Caso Mineo: 14 senatori Pd si autosospendono

Politica

Scoppia la protesta contro la decisione di sostituire 2 membri della commissione Affari costituzionali. Mineo: “Errori del governo stanno bloccando le riforme, non noi”. Renzi: "Non lascio il futuro del Paese a lui". Boschi: “Non ci fermano 10 senatori”

Non si chiude senza strascichi la vicenda della sostituzione di Corradino Mineo, e prima ancora di Vannino Chiti, in commissione Affari costituzionali a Palazzo Madama. Dopo che sono stati sostituiti i senatori contrari al progetto di trasformare l'Aula in un'assemblea non elettiva (come previsto dal progetto originale di riforma concordato tra Pd e Forza Italia), 14 senatori Pd hanno deciso di autosospendersi.

Mineo: “Noi le riforme le volevamo” – “Noi le riforme le volevamo e le stavamo portando in porto molto molto bene. È stata la Boschi a bloccarle impuntandosi sul testo base”, ha detto a Sky Tg24 Corradino Mineo (video). E ancora: “Gli errori del governo e della maggioranza stanno bloccando le riforme, non noi. Noi le vogliamo e continuiamo a volerle. Non metteremo veti ma il testo va cambiato”.  "Penso anche che se il testo dovesse rimanere così com’è - ha aggiunto - indipendentemente dal voto del senatore Mineo, in Aula non potrà passare. Quindi sicuramente il presidente del Consiglio farà le modifiche necessarie”.

Renzi: "Non lascio futuro Paese a Mineo" - "È stupefacente che Mineo parli di epurazione. Un partito non è un taxi che uno prende per farsi eleggere" Sarebbero state queste le parole di Matteo Renzi, parlando con i suoi al ritorno dalla missione in Oriente. “Non ho preso il 41% per lasciare il futuro del Paese a Mineo”, avrebbe aggiunto il premier. Qualche ora prima, da Pechino, il presidente del Consiglio aveva affermato: "Siamo convinti a cambiare il Paese. Le riforme non si annunciano, si fanno, e non lasciamo a nessuno il diritto di veto. Contano più i voti degli italiani che il diritto di veto di qualche politico".

14 senatori si autosospendono - I senatori che si sono autosospesi (qualche giorno fa i Popolari per l'Italia hanno rimpiazzato l'ex ministro Mario Mauro, che aveva già votato contro il progetto nelle scorso settimane - con un altro membro), sono: Casson, Chiti, Corsini, Giacobbe, D'adda, Dirindin, Gatti, Lo Giudice, Micheloni, Mineo, Mucchetti, Ricchiuti, Tocci, Turano. “Credo che la riforma della Costituzione vada fatta cercando le più ampie convergenze e non a colpi di maggioranza”, ha detto Mucchetti (VIDEO). "E' stato effettuato un vulnus all'articolo 67 della Costituzione che dice esplicitamente che il parlamentare non ha vincolo di mandato", spiega invece a Sky TG24 Corsini.



L'uscita - anche se temporanea - dei 14 senatori dal gruppo democratico potrebbe rappresentare un problema per il governo, che al Senato ha una maggioranza più stretta rispetto alla Camera.

Boschi: “Non ci fermiamo per dieci senatori” - Il ministro Maria Elena Boschi assicura: “Il processo delle riforme va avanti, non si può fermare per dieci senatori". Poi sottolinea: "Nessuno ha chiesto loro di autosospendersi. Dovranno essere loro a decidere se far parte del processo di riforme o fare una scelta diversa".

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