Diabete, una dieta che prevede una colazione ricca aiuta a dimagrire

Salute e Benessere
Il cibo mangiato a colazione porta a una minore risposta glicemica rispetto a quello ingerito la sera (GettyImages)
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Il principio vale anche per persone affette da obesità, e si fonda sul principio che è più importante l'ora del giorno in cui si mangia piuttosto che la quantità di calorie che si assumono. Inoltre, questa abitudine alimentare consente un maggiore controllo del glucosio

Nelle persone affette da obesità e diabete di tipo 2, una dieta che prevede una colazione energica, un pranzo medio e una cena leggera, consente di perdere peso efficacemente e di ricorrere meno all’insulina. È quanto emerge da uno studio, presentato a Chicago, negli Stati Uniti, durante il convegno annuale della Società americana di Endocrinologia, secondo il quale una dieta di questo tipo sarebbe più efficace di quelle tradizionali che prevedono piccoli pasti distribuiti uniformemente durante la giornata. La ricerca, ha spiegato Daniela Jakubowicz, docente di medicina all’Università israeliana di Tel Aviv e autrice principale dello studio, ha dimostrato che abituando i pazienti a questo tipo di alimentazione si raggiunge un "maggior controllo del glucosio e una considerevole perdita di peso". 

Diete a confronto

Per arrivare a queste conclusioni, il gruppo di ricerca capeggiato da Daniela Jakubowicz, ha monitorato 18 uomini e 11 donne, di età media di 69 anni, con obesità e diabete di tipo 2 trattato con insulina. Per raccogliere dati utili allo studio i pazienti sono stati divisi in due gruppi ai quali è stata somministrata una differente dieta. I primi hanno organizzato i pasti in tre momenti con una ricca colazione, un pranzo di media grandezza e una piccola cena. Il secondo, invece, ha seguito una dieta tradizionale per il diabete e per la perdita di peso con sei piccoli pasti distribuiti uniformemente durante il giorno. Tre mesi dopo i ricercatori hanno constatato che il primo gruppo aveva perso 5 chili, mentre il secondo gruppo ne aveva guadagnati 1,4. Inoltre, coloro che erano stati abituati ai tre pasti avevano avuto meno bisogno di ricorre all’uso dell’insulina degli altri.

"Quando" è più importante di "quanto"

"Il nostro metabolismo – ha spiegato Jakubowicz - cambia durante il giorno: per questo l'ora in cui si mangia è più importante di quello che si mangia e di quante calorie si assumono". Secondo la ricercatrice, infatti, "una fetta di pane consumata a colazione porta a una minore risposta glicemica ed è meno ingrassante di una stessa fetta di pane consumata alla sera". Ragione per la quale una dieta che si fonda su un primo pasto molto sostanzioso, oltre a consentire un progressivo dimagrimento, consente anche una riduzione della glicemia generale dopo appena 14 giorni. Un’evidenza che, secondo i ricercatori, dimostrerebbe che cambiare i tempi dei pasti su questo modello riesce ad avere un rapido effetto benefico sull'equilibrio del glucosio.

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