Intercettazioni, Orlando: “Non esiste alcun testo definitivo”

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Il ministro della Giustizia risponde alle polemiche suscitate ieri da un documento provvisorio, inviato ad alcuni procuratori, contenente i possibili limiti alle trascrizioni dei pm. M5S: “Vogliono salvare il cerchio magico coinvolto nell'inchiesta Consip"

“Non esiste alcun testo definitivo”, dice il Ministero della Giustizia, ma intanto un documento provvisorio arriva sulle scrivanie di numerosi procuratori con l'intestazione "schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di intercettazioni". È accaduto ieri, e la bozza della riforma non ha mancato di suscitare polemiche, soprattutto nel Movimento Cinque Stelle che ha parlato di "colpo di spugna per salvare Tiziano Renzi, Lotti e il cerchio magico coinvolto nell'inchiesta Consip".

Orlando: “Non è testo finale”

Il documento provvisorio, come sottolineato anche oggi dal ministro Andrea Orlando in un’intervista a Repubblica, non sarà la versione finale: "Voglio essere chiaro su questo punto, questo è un testo di cui non riconosco la paternità". Ma, il testo svelato ieri, perlomeno sembra indicare i contenuti di una delega che il governo deve esercitare entro tre mesi dall'entrata in vigore della riforma penale, ovvero entro il 3 novembre, o decadrà.

Stop alle virgolette nei provvedimenti dei giudici

Il punto più controverso della bozza è quello secondo cui nelle richieste di misure cautelari dei pm, nelle ordinanze dei gip, in quelle del riesame non si potranno riprodurre integralmente le intercettazioni, ma solo il loro contenuto, attraverso una sorta di sunto. E proprio su questo punto Di Maio ha attaccato Orlando, consigliandogli “di dedicarsi ai tempi della giustizia senza scaricare sui magistrati la colpa". Contrario anche Antonio Di Pietro, ex pm di Mani Pulite, secondo cui “la sintesi non riproduce mai la realtà e non si può impedire al magistrato di avere una ricostruzione integrale". Ma, secondo il ministro della Giustizia, questo "è un punto che sicuramente potrà cambiare".

Carcere per registrazioni fraudolente

Inoltre, viene vietata la trascrizione nei verbali di intercettazioni non rilevanti per l'indagine, un limite che il pm può oltrepassare solo "con decreto motivato" di fronte a materiale rilevante "per fatti oggetto di prova". La rilevanza delle conversazioni captate da acquisire invece in dibattimento la stabilirà un giudice in un'udienza con le parti. Infine, fatto salvo il diritto di cronaca, si prevede il carcere fino a 4 anni per chi diffonde riprese audiovisive e registrazioni di comunicazioni effettuate in maniera fraudolenta per danneggiare "la reputazione o l'immagine altrui". Quanto ai mezzi per intercettare, viene seriamente limitato l'uso di captatori informatici in pc o cellulari, consentito solo per i reati più gravi.

L’istituzione di un archivio

Tutto il materiale che verrà considerato irrilevante sarà stralciato e destinato a un archivio riservato, finora non previsto dal codice. Un deposito delle intercettazioni istituito presso l'ufficio del pm, il cui accesso sarà permesso solo a giudici, difensori e ausiliari autorizzati dal pm.

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