"Innovativi" o "strani"? Prime recensioni sui Google Glasses

Spettacolo
I Google Glass - GettyImages
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Batterie che non durano abbastanza, mal di testa, schermo che non si vede bene, comandi vocali imprecisi. Ma anche un design magnifico e un grande potenziale. Alle prime prove gli occhiali tecnologici del motore di ricerca ricevono giudizi misti

di Raffaele Mastrolonardo

A qualcuno hanno procurato il mal di testa. Altri si sono lamentati delle batterie che durano poco. C'è chi si è dichiarato entusiasta per la velocità con cui si scattano le foto e chi ha fatto notare che i comandi vocali non funzionano benissimo. E poi la questione prezzo: decisamente troppi i 1500 dollari necessari per provarli. Il primo giro di test dei Google Glass, gli occhiali tecnologici del motore di ricerca che vogliono tenere Internet a portata di occhio, è stato accolto in modo ambivalente. Molta risonanza, certo, qualche adesione incondizionata, vari apprezzamenti su singoli aspetti, ma anche tanti dubbi e persino un po' di ironia.

Introduzione a Google Glass



Troppo presto? - La recensione più approfondita ed equilibrata l'ha probabilmente realizzata il magazine Engadget, bibbia online per i dispositivi tecnologici. La bellezza di 5.700 parole e 32 mila caratteri per esplorare ogni aspetto degli occhiali fantascientifici. Dalla qualità della fotocamera (voto: discreta), al design (non male), all'interazione con l'utente (promettente), alla gestione delle applicazioni di posta e social networking (buona) fino a i rischi per la privacy (concreti). Alla fine di questo tour de force il verdetto è in qualche modo sospeso. Si tratta ancora, scrive il recensore, di "un prototipo pensato per gli sviluppatori e pochi altri fortunati". Insomma, troppo presto per trarre conclusioni definitive. Il progetto però è indubbiamente "affascinante" e dal potenziale "fenomenale" anche se al momento, almeno per l'utente comune, non vale i 1.500 dollari a cui viene venduto in edizione limitata (Explorer Edition) a sviluppatori e osservatori del mondo della tecnologia. Dunque, diamo tempo al tempo.

Troppo strani? Sì – Per alcuni osservatori uno dei possibili limiti del prodotto è proprio la sua originalità: è troppo strano, dicono, e fa apparire troppo stravagante chi lo indossa. Secondo Marcus Wholsen di Wired il rischio per il dispositivo è addirittura quello di fare la fine del Segway, una sorta di monopattino elettrico che nei primi anni 2000 era atteso come una rivoluzione tecnologica che non si è mai materializzata. “Google Glass – scrive il giornalista – è quello che accade quando la Silicon Valley passa troppo tempo a parlare a se stessa... La retorica su Google Glass è quello che succede quando persone importanti del mondo tecnologico passano troppo tempo a congratularsi l'un con l'altro”.

Indossare i Google Glass



Troppo strani? No – Il dubbio che i Google Glass non siano proprio per tutti è venuto pure al magazine online The Verge. “Chi potrebbe voler indossare questa cosa in pubblico?”, si è chiesto il recensore non appena li ha visti. Alla fine della prova, però, il giudizio è cambiato. Dopo avere notato quando sono “belli”, “eleganti” e “sofisticati” e quanto l'interazione tra lo schermo nelle lenti, l'essere umano e il mondo circostante sia fluida (anche se magari non sarebbe proprio educato indossarli ad una cena) l'impressione è diventata positiva: “Più ho usato i Google Glass più mi sembrava avessero un senso e più li desideravo. Se mi avessero detto che potevo firmare per avere queste funzionalità nei miei occhiali l'avrei fatto subito pagando volentieri”. Tra i “convertiti” dopo la prova (la seconda) c'è anche Kevin Smith di BusinessInsider.  E' vero, dice, c'è bisogno di un po' di tempo per abituarsi ma non si “sente differenza rispetto agli occhiali normali”. L'interazione che avviene attraverso il tocco delle dita funziona bene, mentre quella via voce “potrebbe essere meglio”. Scattare le foto è immediato mentre le batterie “la cui durata è stimata per 5 ore di uso intenso non durano più di tre ore”.

Troppo “bianchi”? - Meno analitici e anche meno diplomatici verso i Google Glass e la loro esaltazione sono invece gli anonimi autori del blog White Men Wearing Google Glass, che raccoglie con intento ironico le foto dei primi utenti che – dopo avere sborsato la cifra - stanno provando gli occhiali e lo fanno sapere a tutto il web. Questi pionieri, come fa notare il blog, sono soprattutto maschi e bianchi. Il che, come è stato osservato, potrebbe valere per la maggior parte dei gadget nei primi stadi della diffusione e non solo per l'ultima scommessa di Google. Vero. Ma la sequela di uomini sorridenti e nelle situazioni più varie (qualcuno anche sotto la doccia) non fa esattamente venire voglia di appartenere a questo club.

Video girato dai Google Glass



Il problema della privcay - Infine, c'è la questione privacy messa in luce nel modo più chiaro da un commento del quotidiano inglese The Guardian che, vista la facilità e la discrezione con cui si possono girare video tramite gli occhiali, paventa il rischio di una sorveglianza distribuita di massa. “Se i Google Glass prenderanno piede – scrive John Naughton – migliaia di persone potrebbero trasformarsi in operatori di telecamere a circuito chiuso mobili”. Concorda Tim Stevens di Engadget, secondo il quale il nodo va affrontato subito altrimenti la vicenda dei super-occhiali potrebbe presto diventare “una storia di paura, incertezza e dubbio nel pubblico”.

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