Elezioni, Bassetti (Cei): “Credevamo sepolti discorsi sulla razza”

Politica
Il presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti (Ansa)

Il presidente della Conferenza episcopale ha ricordato che “la Chiesa non è un partito e non fa accordi”. Poi ha definito “immorali” le promesse elettorali non mantenibili

A poco più di un mese dall’election day del 4 marzo (LO SPECIALE), anche la Cei è intervenuta per commentare alcuni aspetti della campagna elettorale in corso. Il presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Gualtiero Bassetti, nella Prolusione al Consiglio Episcopale Permanente, ha puntato il dito contro “la cultura della paura che non può mai tramutarsi in xenofobia o addirittura evocare discorsi sulla razza che pensavamo fossero sepolti definitivamente”. Un riferimento indiretto alle parole di alcuni giorni fa del candidato del centrodestra alla regione Lombardia Attilio Fontana. Nelle sue indicazioni ai vescovi, Bassetti ha ricordato l’importanza di “ricostruire la speranza, ricucire il Paese, pacificare la società”. Mentre ai politici ha lanciato un messaggio chiaro definendo “immorali” le promesse elettorali non mantenibili.

Bassetti: credevamo sepolti discorsi su razza

"Bisogna reagire a una cultura della paura che, seppur in taluni casi comprensibile, non può mai tramutarsi in xenofobia o addirittura evocare discorsi sulla razza che pensavamo fossero sepolti definitivamente. Non è chiudendo che si migliora la situazione del Paese”, ha detto nella Prolusione al Consiglio Cei il presidente, cardinale Gualtiero Bassetti, parlando dei migranti. "Ogni cristiano è chiamato ad andare verso di loro con un atteggiamento di comprensione e compassione" perché siamo "un'unica famiglia umana”.

“Ricucire Paese segnato da rancore sociale”

"Ricostruire la speranza, ricucire il Paese, pacificare la società. Tre verbi, tre azioni pastorali, tre sfide concrete per il futuro": è questa l'indicazione ai vescovi del cardinale Bassetti. C'è "un'urgenza sociale di pacificare ciò che è nella discordia. Il nostro Paese sembra segnato da un clima di 'rancore sociale', alimentato da una complessa congiuntura economica, da una diffusa precarietà lavorativa e dall'emergere di paure collettive”. C'è anche "un'urgenza morale di ricostruire ciò che è distrutto" a partire dalle case dei terremotati, ha detto Bassetti. ”Ricostruire quelle case, riedificare quelle città, significa donare un futuro a quelle famiglie e vuol dire ricostruire la speranza per l'Italia intera". Per Bassetti infine c'è "un'urgenza spirituale di ricucire ciò che è sfilacciato. Ricucire la comunità ecclesiale italiana " ma anche "unire il Paese: da Lampedusa ad Aosta, da Trieste a Santa Maria di Leuca”.

Cei: Chiesa non è un partito, non fa accordi

"La Chiesa non è un partito e non stringe accordi con alcun soggetto politico”, ha ribadito il presidente Cei. “Come ha detto Papa Francesco 'dialogare non è negoziare'. Negoziare, infatti, consiste soltanto nel cercare di ricavare la propria 'fetta' della torta comune. Ma non è questo, ovviamente, ciò che intendiamo. Dialogare significa, invece, cercare il bene comune per tutti". Poi ha invitato a "superare ogni motivo di sfiducia e di disaffezione per partecipare alle urne con senso di responsabilità”.

"Immorali promesse non mantenibili"

Il cardinale Gualtiero Bassetti ha invitato i politici in campagna elettorale "alla sobrietà", "nelle parole e nei comportamenti". "La campagna elettorale sta rendendo serrato il dibattito, ma non si può comunque scordare quanto rimanga immorale lanciare promesse che già si sa di non riuscire a mantenere. Altrettanto immorale è speculare sulle paure della gente: al riguardo, bisogna essere coscienti che quando si soffia sul fuoco le scintille possono volare lontano e infiammare la casa comune, la casa di tutti”. Il presidente della Cei ha rivolto infine un invito a tutti i candidati “a riflettere sulla natura della vocazione politica. Perché di questo si tratta: una vocazione, una missione e non un trampolino di lancio verso il potere".

Le parole su povertà e lavoro

Il cardinal Bassetti ha detto che è un dato che inquieta quello relativo alla "condizione di povertà assoluta delle famiglie, si parla di oltre un milione e mezzo, con un aumento di ben il 97% rispetto a dieci anni fa. Se si fermano le famiglie, si ferma il motore sociale del Paese. Smette di battere il cuore della società". Secondo lui "è necessario ripeterlo con forza: è urgente e doveroso aiutare, curare e sostenere, in ogni modo possibile, le famiglie italiane”. Per quanto riguarda il lavoro, ha aggiunto che l’obiettivo del Paese deve essere "lavorare meglio, lavorare tutti. Il lavoro è una priorità ma è soprattutto una vera emergenza sociale resa ancora più impellente dai dati relativi alla disoccupazione giovanile”.

Biotestamento, Bassetti: salvaguardare obiezione coscienza 

Il cardinal Bassetti ha infine commentato la legge sul biotestamento, di recente approvata dal Parlamento. È necessario "salvaguardare l'obiezione di coscienza”, ha detto il presidente della Cei. "Ci preoccupa la salvaguardia della speciale relazione tra paziente e medico, la giusta proporzionalità delle cure, che non deve mai dar luogo alla cultura dello scarto, la possibilità di salvaguardare l'obiezione di coscienza del singolo medico e di evitare il rischio di 'aziendalismo' per gli ospedali cattolici. La vita non si uccide, non si compra, non si sfrutta e non si odia", ha concluso l'arcivescovo di Perugia.

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