Gomorra 3: i momenti più forti della stagione

Serie TV

Linda Avolio

La terza stagione di Gomorra - La serie ci ha regalato tante emozioni, e tra un colpo di scena e l'altro ci ha tenuto incollati allo schermo. Dalla morte di Malammore a quelle di Ciro, Scianel e Avitabile, passando per la trasformazione di Patrizia e l'ascesa di Enzo, le scene degne di nota sono state tante: continua a leggere e scopri i momenti più forti degli episodi di Gomorra 3

 

La terza stagione di Gomorra - La serie ci ha regalato tante emozioni, e tra un colpo di scena e l'altro ci ha tenuto incollati allo schermo. Dalla morte di Malammore a quelle di Ciro, Scianel e Avitabile, passando per la trasformazione di Patrizia e l'ascesa di Enzo, le scene degne di nota sono state tante: continua a leggere e scopri i momenti più forti degli episodi di Gomorra 3

 

Episodio 1

 

Sono almeno 3 i momenti forti del primo episodio di Gomorra 3, che in realtà è più l’epilogo della stagione precedente. Il primo è lo scontro verbale tra Gennaro e Malammore davanti al corpo senza vita di Don Pietro. Al macello, davanti al cadavere del padre, Genny non mostra nessun cedimento: la sua interpretazione del figlio furioso è perfetta, probabilmente perché nonostante tutto un fondo di verità c’è. Decidere di eliminare dai giochi l’ingombrante e ormai pericoloso genitore non dev’essere stato facile, ma era una cosa che andava fatta. Malammore, però, comincia ad avere qualche dubbio: d’altronde Pietro doveva incontrarsi proprio con Genny lì davanti alla tomba di famiglia… La risposta di Genny non tarda ad arrivare: “Lo sai come si dice, Malamò? Che il viceré prima o poi diventa il peggior nemico del re”. E Malammore: “Si dice anche che al funerale del re l’unico che non piange è il figlio”. Sarà vero che “questo figlio le lacrime se le porta dentro”? Probabile, e comunque “adesso è questo figlio che comanda”, ed è evidente che questo figlio di Malammore non si fida, nonostante non l’abbia detto apertamente.

 

Va da sé che il secondo momento clou è la morte del personaggio di Fabio De Caro, freddato da Ciro, intenzionato a vendicare del tutto Mariarita prima di sparire dalla circolazione. Con la dipartita di Malammore sparisce la vecchia guardia di Gomorra, pronta per entrare in una nuova fase della narrazione.

 

Infine, degno di nota è anche la confessione che Genny fa ad Azzura nell’ultima scena. Dopo aver messo a dormire il piccolo Pietro, Gennaro, che ora sente su di sé tutta la responsabilità dell’essere diventato genitore, decide di dire la verità alla moglie: “Non è vero che mio padre se n’è andato da Napoli…mio padre è morto. L’ho fatto uccidere io. Mio padre mi voleva sotto di sé a Secondigliano. Non avrebbe mai accettato qualcosa di diverso. Ultimamente era impazzito, vedeva morti ovunque. Anche noi eravamo in pericolo, e allora ho fatto l’unica cosa che potevo fare: ho protetto la mia famiglia.”

 

 

Episodio 2

 

E’ passato un anno dalla prima puntata di Gomorra 3, e l’episodio 2 ci mostra un Gennaro ormai abituato al suo ruolo di boss. La scena che però colpisce di più, per la sua crudezza, è senza dubbio quella del supermercato. E’ nel reparto macelleria di un supermarket che Genny, per aiutare l’amico honduregno Joaquin, uccide e poi smembra alcuni suoi rivali. Ad assistere a questa scena raccapricciante è Gegé, il contabile di fiducia del giovane Savastano, nonché suo amico d’infanzia (CLICCA QUI PER VEDERE IL VIDEO DEL MAKING OF DELLA SCENA).

 

C’è però un altro momento molto interessante in questo episodio 2. Scianel, ancora in carcere, vuole che Patrizia trovi Marinella e le comunichi un messaggio. Dopo un’iniziale riluttanza, e dopo aver sentito Gennaro, che le chiede di tenere a bada Donna Annalisa, Patrizia accetta, e dopo essersi fatta consegnare uno zaino dagli uomini di Scianel si reca a Latina Scalo. Ora Marinella, che si fa chiamare Irene, vive lì, e lavora come parrucchiera ed estetista in un negozio. Quando Marinella vede Patrizia, è come se avesse appena visto un fantasma. Fuori dal negozio, le due parlano e Marinella ribadisce che, se potesse, rifarebbe ciò che ha fatto, perché così ha fatto giustizia. Lapidario il commento di Patrizia: “I morti della giustizia non se ne fanno più un ca**o.” Poi, subdola, arriva la minaccia velata da consiglio: se ti ho trovato io, può trovarti anche lei, solo che il prossimo che arriva non viene con questo. "Questo" è uno zaino, ed è pieno di banconote. Scianel vuole comprare la sua scarcerazione, e la testimonianza della ragazza sarà determinante. Marinella accetta, ma vuole che l’amica le prometta una cosa: che farà mangiare la polvere alla iena. E’ interessante vedere i primi accenni della trasformazione del personaggio di Cristiana Dell’Anna: l’amarezza nelle sue parole, il consiglio “da amica” che in realtà suona come una minaccia, ma anche il cenno della testa quando Marinella le chiede di prometterle vendetta e giustizia. Come abbiamo avuto modo di vedere, Patrizia terrà fede a questa promessa, ma per farlo di trasformerà in qualcosa che, fino a non troppo tempo fa, aveva sempre disprezzato.

 

 

Episodio 3

 

Dall’inferno di Napoli all'inferno di Sofia, e ritorno: torna finalmente in scena Ciro di Marzio, ma l’Immortale non è più lo stesso, e mai più lo sarà. Si è allontanato da tutto e da tutti, anche da se stesso, ma i suoi demoni alla fine l’hanno trovato. Il terzo episodio della terza stagione di Gomorra è (quasi) interamente dedicata al personaggio di Marco D’Amore, ma non stupisce la scelta degli autori di staccare completamente per un po’ dagli scenari a cui siamo abituati per raccontarci che fine ha fatto l’Immortale dopo aver ucciso Malammore e dopo essersene andato via da Napoli.

 

Questo stand-alone è un piccolo gioiellino nella sua interezza, e scegliere un solo momento non è facile. Dovendo farlo, però, non si può che scegliere la parte finale, quella che segna il ritorno alla vita dell’Immortale, dal momento in cui Ciro spara a Valentin fino a quando si reca a casa di Mladen per ucciderlo. Lì trova Elvana, la giovane prostituta albanese conosciuta qualche giorno prima, e lì in lui scatta una molla che lo porta a cercare di fare almeno qualcosa di buono, almeno un po’ di bene. Senza pensarci due volte, la fa salire in macchina e l'accompagna fino in Albania. Non ha potuto fare niente per Mariarita, ma almeno per lei ha potuto fare qualcosa. La saluta in una tavola calda, e prima di andarsene, nonostante lei non capisca una parola di italiano, le accarezza i capelli e le dice "Fai la brava". Le ultime parole dette anche alla figlia.

 

 

Episodio 4

 

Nel quarto episodio si torna in Italia. Non è proprio un momento shock, ma è senza dubbio un momento che strappa una risata. L’uscita di prigione della iena Scianel è veramente “da signora”: come restare impassibili di fronte a quel “E’ tuo questo cesso di macchina?” sputato in faccia a Patrizia? Avrà anche fatto una brutta fine, ma Donna Annalisa ha snocciolato alcune delle battute più belle di questa stagione!

 

Tornando alle scene più forti, vince a mani basse la scena del pestaggio di Gegé a opera di Gennaro, che ha scoperto il suo tradimento (CLICCA QUI PER VEDERE IL VIDEO DEL MAKING OF DELLA SCENA). C’è però un altro momento che ci ha fatto gelare il sangue nelle vene: quando Azzurra è al telefono con Genny e gli chiede se va tutto bene. Quando l’inquadratura di allarga, scopriamo che la ragazza non è sola. Dietro di lei c’è suo padre, che le ha intimato di mentire al marito. “Quel fetente di mer*a si è preso tutto quello che è mio, ma ora mi riprendo tutto, a cominciare da te”, le abbaia in faccia Don Giuseppe. Azzurra viene affettata con forza, e rimane pietrificata da questa esplosione di violenza nei suoi confronti. No, le cose non vanno per niente bene, non a caso sarà proprio lei, più avanti, a dire a Gennaro che è arrivato il momento di risolvere definitivamente il problema che è diventato suo padre.

 

Degna di nota anche la morte di O’Cardillo e Capaebomba, che dopo due stagioni escono di scena sullo sfondo, per mano di Avitabile, e il tradimento di Genny da parte dei Confederati, fedeli a Don Giuseppe.

 

 

Episodio 5

 

Il quinto episodio vede Ciro avvicinarsi a Enzo. L’Immortale aiuta il giovane Sangue Blu a organizzare una rapina a una banca, e tutta la parte della preparazione del colpo, la discesa nel sottosuolo, la “passeggiata” nelle viscere di Napoli, e l’immancabile buco nel soffitto (CLICCA QUI PER VEDERE IL VIDEO DEL MAKING OF DELLA SCENA DELLA RAPINA).

 

Da segnalare anche lo scambio di battute tra i personaggi di Arturo Muselli e Marco D’Amore, mentore e pupillo, dopo la rapina. “Tu sei l’Immortale di Secondigliano, vero?”, chiede Enzo. Ciro risponde che l’Immortale è morto, ma l’altro non demorde, chiede se l’Immortale era uno dei suoi uomini, ma si sente rispondere con un’altra domanda: è così importante? “Sangue Blu. Questo sono io. E sono qui. Se devo combattere con te ho bisogno di sapere chi sei e chi sei stato”, dice il ragazzo, e a quel punto Di Marzio confessa: sì, quello era il suo nome. C’è però un altro scontro verbale molto interessante, quello in chiusura dell’episodio, tra Carmela e Enzo, che finalmente ci dice qualcosa di più sulla storia di Sangue Blu e dei Villa. Carmela si è accorta che il fratello sta combinando qualcosa, e lo ammonisce dicendogli: “Io e te respiriamo solo perché mamma chiese la grazia a Edoardo Arenella, non dimenticarlo. Avevo 14 anni quando mamma è morta, ho dato io la mia parola ad Arenella che sarebbe finito tutto lì. E ora dobbiamo mantenerla. Perché un uomo ha una sola parola.” “Tu non sei un uomo Carmela”, ribatte lui, e fa per andarsene. Lei, però, non ha ancora finito: “Ma mi sono comportata da uomo. E da mamma. L’ho fatto per te, e continuo a farlo per Cosimo, perché tu hai la testa per aria.” Sangue Blu è furioso, perché si è trovato a dover sottostare a un patto per cui lui non ha mai dato la sua parola, ma sua sorella è categorica, quella era la volontà della madre, ed è questa cosa che ha salvato la vita a entrambi. “Quelli ti hanno ucciso il padre e non ti hanno neanche lasciato un corpo da sotterrare! Noi siamo figli di un fantasma, e i fantasmi non trovano pace.”, risponde lui, e lei è preoccupata: “Ma la guerra è la cosa peggiore Enzù, sai quando inizia, ma non puoi sapere quando finisce.” Profetica.

 

 

Episodio 6

 

Proprio come l’episodio 3, anche il 6 è un piccolo gioiellino da apprezzare nella sua interezza. E’ qui che vediamo per la prima volta i meccanismi della Camorra 2.0, qualcosa che va molto al di là delle piazze di spaccio, qualcosa che si insinua nel tessuto sociale a più livelli, fino ad allungare i propri tentacoli pressoché ovunque, dalla politica all’imprenditoria, approfittando del potere dei potenti, della ricchezza dei ricchi, e della povertà dei poveri. La storia dell’operaio Lucio Calori non lascia indifferenti. I soldi consegnati a Nicola per poter avere un posto di lavoro, le lunghe giornate in lavanderia, la busta paga più leggera perché “ci sono le trattenute, le tasse” anche se è tutto in nero.

 

Il momento più forte di questa puntata, se non quasi di tutta la stagione, è però la scena in cui Sangue Blu, per provare a Ciro di essere pronto e di essere affidabile, accetta di uccidere una persona che sta dando dei problemi a Gennaro. Questa persona è Lucio Calori. Che ha un figlio disabile. Enzo, che ha seguito la sua vittimi fino alla piscina dove si allena il ragazzo, è molto colpito, fa per andarsene, ma poi si ferma a osservare l’uomo. Per un momento siamo sicuri che non premerà il grilletto, anche perché lo vediamo allontanarsi dagli spogliatoi a grandi passi, ma poi, quando Calori e il figlio sono in strada alla fermata dell’autobus, è questione di un secondo: Sangue Blu gli spunta alle spalle e gli spara in testa. Amarissimo il finale, con la moglie e il figlio di Calori in obitorio, e con lo stesso infermiere che in una scena precedente ha intascato dei soldi da Nicola che telefona a qualcuno e avvisa che c’è da preparare una nuova messa (perché ovviamente i tentacoli di Genny sono arrivati anche lì, nel business dei trapassati). Oltre il danno, la beffa.

 

 

Episodio 7

 

Nel settimo episodio, Enzo e i suoi, guidati da Ciro e grazie ai clienti portati da Valerio, cominciano a fare le cose in grande, e O’Sciarmante non è per niente contento. La scena alla cava, il luogo in cui Sangue Blu e Don Eduardo si incontrano, fa presagire ciò che accadrà di lì a poco. La tensione si taglia col coltello. "Lo Stregone era come un fratello per tuo nonno, per questo mi ha chiesto di parlarti e di non ucciderti adesso, e che comunque adesso non è il momento. Ricordatelo", dice con arroganza Don Arenella. Enzo, però, non è da meno: "Quando verrà il momento, vediamo chi rimane in piedi." A quel punto il boss gli offre una zona tutta sua, e si tratta di qualcosa di grande , qualcosa che suo padre non ha mai avuto. Una zona del centro dove girano i soldi veri. In cambio, Sangue Blu dovrà comprare la roba da loro. Peccato che lui abbia già il suo canale per rifornirsi, e non abbia nessuna intenzione di tagliare i ponti. Sicuramente non ha intenzione di dirgli chi è che lo sta guidando. Nessun accordo dunque, e a quel punto Arenella passa alle minacce. "Hai i passi contati, stai attento", dice il boss, ma Sangue Blu non si lascia impressionare, e ribatte: "Li abbiamo tutti contati, Don Eduardo."

 

Molto interessante anche la sequenza in cui Enzo e i guaglioni prendono si impossessano della nuova base madre in un palazzo di fianco a quello di Sangue Blu: mandato via il proprietario, che comunque se ne va con le tasche belle piene di banconote, Ronni, O’Golia, O’BelleBbuono e gli altri in quattro e quattr’otto oscurano i vetri, ripuliscono l’appartamento e preparano i tavoli che ospiteranno la catena di montaggio umana del taglio della roba. Che organizzazione!

 

Infine, una nota romantica e tragica: l’incontro tra Genny e Azzurra nei bagni di un multisala romano. E poi dicono che il romanticismo è morto!

 

 

Episodio 8

 

Continua il fine lavorio di Ciro su Enzo, che viene convinto dall’Immortale a prendere il comando del gruppo per mostrare ai Confederati (che hanno piazzato una bomba carta davanti alla pizzeria di Carmela) che ora si fa sul serio. O’Golia non è contento della piega che stanno prendendo le cose, ma Sangue Blu è categorico: “In mezzo alla tempesta, sulla barca c’è un solo capitano. Se vogliamo vincere la guerra, dovrà cambiare ogni cosa. E se cambierà ogni cosa, la vinceremo. Vi do la mia parola”, è la secca risposta di Enzo.

 

In questo episodio c’è anche il primo omicidio di Valerio, che di sua spontanea iniziativa decide di eliminare due uomini di Don Arenella. Il battesimo del fuoco del ragazzo di Posillipo si chiude con la scelta di farsi tatuare sul braccio le tre croci che Enzo ha sul collo, in segno di fedeltà e di appartenenza.

 

Menzione d’onore alla scena in cui Patrizia si reca da Scianel all’agenzia di pompe funebri e la trova intenta a riprendere in modo colorito un dipendente di chiare origini orientali: “Ho fatto una stron***a a prendere a lavorare questi quattro scemi. Sì, lavorano bene, non si lamentano, ma è una questione di creanza: secondo te posso mettere via un cristiano dentro una bara foderata di raso rosso?! E’ una questione di rispetto!”

 

 

Episodio 9

 

Nel nono episodio ormai si fa sul serio. Quando Azzurra viene “beccata” dal padre mentre osserva una foto in cui Gennaro tiene in braccio il piccolo Pietro, capisce la gravità della situazione, e quando telefona al marito, il messaggio è inequivocabile: “Avevi ragione quando dicevi che mio padre era un problema che andava risolto. E’ una cosa che devi fare in fretta.”

 

La morte di Carmela, assolutamente improvvisa e inaspettata, colpisce allo stomaco, anche per il discorso fatto poco prima al figlio Cosimo, che vorrebbe seguire le orme dello zio, ora padrone di Forcella: “Ascoltami, la morte fa schifo. Tremi, ti manca l’aria, e te la fai addosso. E poi è uno spreco.” La dipartita del personaggio di Angela Ciaburri colpisce però anche per un altro motivo: per il fatto che è stato Gennaro a decretarla. A metterci di fronte a questa amara verità è Ciro. “Sei stato tu” è la sentenza che esce dalla sua bocca quando si incontra con Gennaro per discutere di quanto appena accaduto. “Chi è tuo fratello, io o Enzo? Devi dirmi da che parte stai”, ringhia il personaggio di Salvatore Esposito. “Io la mia scelta l’ho già fatta. Io indietro non torno. Enzo crede sia stato O’Sciarmante. E così deve continuare a pensare”, risponde secco l’Immortale. E qui capiamo quanto sia profondo, oltre ogni limite, il legame tra Genny e Ciro.

 

Altra scena degna di nota di questo episodio è l’incontro tra Scianel e Don Eduardo. Lui è appena uscito vivo dall’agguato fattogli da Enzo e Valerio, lei ha deciso di dargli qualche informazione preziosa (il fatto che dietro Enzo non ci sia solo l’Immortale, ma anche Savastano) perché non vede l’ora di eliminare dai giochi per sempre l’odiato Gennarino. “Lo potevate uccidere, e non l’avete fatto. Ora Gennarino si è alzato di nuovo, e vi vuole fregare. Per questo sono qua. Ho pensato che questa notizia poteva essere importante. Ho fatto bene?” chiede retoricamente Scianel con un mezzo sorriso sulle labbra. “Se è così, credo che questo può essere l’inizio di una bella amicizia. E come voi sapete, gli amici io li porto sempre nel cuore”, risponde O’Sciarmante. Proprio ciò che sperava di sentire Donna Annalisa. Che coppia!

 

 

Episodio 10

 

Nel decimo episodio vediamo l’evoluzione di Patrizia, ormai quasi completa. Quando la vediamo tenere testa ai Confederati – con i quali sta trattando per conto di Genny, visto che gli infami hanno in mano il piccolo Pietro – proviamo un misto di ammirazione e repulsione per ciò che è diventata.

 

Colpisce in questo episodio la scena in cui vediamo O’Stregone proteggere il figlio di Gennaro dall’uomo di Don Eduardo. Savastano ha pagato il suo debito, ma per Arenella ciò non è abbastanza, deve soffrire. O’Sciarmante manda il suo fedelissimo nel luogo dove è tenuto prigioniero il piccolo Pietro. Al suo arrivo, però, lo sgherro trova O’Stregone a guardia del bambino. “La creatura non si tocca. Gennaro ha fatto quello che doveva fare, e ora il bambino deve tornare a casa”, enuncia l’anziano boss. Il fedelissimo di Don Eduardo dice che il suo capo è convinto che se proprio ora non lanciano un segnale forte, in futuro se ne pentiranno. “O’Sciarmante si è fatto forte con O’Crezi e con O’Diplomato, e io l’ho lasciato fare. Ma finora lo Stregone la sua parola l’aveva sempre rispettata. E così deve tornare a essere. Ora e per sempre!”, sono le parole definitive dell’ex compagno del Santo. Un uomo d’altri tempi, ed è chiaro che per uno come lui ormai non c’è più spazio nel Sistema 2.0.

 

Anche la scena finale, quella in cui Scianel è preoccupata perché ha letto qualcosa di brutto nei tarocchi, è degna di nota. Nelle parole che la iena rivolge a Patrizia c’è tutta la sua solitudine, la sua disillusione. “Patrizia, ce l’hai un innamorato?”, chiede il personaggio di Cristina Donadio a quello di Cristiana Dell’Anna, che risponde con un “no” deciso. “E così dev’essere. Tu non sei fatta per essere la donna di nessuno. Devi stare sempre con me.” Tradita dagli uomini, distrutta per la morte del figlio, Donna Annalisa vede in Patrizia molto più di un’alleata. Vede una sorella, vede uno spirito affine. Ecco perché il tradimento dell’ultimo episodio le farà così male, ecco il perché di quello schiaffo, di un gesto così intimo.

 

 

Episodio 11

 

Il penultimo episodio di Gomorra 3 è quello in cui dovrebbe avvenire lo scambio: Azzurra e Pietro per le teste di Ciro e Enzo. Buona parte della puntata è infatti incentrata su questo: Patrizia e Azzurra che vengono portate alla spiaggia, Patrizia che controlla che sia tutto a posto, il suo non dire niente riguardo Tommaso Natale, e anche la parte al magazzino di ceramiche, quando Sangue Blu, ormai spietato come e più del suo mentore, trucida il fedelissimo di Arenella senza stare a pensarci due volte. La vera regina di questa lunga sequenza, e dell’episodio in generale, è però Patrizia, Illeggibile come una sfinge fino all’ultimo. “Cosa credevi Gennaro? Che ti avessi tradito?”, urla a Genny dopo averlo salvato dai proiettili di Natale. Lui non risponde. La osserva per qualche secondo, poi torna ad abbracciare la moglie e il figlio. Patrizia, ormai non solo una donna del Sistema, ma LA donna del Sistema, preme il grilletto e commette il suo primo omicidio, ma l’innocenza l’ha persa da molto tempo.

 

Decisamente “col botto” l’uscita di scena di Giuseppe Avitabile (CLICCA QUI PER IL VIDEO DEL MAKING OF DELLA SCENA).

 

 

Episodio 12

 

Il finale della terza stagione di Gomorra scombussola di nuovo le carte in tavola, e prepara il terreno per ciò che verrà (che, comunque, non verrà prima del 2019, dunque mettetevi il cuore in pace!

 

I momenti degni di nota sono ovviamente le due morti illustri, quella di Scianel, che deve lasciare spazio all’ambiziosa Patrizia, e quella di Ciro, che si sacrifica al posto di Genny. Anche la morte di O’Stregone, però, lascia il segno. Ucciso dai fratelli Capaccio, contrari alla sua decisione di affiliarsi a Savastano, da loro disprezzato come pochi altri, Don Ruggero, l’ultimo esponente della vecchia camorra, muore a casa sua, con la faccia spiaccicata sul tavolo rotondo attorno a cui si è seduto molte volte non solo durante questa stagione, ma, presumibilmente, durante tutta la sua carriera criminale. La sera della festa in barca voluta da Enzo per celebrare la pace, Don Ruggero, già a letto, riceve la visita dei fratelli Capaccio. “Ci dispiace di avervi disturbato a quest’ora, ma vi dobbiamo riferire una cosa importante”, gli dice O’Diplomato. O’Stregone vuole sapere di cosa di tratta, e a rispondere alla sua domanda è O’Crezi, che nel frattempo gli si avvicina. “E’ successa una cosa molto grave”, continua Elia, per poi passare la palla al fratello, che sussurra all’orecchio di Don Ruggero: “Hanno ucciso O’Stregone a casa sua.” Poi Ferdinando afferra il vecchio boss, e gli sbatte ripetutamente la faccia sul tavolo in legno, fino a ucciderlo. Una morte veramente angosciante!

 

Non che quella di Scianel sia stata migliore. Venduta dai Confederati come gesto di pace nei confronti di Gennaro, Donna Annalisa muore per mano dell’amata Patrizia. “Ora dovrei avere paura di te, piccirì? Resterai sempre una povera orfanella, bisognosa di qualcuno che comanda. Prima Don Pietro, poi Scianel, e ora Gennarino Savastano. Ma ricordati queste parole: per me sei stata più di una sorella, mentre per un uomo sarai sempre e solamente una povera femmina, buona per farsi una chia***a, e basta. Non lo dimenticare”, sono le ultime parole della iena di Secondigliano. Ma d’altronde si sa: morta una iena, se ne fa un'altra, e siamo sicuri che Patrizia sarà all’altezza.

 

La morte di Ciro in realtà è meno colpo di scena di quanto si possa pensare. La sua scelta di sacrificarsi per evitare che Enzo uccida Genny (e nella speranza che questi, FINALMENTE, capisca che gli affetti sono la cosa più importante al mondo, non l’ambizione, non il potere, e certamente non gli affari) è il punto di arrivo del suo cammino in questa terza stagione (CLICCA QUI PER L’ANALISI DELL’EVOLUZIONE DEL PERSONAGGIO DI CIRO IN GOMORRA 3). “Io e te non siamo fratelli, Enzù. Noi siamo due razze diverse. Io non ho mai tenuto a nessuno in vita mia, ma voi siete un’altra cosa. Siete figli di re, per questo dovete stare insieme”, dice Ciro a Sangue Blu sullo yacht, quando la situazione sta precipitando. Gennaro gli dice di smetterla, di tacere, ma lui continua: “Non hai capito proprio un ca**o. Sono stato io.” Enzo non gli crede, è convinto che stia dicendo quelle cose solo per proteggere l’amico, ma Di Marzio incalza: “Siete tali e quali, pensate che i sentimenti siano più importanti dell’interesse. Ma chi è cresciuto solo come me lo sa bene: davanti agli interessi, i sentimenti non contano proprio un ca**o. Com’è bella Napoli vista da qua, non è vero? L’ho sempre sognata, tutta per me. Solo io me la meritavo, per tutto quello che ho perso. E avrei fatto qualsiasi cosa per prendermela.” Poi, la stoccata finale: “Carmela l’ho uccisa io. Tu volevi fermarti, ma io avevo bisogno che tu continuassi a correre.” Bellissimo il discorso finale del personaggio di Marco D’Amore, che salutiamo con affetto e riconoscenza per aver interpretato così bene un personaggio di tale livello.

 

C’è però un’ultima scena degna di nota in questo finale di stagione: quella in cui Ciro finalmente si reca al cimitero, prima di andare alla festa di Enzo. E’ arrivato il momento di affrontare i propri demoni, di inginocchiarsi di fronte alle tombe di Deborah e Mariarita. E’ arrivato il momento di tornare da loro, e l’Immortale lo sa, l’ha capito.

 

 

 

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