Giornata mondiale del sonno, tutti i benefici di un buon riposo

Salute e Benessere

Luca Frachlich

(Foto d'archivio: Getty Images)

Il 15 marzo è il giorno dedicato alla qualità del riposo, un aspetto essenziale per il benessere dell'organismo, considerato che in media un terzo dell’esistenza viene trascorso dormendo

Circa un terzo dell’esistenza viene trascorso dormendo e la qualità del sonno incide a 360 gradi sul benessere quotidiano di ciascun individuo. Insieme all'alimentazione e all'esercizio fisico il riposo è considerato dagli esperti come uno dei pilastri di una vita sana. A tal proposito, per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema, ogni anno il venerdì della seconda settimana di marzo, si celebra la Giornata mondiale del sonno: nel 2019 cade il 15 marzo e ha come slogan "dormi bene per invecchiare bene". Ecco allora alcuni dei maggiori benefici del sonno per la salute e i possibili disturbi che possono ostacolarlo, secondo il professor Luigi Ferini Strambi, primario del Centro di Medicina del Sonno dell’IRCCS Ospedale San Raffaele.

I disturbi del sonno

Il sonno si divide in due fasi principali: il sonno REM e il sonno non REM. Quest’ultimo, a sua volta, è composto da tre fasi, caratterizzate da un progressivo approfondimento del sonno. I disturbi che ostacolano il corretto riposo possono presentarsi nelle varie fasi. "Il sonnambulismo, ad esempio – spiega il professor Ferini Strambi – colpisce il soggetto soprattutto nella prima parte della notte, poiché questo disturbo è legato alla fase di sonno profondo". C’è, poi, il disturbo comportamentale in sonno REM, quello dei sogni. "Di solito in questa fase noi abbiamo una sorta di paralisi muscolare. Ci sono, invece, dei soggetti che non ce l’hanno e vivono il sogno in maniera molto concitata". Conoscere la fisiologia del sonno può quindi contribuire alla diagnosi di alcune patologie particolari. Anche gli stili di vita, inoltre, possono influenzare i disturbi del sonno. Un esempio lo fornisce la sindrome delle gambe senza riposo, per cui chi ne è affetto, quando è seduto o sdraiato, non può fare a meno di muovere le gambe. "In Spagna, dove si tende ad andare a letto molto tardi, il dato di prevalenza di questo disturbo è molto più basso che in altri Paesi". In pratica, il fatto di essere attivi fino a tardi tenderebbe a mitigare i sintomi di questa sindrome.

Il legame tra sonno e malattie neurologiche

Negli ultimi anni la ricerca medica ha evidenziato una stretta correlazione tra il sonno e alcune patologie neurologiche come il deficit di memoria o la malattia di Alzheimer. Dormire bene, infatti, non solo consentirebbe di avere un buon funzionamento cognitivo, "ma anche di riuscire a prevenire alcune malattie drammatiche come la demenza". Oltre alla quantità di ore di riposo, è fondamentale anche e soprattutto la qualità del sonno. In questo senso, il sonno profondo ad onde lente, non Rem, sembra essere quello più importante. Questa fase è caratterizzata da un ottimo funzionamento del sistema glinfatico, adibito alla rimozione delle sostanze di scarto del cervello, come ad esempio la proteina beta amiloide, implicata nella genesi della malattia di Alzheimer.

Contrasto ad altre patologie

Altri studi hanno mostrato come un buon riposo contribuirebbe a ridurre il rischio di contrarre malattie cardiovascolari e ictus. Le evidenze per la salute del cuore sono state raccolte in una meta analisi di 15 studi, pubblicata sullo European Heart Journal: dormire meno di 7-8 ore incrementerebbe di molto i rischi. "Il sonno – aggiunge il professor Ferini Strambi – è il più importante inibitore del cortisolo, l’ormone dello stress". Questo spiega perché durante la notte si ha un abbassamento della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca, il cosiddetto "dipping", che consente all’apparato cardiocircolatorio di riposare. Altri studi suggeriscono che dormire meno di sei ore per notte possa avere conseguenze nello sviluppo del diabete tipo 2. La mancanza o una scarsa qualità del sonno, infine, comporterebbe anche una maggiore fragilità del sistema immunitario. Da non sottovalutare le conseguenze che il sonno ha sul piano psicologico: "Il rischio depressione – sottolinea il professore – è più che raddoppiato nei soggetti insonni rispetto a chi dorme bene". In uno studio è emerso che il 90% dei pazienti affetti da questo disturbo si lamentava della qualità del proprio sonno.

Dormire bene aiuta la linea e la produttività

Dormire poco incide sulle calorie ingerite durante la giornata, favorendo l'aumento di peso. Secondo un'analisi pubblicata su Sleep, un sonno di breve durata incrementa i rischi di obesità dell'89% per i bambini e del 55% per gli adulti. "Non dormendo bene viene rilasciato un ormone che si chiama grelina, il quale stimola a mangiare di più". Al contrario, una buona qualità del sonno contribuirebbe a far rilasciare leptina, un ormone che frena lo stimolo della fame. Dormire bene contribuirebbe, da una parte, a migliorare la concentrazione e le capacità di problem solving, dall'altro è stato dimostrato come sul piano fisico aiuti a incrementare velocità, tempi di reazione e precisione nei movimenti. "La fase di sonno più profondo – conclude il professore - consente di far riposare le zone anteriori del cervello che sono quelle che usiamo di più, per parlare, muoverci e per le funzioni esecutive. Lavorando molto di giorno queste aree devono assolutamente riposare. Questo spiega perché gli insonni tendono ad avere un funzionamento alterato di queste aree anche durante la veglia, proprio perché non riescono a farle riposare in maniera adeguata".

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