Maroni: "Referendum in Lombardia diverso da quello della Catalogna"

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Roberto Maroni presenta l'opuscolo "Perché la Lombardia è speciale" a sostegno del sì al referendum sull'autonomia (Foto LaPresse)

Il governatore lombardo è intervenuto a Sky TG24 a sostegno delle ragioni del sì nella consultazione del prossimo 22 ottobre: "Almeno metà del residuo fiscale torni qui. Pronto a trattare con il governo"

Roberto Maroni, ospite a Sky TG24, è tornato a parlare del referendum per l'autonomia in Lombardia del prossimo 22 ottobre. Ed è partito dalla stretta attualità della situazione in Catalogna: "La differenza tra il nostro referendum e quello Catalano è evidente: il nostro è un referendum nell’ambito della Costituzione", spiega il governatore della Lombardia. "Infatti nel quesito specifichiamo che la richiesta di autonomia si svolge 'nel quadro dell'unità nazionale'".

La questione fiscale

Maroni, che definisce il referendum "un esercizio di democrazia, non come il governo che l’ha definito 'pillolina'", si concentra sull’aspetto fiscale per sostenere le ragioni del sì (qui il quesito): "La Lombardia ha un residuo fiscale (la differenza tra quanto si paga di tasse e quanto si riceve dallo Stato) di 54 miliardi. Quello della Catalogna, se fosse indipendente, sarebbe di 8 miliardi", spiega il governatore lombardo. "Io ritengo equo che almeno la metà delle tasse pagate dai lombardi, che se ne vanno e non tornano, possa tornare in Lombardia, perché siamo la Regione più penalizzata da questo punto di vista".

"Pronto a trattare con il governo"

A questo scopo Maroni si dice pronto a "trattare con il governo" se il 22 ottobre dovessero vincere i sì: "La Lombardia ha delle specialità, come spieghiamo in un nostro opuscolo, che vanno riconosciute e premiate. Chiediamo più autonomia e più risorse".

"Accordi bilaterali con regioni del Sud"

A chi gli chiede se il referendum mal si concilia con le ambizioni della Lega Nord a guida Salvini, di respiro più nazionale che autonomista, il governatore della Lombardia risponde: "Non c'è contraddizione. Anzi il referendum può aprire una strada anche per la questione meridionale", spiega Maroni, "Al sud bisogna spendere meglio, non meno. Quello lombardo è un modello che va seguito: se ogni regione seguisse quel modello lo Stato risparmierebbe 23 miliardi all'anno". A tal proposito il governatore conclude con una proposta: "Sono pronto ad accordi bilaterali tra regioni del Nord e regioni del Sud, a patto che si tratti di investimenti e producano lavoro".

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