Regionali Sardegna 2019: chi sono i candidati alla presidenza

Politica
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Corsa a sette,  senza nessuna donna, tra gli sfidanti per succedere a Francesco Pigliaru il prossimo 24 febbraio: per il centrodestra c’è Christian Solinas, per il centrosinistra Massimo Zedda, per il M5S Francesco Desogus. RISULTATI LIVE

Sono sette, tutti uomini, i candidati alla presidenza della Regione Sardegna alle elezioni previste per domenica 24 febbraio. Si tratta delle prime consultazioni con la novità della doppia preferenza di genere nel voto per i consiglieri. Tra coloro che si sfideranno per succedere all’attuale presidente, Francesco Pigliaru, quattro sono politici di lungo corso (un sindaco, un senatore, un ex assessore ed ex consigliere regionale, un ex parlamentare ed ex presidente della Regione), uno ha esperienza come amministratore locale, mentre per due la candidatura segna il debutto in politica. M5s e Lega, alleati di governo, corrono divisi in Sardegna, dove il centrodestra si presenta secondo la tradizionale coalizione con FI e FdI. Dal centrosinistra sardo, invece, si stacca Sinistra sarda, che faceva parte della coalizione del 2014. Per i pentastellati si tratta delle prime elezioni regionali in Sardegna.

Il candidato del centrodestra è Christian Solinas

Sono ben 11 le sigle di centrodestra che sostengono la candidatura di Christian Solinas, segretario del Psd'Az, eletto senatore con la Lega il 4 marzo dell'anno scorso e per questo dimessosi da consigliere regionale. Il 42enne è sponsorizzato direttamente dal ministro dell'Interno Matteo Salvini e da novembre, inoltre, è vicepresidente vicario della Commissione bicamerale d'inchiesta Antimafia. Solinas è sostenuto da Lega Salvini Sardegna, Forza Italia, Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale, Riformatori, Partito sardo d'Azione, Partito Uds-Unione dei sardi, Fortza Paris, Energie per l'Italia, Sardegna civica, Sardegna20venti-Tunis e Udc. In passato, è stato - dal 2004 al 2008 - al vertice dell'Ersu di Cagliari, come presidente e per un periodo come commissario, e nel 2009 è stato eletto consigliere regionale. Nella XIV legislatura regionale è stato capogruppo sardista e anche assessore ai Trasporti della Giunta di centrodestra guidata da Ugo Cappellacci. Il suo nome è legato, tra l'altro, all'esperienza della cosiddetta "flotta sarda", progetto avviato dalla Regione nel 2011 per collegare la Sardegna con la penisola a prezzi calmierati con due traghetti noleggiati tramite la controllata Saremar, poi fallita.

Il candidato del centrosinistra è Massimo Zedda

Per sfidare Christian Solinas e la coalizione di centrodestra, il centrosinistra punta sul sindaco metropolitano di Cagliari Massimo Zedda. Il 43enne è sostenuto dal Partito democratico della Sardegna, Campo progressista Sardegna, Liberi e uguali, Sardigna Zedda presidente, Cristiano Popolari socialisti, Progetto Comunista per la Sardegna, Sardegna in comune con Massimo Zedda, Noi la Sardegna con Massimo Zedda e Futuro comune con Massimo Zedda. Il candidato del centrosinistra ha una lunga esperienza politica: dal 2011 è sindaco di Cagliari, rieletto nel 2016 al primo turno. È stato consigliere regionale, eletto con Sel nella XIV legislatura, nel 2009: si era poi dimesso per candidarsi a guidare il Comune capoluogo. È stato segretario cittadino della Sinistra Giovanile, poi ha militato nel Pds e nei Ds, ma non si è mai iscritto al Pd, preferendo aderire a Sel e poi al Campo progressista dell'ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia, progetto poi concluso.

Il candidato del M5s è Francesco Desogus

All’esordio per quanto riguarda le elezioni regionali in Sardegna, il M5s si affida alla candidatura di Francesco Desogus, 58 anni, dipendente pubblico. È stato lui il più votato alle 'regionarie' del Movimento, consultazione ripetuta in autunno dopo il passo indietro del vincitore della prima consultazione, l'ex sindaco di Assemini Mario Puddu, costretto a farsi da parte nell'ottobre scorso in seguito a una condanna per abuso d'ufficio. Desogus al ballottaggio ha raccolto 450 preferenze (su 1350 iscritti votanti), 28 in più rispetto al secondo in corsa. Il candidato del M5s è un dipendente della Città metropolitana di Cagliari, funzionario del Settore Cultura, Istruzione e Servizi alla Persona.

Partito dei Sardi e Sardi liberi, Autodeterminazione e Sinistra Sarda

Oltre a quelli di centrodestra, centrosinistra e M5s, ci sono altri quattro candidati alla presidenza della Regione. Tra questi c’è Paolo Maninchedda, 57 anni, fondatore e segretario di Partito dei Sardi. Docente universitario di Filologia romanza, Maninchedda è stato consigliere regionale nella XIII e nella XIV legislatura.
Per quanto riguarda la lista Sardi Liberi, il candidato è l'ex presidente della Regione, già parlamentare del PdL, Mauro Pili, giornalista 52enne fondatore del movimento Unidos. Il suo è un progetto sostenuto dagli indipendentisti di ProgRes e alcuni fuoriusciti del Psd'Az, fra i quali l'ex capogruppo in Consiglio regionale, Angelo Carta, e l'ex presidente sardista Giovanni Columbu. Pili, prima di guidare la Regione nei primi anni 2000, è stato sindaco di Iglesias, la sua città, dal 1993 al 1999.
Infine, la coalizione indipendentista Autodeterminazione (composta da RossoMori, Irs-Indipendentzia Repubrica de Sardigna, Sardigna Natzione Indipendentzia, Liberu, Sardegna Possibile e Gentes) e la lista Sinistra Sarda. Per la prima, il candidato è Andrea Murgia, 47 anni, funzionario della Commissione europea a Bruxelles, dove lavora da quasi 15 anni. Per la seconda, invece, il candidato è Vindice Lecis, giornalista sassarese, 61 anni, sostenuto anche da Rifondazione e Comunisti italiani.

Come e quando si vota

In base alla legge elettorale sarda, viene eletto presidente della regione colui che ottiene la maggioranza relativa dei voti: nello specifico, se un candidato ottiene una percentuale di preferenze compresa tra il 25% e il 40%, le liste a lui collegate ottengono di diritto la maggioranza dei seggi all’interno del consiglio regionale pari al 55%. Nel caso in cui il candidato superasse il 40% la percentuale dei seggi sarà del 60%. In Sardegna, inoltre, è previsto il voto disgiunto (l’elettore può votare una lista e un candidato presidente non collegati). Infine, è prevista una soglia di sbarramento del 10% per le coalizioni, e del 5% per le liste non coalizzate. Le urne sono aperte dalle 7 alle 23 di domenica 24 febbraio: l'elettore ha a disposizione un’unica scheda con cui votare sia per il candidato presidente sia per i consiglieri regionali.

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