Don Carpenter, il ritratto vero di Hollywood è la (sua) Sceneggiatura

Cinema
La Sceneggiatura di Don Carpenter, particolare della cover
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Per conoscere le notti frentiche di Hollywood bisogna affidarsi alla penna magica di Don Carpenter: unico capace di innestare il senso del ritmo in un luogo che pare addormentato. Il suo La Sceneggiatura è pubblicato in Italia da Frassinelli

(@BassoFabrizio)

Di Hollywood vista da dentro sono piene le librerie. Ma di Hollywood vista da dentro raccontata da chi dentro ci ha vissuto sono un po' meno colme le librerie. Facendo un passo oltre, sono una rarità gli hard boiled hollywoodiani. Ecco perché La sceneggiatura (Frassinelli Editore, 18.50 euro) di Don Carpenter ha un significato e un valore speciali. Carpenter ha scritto per la Mecca del Cinema tra gli anni Sessanta e Ottanta e li ha scelto di ambientare alcuni dei suoi romanzi. Questo, il cui titolo originale è Turnaround (sono le sceneggiature che dopo essere state opzionate da una casa di produzione tornano sul mercato perché l'opzione non viene esercitata) ed è del 1981, è uno dei più intensi, corrosivi, amari. Fa parte di una trilogia completata da A couple of Comedians e The True Life Story of Jody McKeegan. Affetto da gravi problemi di salute, Carpenter saluta la vita terrena nel 1995. Suicida. Giunge il periodo dell'oblio, per lui ingiustamente lungo visto che sfiora il ventennio. Poi ci pensa un grande della letteratura contemporanea a riscoprirlo. Grazie a lui, a Jonathan Lethem, Frassinelli ha pubblicato il suo ultimo romanzo I venerdì da Enrico's.

Il libro ha un ritmo ipnotico, ogni volta che giri pagina la sensazione è di esserne assorbiti, di ritrovarsi in quelle notti che Carpenter descrive con un realismo quasi pittorico. Di lui un altro grande, Norman Mailer, ha detto: "Non ho mai capito cosa si intendesse quando di qualcuno si diceva che scrive come un angelo. Adesso lo ho capito. Don Carpenter ci regala una prosa superba, scorrevole, rapida, luminosa, tenera, ironica, triste, ricca di consapevole sofferenza e cosmico ottimismo". Don Carpenter è nato a Berkeley, California, nel 1931. Durante la guerra di Corea si arruolò in aviazione.
Al ritorno in patria si stabilì a San Francisco.

La sceneggiatura è un ritratto della Los Angeles decadente e illusoria degli anni Settanta. Tre sono le figure intorno alle quali ruota la penna di Carpenter. Jerry Rexford è uno scrittore frustrato e aspirante sceneggiatore in forti difficoltà economiche; Richard Heidelberg è il rampante e giovane regista osannato dallo star system; Alexander Hellstrom è il potentissimo dirigente di una grande casa di produzione. E' un attimo perché i loro percorsi si intersechino: cocaina, alcol e sesso trasformano le notti in una sequenza infinita di momenti. Si perde il senso della realtà, il baratro inizia anche a un primo piano, non bisogna salire ai piani alti: i tre verranno travolti dai singoli egoismi e coinvolti in una assurda, estenuante e tragica vicenda cinematografica che vedrà le loro vite intrecciarsi ancora di più e cambiare per sempre. Tutto questo avviene in una Hollywood immobile. Perché qui la scrittura di Carpenter passa dal romanzo alla magia. I suoi personaggi hanno una vita frenetica, che li consuma mentre Hollywood pare in letargo. Carpenter ha dato vita ai viali infiniti e ai tramonti struggenti di Hollywood, con le sue atmosfere molli e tentatrici, le star, gli Studios, i locali, e i sogni, la maggior parte dei quali sono infranti.

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