Stretta sul cibo spazzatura, proposte più tasse sul junk food

Salute e Benessere
In Cile una legge regola vendita e pubblicità di cibi potenzialmente non salutari (Getty Images)
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Durante la Summer Academy on Food Law and Policy di Bilbao è emersa la necessità di nuovi interventi legislativi che disincentivino in maniera più incisiva la cattiva alimentazione, come già accade ad esempio in Cile

Alcol e cibi ipercalorici trattati come le sigarette? Se ne è discusso alla "Summer Academy on Food Law and Policy" di Bilbao, l'evento che da nove anni riunisce esperti di legislazione sugli alimenti, accademici, istituzioni, imprese e associazioni no profit del settore: il suo obiettivo è evidenziare e promuovere le condotte che possano favorire un più corretto consumo del cibo.

Le leggi contro il junk food

L'obesità e l'emergere di problemi cardiovascolari legati alla cattiva alimentazione stanno portando alla convinzione che serva una serie di interventi legislativi più incisivi al riguardo. Infatti, anche se l'ultima parola spetta sempre alle scelte del consumatore, i governi possono fare comunque la loro parte per incoraggiare comportamenti più salutari, come è ad esempio già avvenuto con il tabacco. E proprio in questa direzione, tra le possibili misure emerse durante il summit di Bilbao ci sarebbe un aumento delle imposte sul "cibo-spazzatura" e sull'alcol. Ed inoltre potrebbe risultare utile una regolamentazione sulla commercializzazione con, ad esempio, le confezioni di prodotti che contengono eccessive quantità di zucchero, sale o grassi che dovrebbero adeguarsi a un design standard o dovrebbero essere accompagnate da etichette che ne evidenzino chiaramente i rischi. A questo sarebbe unito anche un regime pubblicitario contingentato.

L'esempio del Cile

In tutto il mondo, afferma Alberto Alemanno, docente all'Istituto Hec di Parigi e fondatore della Summer Academy, si sta affermando una "risposta politica alla diffusione di malattie come diabete e obesità, con approcci comuni su alcol, tabacco e diete". Tutto questo anche se "le differenze tra questi tre ambiti dovrebbero suggerire approcci legislativi diversi, in base a fattori di rischio differenti". Tra gli esempi virtuosi da questo punto di vista c'è il Cile: il Paese sudamericano, segnato da un incremento del tasso di obesità, da qualche anno si è infatti mosso per disincentivare il consumo del junk food. Ed è uno dei pochi ad aver adottato non solo campagne di sensibilizzazione, ma anche una vera legge in base alla quale il Ministero della Salute stila una lista di cibi "a rischio" che dovranno riportare sulla confezione le diciture "ad alto contenuto di zuccheri" o "ad alto contenuto di sale" e non potranno fare pubblicità rivolte ai minori di 14 anni.

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