16 aprile, maratone Romanzo Criminale e In Treatment 3 - Settimana 4

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Nulla può fermare le maratone di Sky Atlantic, neanche le festività, e anche domenica 16 aprile, giorno in cui quest’anno cade la Santa Pasqua, ci saranno le serie del canale 110 a farci compagnia. A partire dalle 7.00, infatti, ritroveremo Libano, Dandi e Freddo, i protagonisti di Romanzo Criminale, e poi, a seguire, a partire dalle 18.45 sarà la volta dei cinque episodi della quarta settimana di terapia della stagione finale di In Treatment: clicca qui e consulta la nostra GUIDA TV per non perdere neanche un appuntamento

Nulla può fermare le maratone di Sky Atlantic, neanche le festività, e anche domenica 16 aprile, giorno in cui quest’anno cade la Santa Pasqua, ci saranno le serie del canale 110 a farci compagnia. A partire dalle 7.00, infatti, ritroveremo Libano, Dandi e Freddo, i protagonisti di Romanzo Criminale, e poi, a seguire, a partire dalle 18.45 sarà la volta dei cinque episodi della quarta settimana di terapia della stagione finale di In Treatment.

 

 

 

Maratona Romanzo Criminale, stagione 1

Quando: domenica 16 aprile a partire dalle 0re 7.00

 

 

12 episodi da 50 minuti per rivivere una del le storie più appassionanti scritte nell’ultimo decennio, 12 episodi per calarsi nuovamente, non uno sguardo inedito e avvincente, nel mondo spregiudicato, af fascinante, drammatico, misterioso della Banda raccontata nel libro culto di Giancarlo De Cataldo.

 

Il Freddo, il Dandi, il Libanese, Patrizia, il commissario Scialoja: personaggi entrati a far parte della memoria prima dei lettori, poi del pubblico cinematografico, tornano con questa serie a essere protagonisti di un'epopea violenta e indimenticabile. Amori, dinamiche familiari, nevrosi, amicizie e rancori fanno da contrappunto alla vicenda principale che rievoca l’inarrestabile ascesa della Banda che, dalla fine degli anni ’70, ha accarezzato il sogno di conquistare Roma seminando il terrore.

 

La storia della nostra Repubblica nel novecento è stata costellata di "storie criminali", dalla corruzione ai più alti livelli, agli omicidi di stato, al banditismo. Una delle storie più avvincenti e insieme terrorizzanti è quella della Banda della Magliana, che operò dal 1976 fino a tutti gli anni '80.

 

La più grande e potente organizzazione criminale che abbia mai operato a Roma: ecco cos'era la Banda della Magliana. E nonostante le loro attività superficiali fossero limitate al traffico di droga, ai sequestri e alle scommesse ippiche, alla Banda vennero attribuiti legami con le maggiori organizzazioni mafiose italiane (Cosa Nostra, Camorra, 'Ndrangheta) e anche con i grandi misteri della politica, legati alla Loggia P2, all'estrema destra eversiva, ai servizi segreti.

 

Tutto ebbe inizio nel 1976, quando a Franco Giuseppucci (detto "er Fornaretto" o "er Negro"), un piccolo criminale di Trastevere che trasportava armi per conto terzi, venne rubata un auto con il bagagliaio pieno di armi appartenenti a un noto rapinatore della capitale, Enrico De Pedis detto "Renatino". Le armi sono già state vendute a un gruppo di rapinatori formatosi nel quartiere della Magliana: Giuseppucci contatta Maurizio Abbatino detto "Crispino" e i due si accordano per compiere alcuni colpi proprio con quelle armi. Ai due si aggiunge lo stesso De Pedis: ecco formato il fulcro della Banda della Magliana, che in breve tempo diventerà un'organizzazione per il controllo della criminalità romana, nella quale iniziano poco dopo a lavorare anche criminali di altre zone.

 

Le vicende della Banda della Magliana sono state discusse da diversi libri, e da due film. Il primo è "I fatti della Banda della Magliana" di Daniele Costantini. Il secondo, appunto, è "Romanzo Criminale" di Michele Placido, tratto dall'omonimo libro di Giancarlo De Cataldo, da cui è stata tratta anche la serie.

 

 

 

 

Maratona In Treatment 3, Settimana 4

Quando: domenica 16 aprile a partire dalle 18.45

 

 

Quarta settimana di terapia per il Dr. Mari e i suoi pazienti, e, dopo il tumulto degli episodi precedenti, finalmente sembra essere tornata la calma. Quantomeno un po’ di calma! Giovanni cerca di stare vicino a Michele, ma scopre che in realtà è il figlio che ha deciso di trasferirsi per non farlo stare solo. In realtà, infatti, Michele va d’accordo con Sebastiano, il compagno della madre, con cui addirittura è andato a fare una gita a Firenze. A rivelarglielo è la figlia. Per lui è un colpo.

 

Rita è riuscita a superare egregiamente il debutto: il teatro era pieno, è andato tutto bene, e soprattutto niente vuoti di memoria. Rita si scusa per la sua uscita di scena “melodrammatica” della settimana precedente, e confessa di essere andata da Patrizia. L’incontro non ha avuto propriamente i risultati sperati, per Rita non avere l’approvazione degli altri è molto dura. Mari la rassicura, soprattutto per quanto riguarda la figlia: si allontanano, ma poi tornano, le dice. Il senso di colpa nei confronti della madre, però, è ancora lì. Rita ha finalmente fatto il test: quale sarà l’esito?

 

Padre Riccardo è tornato, e sembra molto più calmo. Dice che finalmente ha fatto chiarezza dentro di sé, e che è proprio grazie a lui, alla seduta, se ci è riuscito. Padre Riccardo ringrazia dunque il Dr. Mari, e gli comunica le conclusioni a cui è giunto: basta nascondersi dietro la razionalità, la fede è l’esatto contrario, è tempo di riavvicinarsi al Signore. Il giovane prete pensa che ormai sia tempo di chiudere con la terapia, ma poi la discussione si sposta sull’amatissima nonna, che l’ha cresciuto, l’ha accudito, e lo ha fatto avvicinare alla religione. Della sua morte. E del momento in cui ha capito che il suo posto era al servizio di Dio. “Semmai dovesse sentire il bisogno di un confronto, si ricordi che la porta della mia chiesa è sempre aperta”, dice a Mari Padre Riccardo prima di andarsene, in una sorta di scambio di ruolo.

 

Luca dice che la sua settimana è stata “strana”. Ha ricevuto una lettera dal padre biologico, Tommaso, che gli chiede di rispondere a Erika (i due alla fine si sono sposati, dopo un periodo di lontananza causa gravidanza). Con Marisa non ci sono stati chiarimenti riguardo la movimentata seduta della settimana precedente, la donna si è chiusa nel silenzio della propria camera, ma in compenso Roberto, il padre adottivo, l’ha aiutato a studiare. Luca è arrabbiato: con i genitori adottivi perché spesso non l’hanno capito, ma anche con quelli biologici, che non possono pretendere di tornare così nella sua vita dopo averlo dato via.

 

Bianca è tornata. Ha un livido sul braccio. Inizialmente nega, ma poi confessa: è stato Claudio. Dopo la rabbia delle scorse settimane, è tempo di aprirsi. Dopo un momento iniziale di agitazione, Bianca decide di sedersi e di iniziare la seduta. Parla ancora del padre, figura importante e determinante per lei, nel bene e nel male, anche perché l’ha costretta a vivere una vita piena di paura e di incertezza. I suoi attacchi di panico sono tornati più forti e paralizzanti di prima, e il mondo le sta crollando addosso, anche se all’apparenza “va tutto bene, cosa dovrei volè de più?”. Lui mi picchia: tre parole che pesano come un macigno. E, come se non bastasse, si tratta di una cosa che è iniziata addirittura quando Bianca era incinta. Andare dalla polizia per lei è fuori questione, ma Mari le consiglia il nome di una collega che lavora in un centro specializzato. Bianca farà quella telefonata?

 

Venerdì è il giorno in cui è il Dr. Mari a sedersi sul divano, quello di Adele. Giovanni, che è molto più tranquillo della seduta precedente, le racconta com’è andata la settimana, quello che ha scoperto su Michele e sul suo rapporto con Sebastiano, col quale ha un interesse in comune. Dell’ultima discussione con Greta. Dell’umiliazione dell’essere accudito da suo figlio. Giovanni torna con la mente agli anni durante i quali ha accudito suo madre, dice di non volere questo per il figlio. La mancanza di passione e di passioni. Il fingere come costante della sua vita. Dell’invidia nei confronti dei pazienti, che invece di passione ne hanno. Non mancano i momenti di scontro con Adele, ma è evidente che ormai il Dr. Mari di lei si fida, al punto da affidarsi a lei. La ammira. Vorrebbe non andarsene. Ma la seduta è giunta al termine.

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