Riforme, 3 soli voti in un giorno. Irritazione del Pd

Politica

Tensione al Senato per il rallentamento dei lavori sul ddl. 8mila emendamenti, richiesti 900 voti segreti. Il capogruppo dem Zanda: "Dobbiamo procedere ancora a questo ritmo?". Renzi: "Non ci fermeranno". Colloquio Grasso-Napolitano: "Niente paralisi"

Tre voti in un solo giorno. E si riprende giovedì mattina. Procede a rilento al Senato l'esame del ddl riforme, tanto a rilento da provocare l'irritazione del Pd: "Stiamo discutendo da un'ora e mezza e abbiamo votato un solo emendamento - dice durante la seduta il capogruppo dem al Senato Zanda - Se non ho avvertito male, il presidente Grasso aveva fatto cenno a poteri di coordinamento della presidenza di cui non conosco bene l'estensione e quindi vorrei chiedere in che cosa consistono o se dobbiamo procedere con questo ritmo di lavori ancora per il tempo necessario. Perché discutere un'ora e mezza per votare un emendamento ad un provvedimento su cui gravano 8000 emendamenti mi sembra che ci stia indicando molto sul nostro futuro".



L'incontro Grasso-Napolitano - La richiesta del Pd arriva dopo una lunga giornata parlamentare, durante la quale lo stesso Grasso ha incontrato il presidente della Repubblica Napolitano per discutere - come ha poi riferito una fonte vicino al Quirinale - l'andamento dei lavori a palazzo Madama "mettendo in luce le gravi difficoltà rappresentate da un ostruzionismo esasperato tradottosi in un numero abnorme di emendamenti". Quelli presentati al Senato sono infatti 8mila. Durante il colloquio il capo dello Stato avrebbe "insistito sul grave danno che recherebbe al prestigio e alla credibilità dell'istituzione parlamentare il prodursi di una paralisi decisionale su un processo di riforma essenziale".

Le richieste di votazioni segrete - I lavori, a Palazzo Madama, sono stati bloccati per qualche ora a causa delle oltre 900 richieste di votazioni segrete fatte pervenire alla presidenza. Dopo una lunga riunione della Giunta per il regolamento, il presidente ha annunciato che sarà ammesso lo scrutinio segreto solo per gli emendamenti che riguardano le funzioni delle Camere, i diritti e le minoranze linguistiche.

Renzi: "Non molliamo" - Nella mattinata di mercoledì 23 il presidente del Consiglio Matteo Renzi aveva comunque ostentato ottimismo: "Qui non molla nessuno" aveva assicurato da Milano nell'ambito dell'inaugurazione dell'autostrada Brebemi (che collega direttamente Milano a Brescia passando per la provincia di Bergamo con lo scopo di alleggerire la A4, ndr), aggiungendo: "Non c'è ostacolo che possa fermarci. Possono rallentarci, ma non fermarci. Alla fine di questo percorso l'Italia sarà nelle condizioni di tornare a correre".


Il ministro Maria Elena Boschi aveva invece spiegato di non essere preoccupata per l'allungarsi dei tempi, anche se "speriamo che smettano di fare ostruzionismo per il bene del Paese".

Politica: I più letti

[an error occurred while processing this directive]