"Scappa - Get Out", al cinema l'horror che racconta il razzismo

Spettacolo

David Saltuari

Costato poco più di 4 milioni di dollari il film d'esordio di Jordan Peele ne ha incassati oltre 170 milioni diventando la sorpresa dei botteghini americani. Ma è soprattutto la critica che ha apprezzato questa versione thriller di "Indovina chi viene a cena" 

Arriva il 18 maggio nelle sale italiane Scappa - Get Out, il film campione di incassi della stagione cinematografica americana che è riuscito a unire i contenuti della denuncia sociale sul razzismo negli Stati Uniti di oggi con tempi e ritmo di un film horror. Costato solo 4,5 milioni di dollari il film, uscito pochi giorni dopo l'insediamento di Donald Trump, è balzato al primo posto del botteghino e ad oggi ha incassato oltre 170 milioni di dollari. Ma non ha conquistato solo il pubblico; soprattutto la critica lo ha approvato a pieno voti, sottolineando la sua capacità di essere allo stesso tempo un thriller dai tempi perfetti e una denuncia sociale che tocca corde profonde. 

Versione horror di "Indovina chi viene a cena"

Alla base del film ci sono le stesse premesse di Indovina chi viene a cena, la commedia sofisticata che esattamente cinquanta anni fa presentava al pubblico americano la realtà delle coppie miste. Un ragazzo nero, Chris, una ragazza bianca, Rose, i genitori di lei da incontrare. Il giovane afroamericano viene accolto a braccia aperte dalla famiglia della sua ragazza. Anche troppo. Apprezzamenti su Obama e su Tiger Woods sembrano nascondere l'imbarazzo dei genitori di Rose, liberal e democratici. animati da una sorta di razzismo all'incontrario che gli spinge in tutti modi a cercare di dimostrare che non lo sono. In realtà dietro a questo ipocrita perbenismo progressista si nascondono progetti ben più inquietanti e pericolosi che, tra le pieghe della trama, nascondono anche le tensioni e i pregiudizi che dividono i bianchi e i neri negli Stati Uniti. 

"Get Out" prende di mira il razzismo dei progressisti

Su Rotten Tomatoes, l'aggregatore che raccoglie tutte le recensioni uscite sui media americani, il film ha ottenuto un tasso di approvazione del 99%. Tra gli altri il Guardian ha apprezzato il modo in cui il film riesca ad affrontare, in modo assolutamente originale, temi che vanno dalle relazioni interraziali all'eugenetica, dal commercio degli schiavi fino alla brutalità della polizia . E lo fa senza ambientarlo nel profondo su degli Stati Uniti, ma tra quell'America bianca, benestante e liberale che "avrebbe votato Obama per la terza volta se avesse potuto". Il Washington Post lo inserisce in una tradizione che va da Hitchcock fino a John Carpenter per la sua capacità di sfruttare in fondo le regole del genere horror e allo stesso riuscendo a toccare "profonde realtà sociali e psicologiche". Il New York Times dal canto suo osserva come il film riesca a mostrare il fatto che le relazioni tra bianchi e neri negli Stati Uniti di oggi subiscano ancora l'influenza di miti e pregiudizi che avevano giustificato lo schiavismo. Il film, a detta di tutti, riesce quindi a mettere sullo schermo un sentimento profondo  e non detto di paura e inquietudine della popolazione nera degli Stati Uniti. "Divento un po' nervoso in mezzo a così tanti bianchi" confessa a un certo punto il protagonista. 

Film nella tradizione horror di George Romero e John Carpenter

Jordan Peele con Get Out ha esordito alla regia, ma negli Stati Uniti era già un apprezzato comico televisivo. la scelta di puntare all'horror l'ha giustificata spiegando che ridere e avere paura nascono dagli stessi meccanismi. L'idea del film gli è venuta molto prima dell'elezione di Donald Trump. Al Washington Post ha spiegato che aveva l'impressione che molti pensassero che avendo eletto con Obama un presidente nero "il razzismo negli Stati Uniti fosse finito" e che il film sia nato proprio dalla frustrazione di come in realtà esista ancora, ma in un qualche modo il tema sia stato messo da parte. E tra i meriti che ora gli vengono riconosciuti, anche quello di aver ridato al genere horror tutta la sua profondità politica e sociale prendendo così il testimone di registi come George Romero e John Carpenter. 

Il trailer di Get Out
 

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