Tajani risponde a Moscovici: "Non parla a nome dell'Unione Europea"

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ll presidente del Parlamento europeo replica alle parole del commissario Ue agli Affari economici e monetari, che aveva parlato delle prossime elezioni in Italia definendole un "rischio politico": "Al suo posto sarei stato più prudente"

Pierre Moscovici "è un commissario socialista francese, non parla a nome dell'Unione Europea". Così il presidente dell'europarlamento, Antonio Tajani, commenta durante una trasmissione radiofonica le parole del politico francese, che ieri aveva espresso preoccupazione per il voto in Italia parlando di “rischio politico per l’Europa”. "Che ci sia preoccupazione per l'instabilità è vero - continua Tajani - ma credo ci sarà un governo stabile, gli italiani andranno a votare per far contare di più questo Paese". Sulla proposta di Di Maio di sfondare il tetto del 3% del deficit-Pil, definita da Moscovici “un controsenso assoluto”, Tajani ha sottolineato che il tetto non "è un dogma di fede, si deve vedere a cosa serve" lo sfondamento. E sul ruolo politico dell'Italia in Europa, il presidente del Parlamento europeo ha detto: "Dobbiamo darci un impianto strategico che al momento non c'è".

"Le istituzioni europee non devono interferire"

"Che ci siano preoccupazioni in Europa per instabilità in Italia, così come ci sono state per la Germania fino alla formazione del governo, è vero”, ha precisato Tajani. “Ma se fossi stato al posto di Moscovici sarei stato più prudente, non avrei fatto quella dichiarazione nel mezzo della campagna elettorale". "Il messaggio dall'Ue non è quello di Moscovici: le istituzioni europee non devono interferire", ha concluso il presidente del Parlamento europeo. In un'intervista al Corriere della Sera, Tajani ha parlato anche del ruolo dell'Italia nell'Unione Europea: "Non basta dire che vogliamo cambiare l'Europa, dobbiamo darci un impianto strategico che non c'è. Solo così conteremo di più. Ma per farlo occorre cominciare oggi". Il presidente del Parlamento europeo invita tutte le forze politiche a mettere al centro della campagna elettorale "le idee e le proposte italiane per l'Europa": "Qualunque governo uscirà dal 4 marzo, dovrà andare a Bruxelles a discutere la prossima finanziaria, indicare delle priorità. Siamo uno dei Paesi fondatori, ma contiamo al di sotto del nostro potenziale".

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