Unpeaceful, la musica oltre orizzonti e colonne sonore di Federica Fornabaio

Cinema

Federica Fornabaio

Federica Fornabaio
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I silenzi sono musica. Perché la musica è un orizzonte e bisogna saperlo sfidare. Unpeaceful è il nuovo album di Federica Fornabaio, pianista pugliese raffinata e geniale. Ama le colonne sonore oltre a comporle. Abbiamo visto il suo concerto al Blue Note di Milano e la abbiamo intervistata, per parlare di musica e scoprire quali sono le sue musiche da film preferite: in esclusiva per SkyCinema.it

(@BassoFabrizio)

La vita è una somma di situazioni. Bisogna allinearle come accade nella volta celeste per i pianeti. Con Unpaceful la pianista Federica Fornabaio ha creato una nuova costellazione, quella della poesia sulla tastiera. Ma lei non è solo mani che accarezzano il pianoforte: è direttore d'orchestra, compositrice, è autrice di colonne sonore che è un lavoro difficilissimo, perché il libero componimento è...libero ma quello che deve colorare di note le immagini rischia di diventare una prigione. Non per Federica, che abbiamo intervistato e che ci ha regalato l'elenco delle sue colonne sonore più amate. Tutte rigorosamente da ascoltare.

Così come il suo concerto, che abbiamo visto al Blue Note di Milano, ha il ritmo di una grande romanzo d'appendice. Con l'introspettività che come un fluido magico esce dalle sue mani e coinvolge tutto il pubblico. La musica di Federica Fornabaio non ha confini. Lei, donna di Puglia, è abituata ad avere di fronte solo l'orizzonte e si sente nella sua musica e nelle sue parole. Il concerto si apre proprio con Unpaceful e poi arriva Asience. La solitudine dell'uomo e La bevitrice di assenzio sono due momenti di alta musica, tra una composzione e l'altra Federica spende qualche parola. Il concerto termina con Vento. Ma c'è ancora il tempo per alcune esecuzioni a partire da Romanza che la porta sul palco da sola: c'è, in sala, un silenzio assoluto. Poi riappaiono i ragazzi della band per Forbidden Colors e Nino Rota Medley. La musica è finita ma nessuno se ne va. Aspettano tutti che lei scenda le scale per un saluto, una foto, un autografo. C'è una nota da aggiungere: quella nota di lieve melanconia che segna alcuni suoi brani, così sottile da essere impalpabile, la Fornabaio riesce a mantenerla, sulla stessa lunghezza di nota, anche dal vivo. E' un percorso molto concettuale e introspettivo: il suo non è un concerto ma un viaggio col sorriso nel profondo dell'anima.

Federica ci siamo lasciati nel 2009 con l'album che porta i suo nome.Dopo quell'esperienza ho voluto tornare alla composizione di colonne sonore, un lavoro oscuro ma che assorbe tempo, energie e creatività.
Il seme da cui è germogliato Unpeaceful?
Ho conosciuto Luciano Rebeggiani di Sony Classic: ha accolto il mio progetto a scatola chiusa. Lo ha definito un progetto audace ma non si è intimorito. E' un illuminato.
L'essenza del suo album?
La libertà E il tempo. Mi è stato dato un anno per completare il lavoro.
Cosa la ha rallentata?
Guardi io non cerco una strada da seguire bensì un orizzonte da esplorare.
Fare musica è guardarsi allo specchio?
Non è facile osservarsi riflessi, spesso arrivano stimoli che non sempre sono come vuoi.
Il disco rimanda una nuova Federica, almeno per chi la segue da tempo.
Sono contenta di queste sensazioni. Le confesso che ho tirato fuori una parte di me che non conoscevo. Per chi mi conosce può risultare spiazzante ma io mi sento di dover proseguire il mio percorso verso gli orizzonti.
Come nasce la sua musica?
Colgo idee negli anni, blocco le note vocali e quando è il momento giusto...tornano.
Ryuichi Sakamoto le ha donato il brano Asience.
Un colpo incredibile. Il mio manager gli ha mandato un mail con la richiesta di un brano per piano inedito, il suo ha risposto che in questo periodo il maestro fa solo musica elettronica. E che comunque me ne avrebbe mandati quattro da riarrangiare: potevo sceglierne uno. Ma soprattutto mi ha fatto sapere che mi stima.
Perché ha optato per Asience?
Era il più femminile. E ho subito avuto l'idea di come modificarlo.
Unpeaceful è un viaggio straniante nella sua musica.
Volevo tutti i brani diversi, non voglio linearità e detesto essere etichettata.
Come definisce il suo stile?
Musica contemporanea.
Dove ci conduce?
In un viaggio onirico che attraversa più stanze. Brani che si destrutturano fino ad arrivare al vento che è un momento onomatopeico, il rumore della natura.
Ora che succede?
Il 25 marzo concerto a Bari, il 6 aprile a Roma e il 15 a Milano. Un tour organico arriverà più avanti.
Poi?
Il dopo è un orizzonte per tutti...


LE COLONNE SONORE DI FEDERICA FORNABAIO
CINEMA

Vertigo - Bernard Hermann
Chi ha incastrato Roger Rabbit - Alan Silvestri
Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto - Ennio Morricone
The sheltering sky - Ryūichi Sakamoto
Frankenstein junior - John Morris
Il Padrino / Amarcord - Nino Rota
The Pink Panther - Henry Mancini
Il favoloso mondo di Amélie - Yann Tiersen
Secretary - Angelo Badalamenti (ricordando anche Twin Peaks)

TEATRO
(Poema drammatico) Peer Gynt - Edvard Grieg
(Poema sinfonico) L’apprendista stregone - Paul Dukas
(Balletto) Lo Schiaccianoci - Tchaikovsky
(Racconto musicale) Pierino e il lupo - Prokofiev

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