Riforme, ok al Senato dei 100. Ma Lega e M5S lasciano l'Aula

Politica

Palazzo Madama approva l'articolo 2 del ddl Boschi che riduce il numero dei parlamentari. Le opposizioni, tranne Sel che partecipa alle votazioni sugli emendamenti, abbandonano i lavori per protesta. Renzi esulta: "La prossima settimana chiudiamo"

Nonostante il clima sia ancora teso a Palazzo Madama, e i lavori procedano a rilento, l'Aula ha approvato l'articolo 2 del ddl Boschi: cuore della riforma del Senato, prevede che i membri siano in tutto 100 e archivia l'ipotesi dell'elezione diretta. Assenti durante la votazione Lega e Movimento 5 Stelle: hanno abbandonato i lavori per protesta contro il governo e il presidente Pietro Grasso (FOTO). Durante la giornata, anche Sel aveva abbandonato l'Aula: la protesta era rientrata solo dopo l'apertura del ministro Boschi a valutare alcuni cambiamenti al testo di riforma (VIDEO). Negli altri partiti d'opposizione, invece, il dissenso è cresciuto col passare delle ore. La Lega, dopo l'interruzione dei lavori fino alle 16, non è rientrata a Palazzo Madama ed è rimasta "sull'Aventino". Poco dopo ha lasciato nuovamente l'Aula anche il M5S, con il capogruppo Vito Petrocelli che ha accusato il ministro delle Riforme di aver incontrato le altre opposizioni ma non i grillini. Per questo, il Movimento ha annunciato che diserterà le riforme. VIDEO

Approvato il Senato dei 100 - L'articolo 2 del ddl costituzionale è passato con 194 sì, 26 no, 8 gli astenuti. L'articolo modifica la composizione del Senato e prevede che i membri siano in tutto 100: 95 scelti dai consigli regionali e cinque di nomina presidenziale. Con il via libera agli articoli 1 e 2 del ddl costituzionale di riforma del Senato, l'Aula di Palazzo Madama archivia più della metà degli emendamenti. Sono state infatti votate o accantonate con il "canguro" 4.504 proposte di modifica, su un totale di poco meno di 8mila. Esauriti i primi due faldoni di emendamenti, per un totale di 1.700 pagine, resta da esaminare il terzo, che va dall'articolo 3 al 40 e contiene 700 pagine di proposte di modifica.
Le riforme, dunque, accelerano e il via libera alla riforma non solo non è più una chimera, ma nella maggioranza non si esclude nemmeno di riuscire a finire il giorno prima. "La prossima settimana sarà conclusiva", esulta Matteo Renzi.

Boschi: "Dialogo su alcuni temi" - Il giorno dopo la bagarre notturna costata la lussazione della spalla alla senatrice di Ncd Laura Bianconi, a conclusione di una seduta segnata dal ko del governo, le opposizioni rimangono dunque sul piede di guerra. Per provare a distendere il clima in giornata è intervenuto anche il ministro delle Riforme: "Manteniamo la disponibilità del governo al dialogo e al confronto su alcuni temi rimasti aperti" e inerenti agli articoli superiori al 2, ha detto (VIDEO). "Le riforme stanno andando avanti e sono molto soddisfatto e spero che il clima di dialogo consenta di recuperare e duri anche la prossima settimana che sarà conclusiva", ha aggiunto Matteo Renzi durante la conferenza per illustrare lo Sblocca Italia (VIDEO).

Grasso: gravi fatti di ieri - La discussione sugli emendamenti alla Riforma del Senato è stata aperta alle 9.30 del 1 agosto dal presidente Grasso, che si è subito rivolto alla senatrice ferita giovedì 31 luglio: "Volevo salutare la senatrice Bianconi, siamo felici che il suo infortunio sia meno grave del previsto" ha detto la seconda carica dello Stato. Bianconi ha spiegato a Sky TG24 di essere stata colpita da un esponente della Lega durante i tafferugli in Aula. E ha aggiunto: "L'ostruzionismo c'è sempre stato, ma a questi livelli non lo avevo mai visto". VIDEO

"Simili comportamenti non saranno più consentiti" ha precisato Grasso rivolgendo un preciso richiamo ai senatori della Lega Nord responsabili di aver "causato disordini impedendo i lavori dell'Assemblea" con una "condotta inaccettabile", che "mina la dignità del Senato". E ha annunciato sanzioni per i responsabili dei tumulti.

M5S non vota, Lega e Sel lasciano l'Aula per qualche ora - Immediata la reazione delle opposizioni alle parole di Grasso, che hanno abbandonato i lavori per qualche ora. "Ritiriamo le tessere" è stata la protesta inscenata dal M5S.

Fuori dall'Aula, per circa un paio d'ore, anche Sel. 
Più tardi M5S e Sel accolgono l'invito di Grasso a rientrare ("Per le riforme c'è bisogno del contributo di tutti"). Invito respinto dalla Lega Nord. Subito dopo pranzo Boschi vede i capigruppo di Sel e Lega per tentare una mediazione. "Dopo giorni di blindatura e ostruzionismo il governo apre una finestra", commenta soddisfatto Nichi Vendola. Meno soddisfatto il Carroccio, che presenta dieci proposte, ma mantiene una posizione "negativa" e resta fuori dall'Aula. Fuori anche i 5S: il ministro per le Riforme Boschi, dicono, si sarebbe rifiutato di incontrarli. "Non parteciperemo mai più ai lavori sul ddl riforme", annuncia il capogruppo Petrocelli, che però sottolinea che non si tratta di un nuovo Aventino.

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