Brian May, 70 anni nel segno dei Queen

Spettacolo
Brian May all'iHeartRadio music festival nel 2013 (Getty Images)
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Considerato uno dei più grandi chitarristi di sempre, ha conseguito anche un dottorato in astrofisica. Oggi continua a tenere in vita il mito della band che lo ha reso celebre con una nuova formazione  

Settant’anni vissuti tra musica e complicati calcoli astronomici: oggi, 19 luglio, spegne le candeline Brian May, indimenticabile chitarrista dei Queen. Dottore in astrofisica oltre che musicista, cinquant’anni fa May rinunciò ad una brillante carriera accademica dopo la laurea con lode in Fisica e astronomia all'Imperial college di Londra per dedicarsi al rock e fondare una delle band più celebri della storia della musica.

Gli esordi e l’inizio della leggenda

Proprio tra i banchi dell’università Brian May cominciò a suonare con le sue prime band, e incontrò Roger Taylor, che a sua volta  lasciò nel cassetto la laurea in biologia per sedersi dietro la batteria dei Queen. A loro si unì ben presto Freddie Mercury, che allora usava ancora il suo vero nome Farrokh Bulsara, e nel 1971 la formazione si completò con l’arrivo del bassista John Deacon. Con i Queen il chitarrista ottenne un clamoroso successo nel corso degli anni ’70 e ’80, conquistando fan in tutti gli angoli del mondo: Brian May non è stato solo un performer leggendario, capace di coinvolgere il pubblico con i suoi portentosi riff di chitarra, ma ha svolto un ruolo chiave per la band anche fuori dal palco.  È stato infatti coautore, arrangiatore e compositore di hit come  "We will rock you", "Who wants to live forever", "I want it all" e "The show must go on", fornendo il proprio contributo anche come cantante.

La “Red special”

Inserito tra i più grandi chitarristi della storia della musica nelle classifiche di numerose riviste specializzate, Brian May ha consegnato alla storia i Queen con le sue note e i suoi assoli. Un sound inconfondibile costruito quando, ancora adolescente e non abbastanza ricco per potersi permettere gli strumenti migliori del mercato, si costruì insieme al padre ingegnere la ormai leggendaria "Red special", la chitarra che usa ancora oggi. Gli unici componenti acquistati già assemblati, ma comunque poi modificati, furono i pick up. E, come tocco finale al progetto, la scelta di utilizzare, al posto del plettro, la parte zigrinata di una monetina da sei pence. Con questa chitarra, ha registrato album e canzoni indimenticabili, e fatto sfoggio del proprio talento in alcuni degli show più famosi della storia del rock: da Wembley al concerto di Budapest, dal Live aid fino allo spettacolare omaggio a Freddie Mercury sempre a Wembley, nel 1992.

Il mito continua

Dopo la morte di Freddie Mercury per Aids e il successivo ritiro del bassista John Deacon, May ha cercato di tenere uniti i Queen. Prima, assieme a Roger Taylor, con la formazione con Paul Rodgers, l'ex cantante dei Free che era il mito giovanile di Freddie Mercury e poi, senza più il suo vecchio amico Taylor, con Adam Lambert. C’è la sua firma anche dietro il successo del musical “We will rock you”, del quale è stato produttore sempre assieme a Roger Taylor. Nel 2007, a 60 anni, si è tolto la soddisfazione di prendere il dottorato in astrofisica cui aveva rinunciato per diventare un mito: ha collaborato con la missione della sonda New Horizons, per esplorare Plutone; gli è stato intitolato un asteroide (si chiama 52265 Brianmay) e dal 2005 è commendatore dell'Ordine dell'Impero Britannico.

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