Dalle baraccopoli a Brecht: in scena le “regine africane”

Spettacolo
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Venti ragazze nate e cresciute a Nairobi, che hanno partecipato al progetto Malkia dell’associazione Amref, sono le protagoniste dello spettacolo liberamente tratto dal “Cerchio di gesso del Caucaso”. GUARDA I VIDEO E LE FOTO

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Vivevano nelle baraccopoli. Oggi sono diventate regine. Sono le “venti regine” africane che andranno in scena al Teatro Leonardo da Vinci di Milano dal 13 al 16 gennaio ( scopri tutte le date ) con un libero adattamento del “Cerchio di Gesso del Caucaso” di Bertolt Brecht. Venti ragazze nate e cresciute nelle baraccopoli di Nairobi che negli ultimi cinque anni hanno partecipato al Progetto “Malkia” , il percorso artistico e formativo promosso da AMREF (African Medical and Research Foundation) nella capitale del Kenya che attraverso la recitazione ha offerto loro un’occasione di espressione e di riscatto sotto la guida della regista e drammaturga Letizia Quintavalla.

La parola “Malkia”, che in swahili significa “regina”, è stata scelta come motore per racconti e improvvisazioni: il teatro è così diventato un’occasione anche per le ragazze, per cambiare l’immagine di sé, per prendere la parola e acquisire consapevolezza dei propri diritti. Per essere rispettate davvero come “regine”.

Le loro storie parlano di sfruttamento, di giornate rinchiuse in casa. Di una povertà estrema che conduce spesso e facilmente alla prostituzione, della mancanza di istruzione e di autonomia decisionale delle donne. “Che consigli daresti alle ragazze che vivono in strada?”. “Direi loro di stare attenti ai ragazzi e agli uomini adulti che hanno solo voglia di metterle incinta” afferma una delle venti regine. “Come ti sta aiutando questa esperienza teatrale?” “Mi aiuta ad evitare di restare incinta e a lavorare in gruppo”.



Oggi le ragazze del progetto Malkia sono diventate “le ambasciatrici dei diritti delle giovani donne africane e lanciano un appello a favore della maternità consapevole proprio grazie al teatro, che si fa strumento di conoscenza, di cambiamento e di conquista di nuove identità” si legge sul sito di Amref. Come opera da rappresentare è stato scelto il “Cerchio di Gesso” perché affronta il tema tipicamente brechtiano della possibilità di praticare la bontà in un contesto come quello da cui provengono, caratterizzato da profondi squilibri e ingiustizie, e propone una concezione della maternità non necessariamente riconducibile a una matrice biologica. Le “Regine” di Amref sono le protagoniste anche di un libro, edito da Reggio Children, e di un dvd in cui raccontano il loro percorso artistico e formativo.

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