truman. Per Laura Dern tanti applausi: la sua performance in questa sequenza è indimenticabile.

 

 

 

Anche a Las Vegas succedono belle cose. Gli sgherri assoldati da Bad Cooper per far fuori Dougie Jones (gli strepitosi Tim Roth e Jennifer Jason Leigh) vengono crivellati di colpi da un tizio polacco in una sequenza assurda, violenta e divertentissima, puro slapstick comedy in salsa pulp. Una sottotrama in meno: d’altronde Lynch e Frost ormai badano al sodo e cercano di chiudere il cerchio in vista del finale.

 

E infatti il vero colpo di scena, atteso dai fan per decine di episodi, è il risveglio di Cooper. Dopo aver deliberatamente infilato una forchetta dentro una presa elettrica ed essere andato in coma, ora torna in scena più Cooper che mai. Quando lo abbiamo sentito pronunciare la frase ‘Io sono l’FBI’ ci siamo ritrovati davanti un vecchio amico che non vedevamo da un quarto di secolo: deciso, cool, dalla parlantina veloce e dall’animo gentile. Il suo addio al figlio e alla moglie Janey-E è uno dei momenti più alti e toccanti dell'intero Twin Peaks. Avremmo voluto vederlo in azione per altri diciotto episodi, e invece ne mancano solo due. D’altra parte, canta Eddie Vedder al Roadhouse, “il tempo sta per scadere.”

 

 

 

E infine Audrey, che ci regala un finale choc. Finalmente portata dal marito Charlie al Roadhouse per cercare quel benedetto Billy di cui pare innamorata, viene chiamata in pista a ballare la famosa ‘Audrey’s dance’ sulle note di Angelo Badalamenti. Sembra felice mentre si dimena languidamente nella penombra del locale, pare tornata ad essere quella ragazza serena e incantevole che avevamo lasciato a Twin Peaks 25 anni fa. Improvvisamente nel locale scoppia una rissa e lei si spaventa. “Portami via da qui!” grida al marito. Ma invece del volto dell’uomo vede riflesso in uno specchio il proprio viso stupefatto. E’ possibile che tutto quello che abbiamo vissuto con lei in queste ultimi episodi sia solo una proiezione della sua mente alterata?

 

Sappiamo per certo che era in coma in seguito all'esplosione della banca di Twin Peaks alla fine della stagione 2 e, in fondo, non abbiamo nessun elemento per dire con certezza che dal coma sia uscita. Abbiamo il fondato sospetto che sia stata violentata da Cooper e abbia partorito quell'adorato pargoletto che era Richard. Non basterebbe questo per far andare fuori di testa chiunque? Siamo quindi dalle parti di ‘Mulholland Drive’, che non era altro che un sogno hollywoodiano partorito dalla mente di una donna impazzita e dal cuore spezzato? Ma se anche questa ipotesi fosse vera la vicenda di Audrey come si ricollega alla trama principale di Twin Peaks?

 

 

 

Lynch ha lasciato in sospeso tutti questi interrogativi. Non sono i soli, ma forse non tutti questi misteri saranno risolti dall'imminente finale. Vediamo i principali:

 

- Che fine ha fatto Laura Palmer, scomparsa improvvisamente dalla Red Room sotto gli occhi di Cooper? E' inimmaginabile non rivederla, ma in che veste, in quale forma?


- E cosa ha detto di così importante Laura all'orecchio di Cooper?


- Chi è davvero Sarah Palmer? Dopo aver visto il suo vero volto, prima che compisse il brutale omicidio di un camionista, non abbiamo più alcuna certezza su di lei.


- E chi è Judy? Perchè Philip Jeffries non vuole parlare di lei? E perchè il Cooper malvagio la cerca?


- Lo sceriffo Truman insieme ai suoi uomini deve andare di nuovo nel bosco nei pressi del Jack’s Rabbit Palace. Chi troveranno questa volta?


- Chi è la ragazza degli anni '50 che si è ingoiata la rana-insetto nata dall'esplosione atomica che ha creato Bob? Sarah Palmer? Judy? O chi altro?


- Chi sono Richard e Linda evocati da The Fireman al cospetto di Cooper? E cosa c'entrano con la soluzione della storia?


- Se i due Cooper sono destinati e scontrarsi proprio a Twin Peaks, quale dei due soccomberà?


- All'appello dei cantanti reclutati da Lynch e Frost manca Julee Cruise. E' affidata a lei la conclusione musicale di Twin Peaks - La serie evento?


- Chi è il sognatore evocato da Monica Bellucci nella visione onirica di Gordon Cole?


- E infine: chi ha davvero ucciso Laura Palmer?

 

 

 

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