Margherita Buy racconta In Treatment

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Foto di Antonello & Montesi
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La terza e ultima stagione di In Treatment, in onda su Sky Atlantic ogni sabato alle 21.15, vede tra i suoi protagonisti Margherita Buy alias Rita Romano, la paziente del lunedì affetta da una cronica mancanza di autostima. In attesa del prossimo appuntamento nello studio del dottor Mari, leggi l’intervista all’attrice romana

di Barbara Ferrara


Per In Treatment Margherita Buy, al cinema insieme a Sergio Castellitto in Piccoli crimini coniugali di Alex Infascelli, è Rita Romano, la paziente del lunedì che guarda caso è un’attrice famosa alle prese con un momento critico della sua vita. La carriera non più luminosa come un tempo, la morte annunciata di sua sorella, il rapporto conflittuale con la figlia adolescente e la sua perenne mancanza di autostima la mandano in tilt. E allora non resta che affidarsi a qualcuno che possa aiutarla a gestire una situazione ormai insostenibile. E’ il dottor Giovanni Mari che l’aiuterà a guardarsi dentro e a sbrogliare la matassa dei suoi sentimenti più reconditi.

 

L’abbiamo incontrata in occasione della conferenza stampa romana che annunciava ufficialmente il debutto della serie il 25 marzo su Sky Atlantic, ecco cosa ci ha raccontato di questa sua esperienza nei panni di un personaggio che a conti fatti “cerca di cambiare, cambiare atteggiamento nei confronti di alcune cose che non ha saputo affrontare nel passato ma che dovrebbe saper affrontare nel presente”. Scherzosamente l'attrice sottolinea che "una volta fatto In Treatment, puoi fare tutto". Proviamo a capire perché.

 

Come ha reagito alla chiamata di Saverio Costanzo?
Sono stata molto contenta.
Conosceva la serie?
L’avevo vista e l’avevo seguita, non come una malata mentale, ma la conoscevo bene.
Un personaggio che l’ha colpita più di un altro?
Tutti, erano tutti bravi, magnetici, vedevo come la serie avesse molto a che fare molto con il mestiere dell’attore. E questa enorme considerazione dell’attore è un aspetto difficile da riscontrare.
Pro e contro?
Quando c’è un lavoro così grande dietro, devi dare molto e studiare molto, il pro è che In Treatment ti ricambia, al contrario di altre cose che magari fai con fatica ma non ti ricambiano allo stesso modo.
A lei cosa ha dato?
Innanzitutto il rapporto che hai con te stessa, come in ogni lavoro, ti devi confrontare sempre con i tuoi obiettivi, superare quello che hai fatto, In Treatment ti dà un prima e un dopo.
Giulia Michelini ha detto che per lei è stato frustante.
Sono d’accordo, può essere frustante nel senso che non sai mai se l’hai fatto al meglio del meglio. E’ un lavoro molto teatrale, dove però non puoi reiterare come a teatro, devi sperare che quello che hai fatto sia perfetto così come lo hai fatto.
E’ d’accordo con la frase che il suo personaggio dice al dottor Mari: “Gli attori hanno paura di mostrare se stessi”?
Che gli attori non si scoprano è un po’ un luogo comune, è vero che un attore vive tantissime vite, e non le può vivere tutte in una; quella che vive nel "suo" probabilmente è sempre quella meno interessante. Forse si nasconde un po’ dietro le cose, ma neanche tanto.
Un momento di panico sul set?
Tutti. Mille. No, scherzo, in realtà sono sempre stata molto tranquilla, mi piaceva molto l’idea di studiare a casa per conto mio. Di avere il tempo di prepararmi e andare lì con le insicurezze normali che ci possono essere. Sono sempre stata serena. 

 

 

 

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