La morte di un cane può causare la "sindrome del cuore spezzato"

Salute e Benessere
La perdita del proprio cane sarebbe un evento emotivamente equiparabile a quella di un parente (Archivio Getty Images)
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Si tratta di una serie di sintomi del tutto simili ad un attacco cardiaco che possono essere provocati anche dalla perdita di un animale domestico, come avrebbe dimostrato il caso di una donna texana ricoverata per questa ragione

La perdita del proprio cane, e non solo quella delle persone care, potrebbe provocare quella che viene chiamata "sindrome del cuore spezzato", una patologia del tutto simile ad un attacco cardiaco. Lo dimostrerebbe il caso di una donna texana finita in ospedale per questa ragione: l’episodio è stato descritto sulla rivista "New England Journal of Medicine".

La vicenda

Joanie Simpson, una donna di 61 anni, alcuni giorni dopo la morte del suo cane si è svegliata accusando dei forti dolori al torace e altri sintomi che facevano pensare ad un infarto. Tuttavia, una volta arrivata al Texas Medical Center di Houston, gli esami hanno escluso che fosse in corso un attacco cardiaco. I medici, invece, hanno formulato un’altra diagnosi: "cardiomiopatia di Takotsubo", nota anche come "sindrome dal cuore spezzato" o "cardiomiopatia da stress", i cui sintomi sarebbero del tutto simili a quelli di un attacco di cuore. A scatenare l’evento, come ha raccontato la donna al "Washington Post", sarebbe stato il decesso del suo Yorkshire Terrier. "Ero inconsolabile - ha spiegato - mi ha veramente colpito molto".

La patologia

La sindrome Takotsubo è stata descritta per la prima volta in Giappone nel 1991. Si tratta di una disfunzione del ventricolo sinistro del cuore, causata da un forte incremento degli ormoni in seguito ad un evento particolarmente stressante dal punto di vista emotivo. Nella maggior parte dei casi questa patologia si manifesterebbe con un dolore toracico a riposo. Solo eccezionalmente sono stati registrati episodi di sincope come unico sintomo della sindrome. La malattia colpisce con assoluta prevalenza le donne e oltre il 90% dei soggetti coinvolti ha più di 50 anni.

Animale domestico come parente stretto

L’episodio vissuto dalla donna texana rappresenterebbe un’ulteriore conferma, secondo il quotidiano americano, del fatto che il rapporto con il proprio animale domestico può diventare del tutto simile a quello con un parente stretto. Secondo una ricerca pubblicata recentemente su "Veterinary Record", ad esempio, chi possiede un cane o un gatto malato presenterebbe gli stessi segni di stress di chi deve occuparsi di un congiunto. A questo proposito, in Italia, è stato recentemente riconosciuto anche il diritto ad avere giorni di permesso retribuiti ad una lavoratrice per occuparsi del proprio cane affetto da un grave problema di salute.

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