Padoan: non ho autorizzato ministri a tenere colloqui su Etruria

Politica

Audizione del ministro dell’Economia in commissione: "Le discussioni a livello di governo sulle questioni delle banche in difficoltà sono avvenute in modo continuativo tra il presidente del Consiglio e me e in altre rare occasioni sono state discusse in gruppi più ampi"

Audizione del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan in commissione di inchiesta sulle banche. A chi gli chiedeva se avesse avuto notizia di un interessamento di suoi colleghi ministri su Banca Etruria, ha risposto: “Le discussioni a livello di governo sulle questioni delle banche in difficoltà sono avvenute in modo continuativo tra il presidente del Consiglio e me e in altre rare occasioni sono state discusse in gruppi più ampi di governo. Ma in generale le discussioni erano tra il presidente del Consiglio e il sottoscritto”. “Io – ha aggiunto a chi gli chiedeva dei colloqui tenuti dai ministri Maria Elena Boschi e Graziano Delrio sulla vicenda Banca Etruria – non ho autorizzato nessuno e nessuno mi ha chiesto un'autorizzazione, la responsabilità (del settore bancario, ndr) è in capo al ministro delle Finanze che d'abitudine ne parla con il presidente del Consiglio”.

“Fatti tutti gli sforzi possibili”

Rispondendo all'osservazione di Giovanni Paglia (SI), secondo cui la versione del ministro indicava che fosse andato tutto bene nella gestione delle crisi bancarie, Padoan ha detto: “Lungi da me dire che è andato tutto bene, ma all'interno di questo quadro difficile e in movimento sono stati fatti tutti gli sforzi possibili per una soluzione, migliore tra virgolette, che minimizza i costi di gestione della crisi”.

"In alcuni casi la vigilanza poteva fare meglio"

Il ministro ha spiegato che la decisione di confermare il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco è stata ispirata "essenzialmente alla continuità istituzionale, in un contesto in cui - seppure in fase di miglioramento dell'economia- l'andamento dell'Italia continua a essere importante". "Si è voluto dare un segnale ai mercati - ha detto Padoan -, pur riconoscendo che in alcuni singoli casi la vigilanza poteva fare meglio". Le autorità di vigilanza bancaria, ha aggiunto, si sono trovate ad "affrontare una fase di transizione che ha spostato a livello europeo le competenze. Il processo è ancora in corso. Malgrado la difficoltà, c'è stata una sostanziale capacità di gestione del sistema. Al netto delle modifiche delle regole, non si possono escludere casi in cui responsabilità importanti a livello di singoli istituti" sono possibili. A chi gli chiedeva di indicare i casi in cui l'azione della vigilanza è stata insufficiente, Padoan ha risposto che "ci sono casi sotto gli occhi tutti. Per esempio nelle banche venete, dove i fenomeni non sono spiegabili solo con la gravità della crisi e il cambiamento delle regole".

"Strategia sta dando i frutti sperati"

Il ministro dell’Economia, riepilogando le misure varate dall'esecutivo in campo fiscale, legislativo e la garanzia Gacs concordata con la Ue, ha aggiunto che sulla riduzione dei crediti deteriorati delle banche "la strategia messa in campo sta dando i frutti sperati". Padoan ha ricordato come il valore lordo complessivo dei crediti deteriorati, dopo il picco di 361 miliardi del 2015, sia ora a 287 miliardi (-25%). E riguardo ai quattro istituti finiti poi in risoluzione - Carife, Banca Marche, Carichieti e Banca Etruria - ha sottolineato che la stima del rimborso agli obbligazionisti è di circa 190 milioni, più di metà del valore (340 milioni) dei bond emessi dalle quattro banche regionali e distribuite a un pubblico di piccoli risparmiatori.

Le polemiche

Questa per la Commissione d'inchiesta sulle banche è una settimana calda. Dopo Padoan, infatti, nei prossimi giorni a essere sentiti saranno il governatore di Bankitalia Ignazio Visco e l’ex amministratore delegato di Unicredit Federico Ghizzoni. Due audizioni che, dopo quella del presidente Consob Giuseppe Vegas, potrebbero intensificare la bufera intorno all’ex ministra delle Riforme, e attuale sottosegretaria alla presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi. Secondo l'ex direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli, infatti, Boschi nel 2015 avrebbe chiesto a Ghizzoni "di valutare una possibile acquisizione di Banca Etruria". Un'accusa pesante che Boschi ha respintoVergas, nell'audizione di qualche giorno fa, aveva invece ammesso un colloquio con Boschi su Banca Etruria. Lei ha replicato: “Ho solo espresso preoccupazioni, così come le avevo per altre banche”. Un nuovo fronte di dibattito, poi, è stato aperto dalla notizia di colloqui tra Boschi e Fabio Panetta, vicedirettore generale della Banca d'Italia. Colloqui che non rientravano nelle competenze dell’ex ministra – il cui padre era vicepresidente ed è ancora sotto inchiesta per il dissesto dell'istituto aretino - e che Padoan ha detto di non aver autorizzato. In un’intervista al Messaggero, Boschi ha ammesso di aver parlato con Panetta di Etruria. “Sì certo. Come ho parlato con Panetta più volte delle crisi di altre banche. Da MPS alle popolari venete, sia nel mio precedente ruolo che in quello attuale con il governo Gentiloni. Ovviamente anche con lui, nessuna pressione ma solo il necessario scambio di informazioni”. In sue difesa si è schierato anche il premier. Le polemiche e gli attacchi politici, però, non si fermano.

Politica: I più letti