M5S, Di Maio: “Non ci sono divisioni, il programma è unico per tutti”

Politica
In primo piano Luigi Di Maio, dietro di lui Giancarlo Cancelleri
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Il vicepresidente della Camera parla della sua corsa verso la candidatura a premier: “Utilizzano ogni piccola dichiarazione per enfatizzare delle rotture. Decideranno gli iscritti”. E sulle Regionarie per la Sicilia: “Abbiamo ragione noi”

“Nel M5S non possono esistere divisioni perché il programma è unico per tutti i candidati”. Con queste parole il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio è tornato sul tema delle prossime elezioni politiche che, se gli elettori del Movimento lo vorranno, lo vedranno come candidato premier.

“Decideranno gli iscritti”

"Sicuramente quello che sta accadendo in questi giorni è utilizzare ogni piccola dichiarazione per enfatizzare delle divisioni”, ha detto Di Maio, che nelle votazioni interne al Movimento per decidere il candidato premier dovrà avere la meglio su sette sfidanti. “Tutti quanti ci rifacciamo alle 5 stelle e intorno a un'idea, a un programma col quale vogliamo andare al governo del Paese. Poi gli iscritti decideranno chi sarà il portavoce". Di Maio ha poi aggiunto che “il candidato premier sarà a capo di una squadra di ministri che lavorerà in gruppo con tutti i vari componenti del M5S per ambire al governo".

“Sulle Regionarie in Sicilia abbiamo ragione noi”

Il vicepresidente della Camera è tornato anche sulla vicenda della sospensione da parte del tribunale delle Regionarie che hanno decretato come candidato in corsa alla Regione Sicilia Giancarlo Cancelleri: "Sulle Regionarie abbiamo ragione e andiamo avanti. Noi abbiamo un candidato e lo presenteremo". E, proprio durante un incontro a Taormina in compagnia di Cancelleri, è tornato sulla polemica scatenata ieri dalle parole di Beppe Grillo rivolte alla stampa: "No, non mangiamo i giornalisti... la invito assieme ai suoi colleghi siciliani a venire a Gallodoro al pranzo del M5S", ha risposto Di Maio.

Le polemiche

Tuttavia nei giorni scorsi anche la candidatura di Di Maio aveva suscitato dei malumori, specialmente in chi, dopo la rinuncia di Roberto Fico, Alessandro Di Battista e Vito Crimi, vede la corsa del vicepresidente della Camera come l’unica di un “big” e, quindi, come una vittoria scontata. Il senatore del Pd Stefano Esposito aveva parlato di “buffonarie”, appoggiato dal compagno di partito Matteo Richetti secondo cui “il candidato è uno solo: senza programma, senza squadra, senza niente”. Sulla questione è intervenuto anche lo scrittore Roberto Saviano che ha lanciato su Facebook la sua provocazione: “Mi candido a premier per il M5S. Lo faccio anche per trarre il MoVimento dall'impaccio di una situazione patetica per non dire bulgara. Per spezzare una lancia in mio favore, ammetto di non essere iscritto al MoVimento, ma condivido con Luigi Di Maio lo status di indagato per diffamazione”.

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