Marte ha una coda magnetica "attorcigliata"

Scienze
Un'immagine di Marte, il "Pianeta Rosso" (Getty Images)
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A rivelarlo la Nasa, secondo cui il Pianeta rosso ha una 'magnetotail'  unica nel Sistema solare

Marte non ha un campo magnetico intrinseco come la Terra, o almeno non l'ha più da miliardi di anni. Eppure, alcune parti della sua superficie ne conservano qualche traccia. L'ultima scoperta effettuata dalla Nasa, grazie ai dati della navetta spaziale Maven, è che il Pianeta rosso lascia dietro di sé una “coda” magnetica attorcigliata dal vento solare, questa scia permetterebbe la dispersione di parte della già sottile atmosfera marziana.

La scoperta

La missione Maven ha il preciso scopo di comprendere più a fondo come Marte, un pianeta che miliardi di anni fa era capace di ospitare la vita, sia poi degenerato in un mondo assolutamente freddo e ostile. La perdita del campo magnetico marziano potrebbe essere parte di questa storia: la Terra ha un campo magnetico ben definito, Venere (un pianeta assolutamente inospitale), non ne ha alcuno, Marte, invece, si trova a metà strada. Secondo Gina DiBraccio della Nasa la “coda magnetica” di questo pianeta è “unica nel Sistema solare”. Essa si forma quando i campi magnetici che vengono trasportati dal vento solare interagiscono con quelli presenti in alcune parti sulla superficie di Marte, in un fenomeno noto come riconnessione magnetica.

Perché il campo magnetico “conta”

Il campo magnetico è fondamentale per la vita perché permette al pianeta che ne sia provvisto di tenere “attaccata” la propria atmosfera, ovvero lo strato di gas che sovrasta la crosta. Nel marzo scorso la stessa Nasa aveva ipotizzato che se si riuscisse in qualche modo a ristabilire il campo magnetico di Marte esso potrebbe ritornare abitabile e mantenere la propria atmosfera.

La coda “attorcigliata”

Anche se i campi magnetici sono invisibili, la strumentazione di Maven è in grado di osservarne le caratteristiche; in questo caso è come se Marte lasciasse dietro di sé una una forza magnetica le cui direttrici sono deviate dall'interazione con altre forze, quelle provenienti dal vento solare. “Il nostro modello prevedeva che la riconnessione magnetica avrebbe causato una torsione di 45 gradi della conda magnetica, sulla base della direzione del campo magnetico portato dal vento solare", ha detto DiBraccio, "quando abbiamo confrontato queste previsioni con i dati di Mavern sulle direzioni dei campi magnetici marziani e solari, erano in ottimo accordo".

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