Paolo Conte: "Ogni canzone vive per suo conto"

Spettacolo
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Esce martedì 12 ottobre "Nelson", il nuovo album del cantautore astigiano che a SkyTg24 dice: "Non faccio mai un disco a tema. Ogni brano è completamente indipendente sia dal punto di vista dell'espressività sia da quello dei significati". L'INTERVISTA

Se potesse multerebbe tutti coloro che si macchiano di "slealtà, cattiveria, volgarità e cattivo gusto", ma da avvocato sa che "ci sono battaglie perse in partenza".
"Criticare non basta" e allora Paolo Conte pensa che sia meglio "non parlare della realtà, per non sollecitare brutte abitudini".
Alla barbarie del quotidiano, il cantautore di Asti si oppone ancora una volta con i quindici brani inediti di "Nelson", il suo nuovo disco, che porta il nome di un cane molto amato. Piccole elegie intessute di sogni e di bellezza e reverie poetiche, che spaziano da Fellini a Woodehouse, ma non disdegnano nemmeno il divertissement e il burlesque. Storie di una biografia sentimentale interpretata in diverse lingue: inglese, francese, spagnolo e perfino napoletano, sempre "chiedendo le circostanze attenuanti - scherza l'avvocato - al mio pubblico".

All'uscita dell'album "Psiche", due anni fa, Conte aveva confessato una certa stanchezza nel comporre canzoni, ma ora è felice di contraddirsi: "La passione è tantissima, la creatività artistica sempre alta, voglio continuare a dirmi 'fai pure il pensionato, ma componi qualcosa"'.
La musica per lui è diventata negli anni "un meccanismo automatico: la voglia di scrivere innesca un meccanismo a catena che porta a registrare del materiale che poi vuoi far sentire agli appassionati".
Fan fedeli di tutte le età per un pubblico "che si assomiglia anche all'estero: è abbastanza colto ma non troppo, non è schiavo della moda del momento ed è libero nei suoi pensieri". Un pubblico cui Conte tornerà presto grazie al nuovo tour in partenza il 28 ottobre da Baden Baden, che approderà a Milano, al teatro degli Arcimboldi, dal 9 al 13 novembre. Dal vivo, come sempre, Conte darà spazio ai suoi grandi classici e centellinerà i nuovi brani. Alcuni di essi, poi, sono ancora a caccia di interprete: "Enfant prodige", per esempio, è pensato per un'interprete francese, "poi l'ho incisa io e non mi è dispiaciuta, ma spero molto - confida - nell'istinto delle francesi. Quali? Faccio sempre un nome, Edith Piaf...".

Sulla stessa musica, Conte ha scritto e cantato un altro testo, questa volta in italiano, 'La massaggiatrice', che ironizza sulle musiche di plastica da centro estetico. Ogni canzone è diversa dall'altra "perché sono tutte ipotetiche facciate A di un 45 giri". Nessuna, in ogni caso, scende nell'autobiografico "perché mi piace di più fare quello che racconta da fuori" e tantomeno nessuna si sporca a contatto con il reale "perché il rischio è che se ne parli troppo, innescando fenomeni incontrollabili come i suicidi a catena". Tutto per volare alto, trasportando il fedele pubblico oltre la bassezza del presente: "se fosse così - conclude l'artista con modestia tutta sabauda - sarebbe davvero una bella soddisfazione".

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