Seguendo gli "indizi di felicità" insieme a Walter Veltroni

Cinema
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Appuntamento, in prima tv esclusiva, mercoledì 5 luglio alle 21.15 su Sky Cinema Uno HD e alle 22.45 su Sky Uno e Sky Arte. La pellicola è stata prodotta da Sky Cinema in collaborazione con Palomar. Disponibile anche su Sky Go e Sky On Demand

 

Che rumore ha la felicità se lo chiedevano i Negrita già nel 2008. Quasi dieci anni dopo ad approfondire il tema arriva l'ultimo film dii Walter Veltroni che si intitola Indizi di Felicità. La pellicola, prodotta da Sky Cinema in collaborazione con Palomar, pone al centro una semplice domanda: ovvero è legittimo, è pensabile cercare di essere felici in una stagione umana e sociale così complessa, discussa, controversa e colma di paure come quella che stiamo vivendo? Indizi di felicità cerca di fornire delle risposte durature a questi quesiti a partire dalla edificazione delle ipotesi di felicità che possono germogliare dalle persone comuni, dal loro vissuto personale, familiare, professionale. Le storie messe in fila e raccontate da Walter Veltroni costituiscono un incontro importante e si basano sulle piccole gioie della quotidianità, che possono essere l’arrivo di una notizia a lungo attesa o un momento di crisi profonda che volge al termine. Perché quando meno ce lo si aspettiamo la felicità appare e nelle sue forme concrete. Non dimentichiamo mai che la felicità non è un miraggio ma una concreta esperienza che rientra nella sfera del possibile e della bella vita.


Tra i protagonisti del film anche Sami Modiano (Il viaggio più lungo: gli ebrei di Rodi), uno dei 25 bambini sopravvissuti nel 1945 al campo di sterminio di Auschwitz. “La luna piena”, brano tratto dall'album “Il codice della bellezza” di Samuel e firmato dallo stesso Samuel con Lorenzo Jovanotti Cherubini, è stato scelto da Walter Veltroni per accompagnare il film. 

Così Walter Veltroni racconta il suo Indizi di Felicità:
È possibile essere felici? Esistono esperienze di felicità? “Da giovani come da vecchi è giusto che noi ci dedichiamo a conoscere la felicità. Per sentirci sempre giovani quando saremo avanti con gli anni in virtù del grato ricordo della felicità avuta in passato, e da giovani, irrobustiti in essa, per prepararci a non temere l’avvenire. Cerchiamo di conoscere allora le cose che fanno la felicità, perché quando essa c’è tutto abbiamo, altrimenti tutto facciamo per averla”. Sono le parole della lettera di Epicuro a Meneceo. Quali sono le “cose che fanno la felicità”? Non esiste una felicità che comprenda una vita intera. La felicità esiste anche perché esiste il dolore. La felicità non è mai uno stato permanente. È una condizione che non ha tempo. Può essere una giornata, un mese, un istante. Può essere un’esperienza vissuta o un pensiero. Può essere una rinuncia o persino l’eclissi del suo opposto, il dolore. La felicità è relativa, relativa alla condizione sociale, anagrafica, psicologica, umana di ciascuno. La felicità è una farfalla, non uno scoglio. Vola, non sta. Vorrei trovare la felicità vissuta e quella raccontata, quella immaginata e quella perduta.

Cercheremo le persone che possano raccontarci esperienze di felicità, quei momenti unici nei quali si è sentita la pienezza delle possibilità della vita. Luoghi, risultati, amori, scoperte, conoscenze, sorprese, passioni, appagamenti estetici. Umberto Eco ha scritto: “La questione è che la felicità, come pienezza assoluta, vorrei dire ebbrezza, il toccare il cielo con un dito, è situazione molto transitoria, episodica e di breve durata: è la gioia per la nascita di un figlio, per l’amato o l’amata che ci rivela di corrispondere al nostro sentimento, magari l’esaltazione per una vincita al lotto, il raggiungimento di un traguardo (l’Oscar, la coppa, il campionato), persino un momento nel corso di una gita in campagna…”. Ma nel racconto ricorderemo che “la felicità è reale solo se viene condivisa” come scrisse Chistopher McCandless, il protagonista di “Into the Wild”. La felicità propria può persino vivere in quella degli altri. Le persone che sono state felici ci racconteranno quella loro esperienza nei luoghi in cui l’hanno vissuta. Luoghi la cui visione sarà importante per la struttura narrativa del film. Come lo saranno anche dei siti abbandonati: monumenti di una felicità vissuta e perduta o semplicemente, possibile. Gli intervistati racconteranno anche i momenti in cui la felicità è stata conosciuta dentro o nonostante la Storia: la Liberazione, l’11 settembre. Altri parleranno di amori, di padri, di sogni, di momenti. Luoghi, persone, momenti: gli indizi di felicità. Un sentimento possibile, anche in tempi di passioni tristi.

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