Gomorra 3, episodio 8: il clan di Enzo va all'attacco

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Veronica Rafaniello

Sono figli di fantasmi, e sono pericolosi come non mai. Soprattutto, sono pronti alla guerra, e non hanno paura di niente e nessuno. Sono i ragazzi di Forcella, i compagni di Enzo, un gruppo di amici che sono più che amici, sono fratelli. Simili nell'aspetto - l'immancabile accoppiata barba più o meno lunga e testa più o meno rasata e una spiccata predilezione per i toni scuri nell'abbigliamento - e negli intenti, dopo la spettacolare rapina in banca e dopo aver tagliato decine di chili di roba,nell'ottavo episodio O'Golia, O'Belle'Bbuono, Ronni, MMA e gli altri imbracciano le armi e attaccano: continua a leggere e scopri di più

L’ottavo episodio di Gomorra 3 si concentra sul gruppo di Enzo, il gruppo di amici dove ‘decidono tutti’, dove nessuno è il capo, almeno formalmente. Lunghe barbe nere, giubbotti scuri, sempre in sella a morini e scooteroni truccati che corrono veloci, così come la loro ambizione.

 

‘A Golia, O’ Belle’ Bbuono, Ronni, MMA: tolto il look da duri, sono solo dei ragazzi cresciuti in fretta, desiderosi di riprendersi ciò che è stato tolto ai padri, morti durante la guerra di strada. L’amicizia li tiene uniti, se tocchi uno di loro la vendetta dell’intero clan ti piomberà addosso impietosa. Ed è proprio questo che accende gli animi all’inizio della puntata: è esplosa una bomba carta davanti alla pizzeria di Carmela, la sorella di Enzo, ma “chist’è stat’ solo n’avvertimento, ‘a bomba carta nun fa mal’”.

 

Sangue Blu, però, è furioso, i Confederati hanno lanciato un segnale forte e loro, i ragazzi di Forcella, non possono rimanere indifferenti. I membri del gruppo sostengono Enzo, si danno man forte a vicenda. Qui tutti comandano, ed è questo il problema, secondo Ciro.

 

L’Immortale intima ad Enzo di “mettere le cose a posto” nel gruppo perché “stu fatt’ che cumannano tutti quanti nun è buon”, chi vuole vincere la guerra deve prendere da solo le sue decisioni. Il discorso non fa una piega e l’ascendenza di Di Marzio sul nipote del Santo è tale da convincerlo della veridicità delle sue parole. Le cose devono cambiare: Enzo deve prendere il comando.

 

Il ragazzo si convince ed esordisce, davanti ai suoi, con un discorso degno di un leader. Questo non passa inosservato a O' Golia (Francesco Capriello): “Mo nun decidimm cchiù tutt quant’assieme. Mo si tu che cumann, o mi sbaglio?”

 

La risposta del personaggio di Arturo Muselli non lascia spazio a repliche, durante la tempesta, sulla nave c’è un solo capitano. Scopriamo così perché il clan aveva deciso per la più pura democrazia: volevano differenziarsi dalla vecchia generazione che, a causa della fedeltà cieca ai boss, è stata sterminata. Ma per vincere la guerra le cose devono cambiare.

 

Il piano inzia, così, a prendere forma e il gruppo si mostra unito, capace e sincronizzato come sempre. Sembra che a nessuno di loro costi fatica lasciarsi andare a violenza fisica e atti brutali. Una volta che interpreti la parte del cacciatore, uccidere la preda diventa naturale.

 

I ragazzi ‘figli ‘e fantasma’ sono ora più convinti che mai di vincere, di riprendersi ciò che spetta loro e di farlo “uno per tutti, tutti per uno”. In particolare, stupisce lo strettissimo rapporto che si crea tra Enzo e due personaggi satellite del clan: Ciro, L’Immortale, il modello da seguire e Valerio, il ragazzo ricco che pur sudando freddo non esita a sporcarsi le mani.

 

In questo episodio Valerio ‘O Vocabulà diviene ormai parte integrante della comitiva, pronto a rischiare per i compagni, desideroso di essere a tutti gli effetti uno di loro. Imbraccia ‘o fierr e uccide, c’è dentro fino al collo e le tre croci che decide di incidere in modo indelebile sulla pelle segnano la fine e l’inizio del ragazzo di Posillipo.

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