Le 5 cose che non possono mancare in un film di guerra

Cinema
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Da lunedì 14 a domenica 20 agosto su Sky Cinema Max Collection è tempo di War Week, con alcune delle più celebri pellicole di guerra come Platoon e Salvate il soldato Ryan, oltre alla prima tv di I Am Soldier. Ecco gli ingredienti essenziali in un war movie.

Le emozioni non si fermano su Sky Cinema Max Collection, il canale 313 di Sky che dedica ogni settimana di programmazione a un genere diverso: da lunedì 14 a domenica 20 agosto è tempo di guerra con la War Week.

Durante la War Week, Max Collection manderà in onda alcune delle più celebri pellicole di guerra di sempre, da Platoon a Salvate il soldato Ryan, passando per Caccia a Ottobre Rosso e John Rambo. E sabato 19 agosto alle 21 ci sarà spazio anche per la prima tv di I Am Soldier.

In attesa che il conflitto inizi (per fortuna solo sullo schermo del televisore di casa vostra), ecco le cinque cose che proprio non possono mancare in un film di guerra.

IL VETERANO - Lui di guerre ne ha viste tante e sa di che cosa è capace un uomo quando la posta in gioco è la vita, non solo la sua, ma anche quella dei suoi compagni. E quindi è il più adatto a smorzare l’entusiasmo di quelli che in inglese vengono chiamati “trigger-happy”, ovvero le persone dal grilletto facile, nei film di guerra di solito dei novellini che non vedono l’ora di gettarsi dalla mischia, ignorando di essere solo carne da cannone. Ma il veterano è anche colui che, immerso da troppo tempo nella follia della guerra, non è più capace di tornare indietro, a casa, perché ormai la sua unica vera casa è la guerra stessa.

L’EROE - Il soldato che incarna lo spirito del sacrificio, colui che pur di salvare i suoi commilitoni, di difendere la propria nazione o anche solamente di portare a termine gli ordini dei suoi superiori è disposto a dare tutto, anche la sua stessa vita. Chiamatelo stupido o avventato, se volete, ma è solo grazie al suo spirito di abnegazione se gli altri riescono a cavarsela.

IL PIVELLINO - Si parlava prima di “carne da cannone”, ovvero di soldati (di solito di fanteria) destinati a essere buttati sul campo per “sfamare” l’artiglieria nemica, desiderosa di sacrifici umani. Ecco, il pivellino è il soldato semplice che, completamente inadatto a combattere, si ritrova scaraventato dagli eventi - e più spesso dal servizio di leva - nel bel mezzo di qualcosa di molto più grande di sé. Nella stragrande maggioranza dei casi non potrà che fare una brutta, bruttissima fine.

L’UFFICIALE CON LA TESTA SULLE SPALLE - Nonostante il suo alto grado, si preoccupa della sorte dei suoi sottoposti. E, al contrario dell’Ufficiale assetato di potere, non li manderà mai allo sbaraglio con il semplice scopo di ottenere una promozione. Ce ne fossero di più, probabilmente ci sarebbero anche meno guerre, o comunque ci sarebbero molti meno morti sul campo.

IL POLITICO CHE GUARDA DA LONTANO - Se soldati e in qualche caso anche ufficiali si sporcano le mani in prima persona, di solito è perché da lontano (moooolto lontano) qualcuno glielo comanda. E purtroppo, quasi sempre le ragioni delle guerre non stanno nella sopravvivenza di un popolo, ma nelle oscure manovre di politicanti intenzionati solamente a perseguire i propri interessi.

 

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