No alla manovra, Forza Italia esce dalla maggioranza

Politica

"Le larghe intese sono finite" hanno annunciato i capigruppo Brunetta e Romani. E assicurano: "La decisione non c'entra con la decadenza di Berlusconi". Napolitano: "La verifica è la fiducia sulla legge di stabilità". Alfano: "Sbagliato sabotare Letta"

"Siamo arrivati alla determinazione che non ci sono più le condizioni per proseguire nella collaborazione con questo governo. Per due motivi: per l'incapacità dell'esecutivo di confrontarsi con la maggioranza e per il maxiemendamento (alla Legge di Stabilità, ndr) che riteniamo irricevibile da parte della nostra parte politica" (VIDEO). Così il capogruppo di Forza Italia al Senato Paolo Romani ha annunciato, nella conferenza stampa con il capogruppo alla Camera Renato Brunetta, l'uscita di Forza Italia dal governo.
Romani, a margine della conferenza stampa in cui è stato reso noto che Forza Italia voterà no alla fiducia sulla legge di Stabilità, ha osservato: "Mi auguro che Letta abbia la sensibilità di salire al Quirinale per trarre le conseguenze del nostro gesto". "Lui e Napolitano ora valutino il da farsi" (VIDEO).
Ma in una nota del Quirinale, diffusa proprio al termine di un incontro Napolitano-Letta, il presidente della Repubblica ha detto: "La necessità di verificare la sussistenza di una maggioranza a sostegno dell'attuale governo sarà soddisfatta in brevissimo tempo durante la seduta in corso al Senato con la discussione e la votazione sulla già posta questione di fiducia".
Domani, invece, è atteso in Senato il voto sulla decadenza di Silvio Berlusconi. "La decisione di uscire dal governo non c'entra con la decadenza di Berlusconi" ha assicurato Romani.

Forza Italia non voterà la fiducia sulla legge di stabilità - Brunetta ha motivato il no alla Legge di Stabilità dal momento che non sono state accolte le richieste avanzate su "casa, Iva, concessioni demaniali, circolazione del contante, sicurezza, ecc". "La politica economica è un totale fallimento", ha aggiunto il capogruppo. Per Romani l'esecutivo "si è sottratto al confronto in più di una occasione e potrei citare data e orario di ogni singola nostra richiesta di incontro. L'ultima occasione è stata con il maxi emendamento alla legge di stabilità che ha avuto i suoi ritardi e che, come ha spiegato il ministro Franceschini in aula, dovrebbe riprendere il lavoro della commissione e gli emendamenti, tanti, che non sono stati votati in commissione Bilancio. In più di una occasione". Le larghe intese erano la premessa per le riforme istituzionali. La natura del governo è cambiata.
"Con decadenza di Berlusconi morte della democrazia"
- La decadenza di Silvio Berlusconi dalla carica di senatore equivarrebbe, se domani l'aula del Senato dovesse votare a favore, per Paolo Romani e Renato Brunetta, "alla morte della democrazia" hanno detto i capigruppo FI di Camera e Senato.

Alfano: "Legge di stabilità una scusa. Sbagliato sabotare Letta" - Pronta la reazione del vicepremier e leader del Nuovo Centrodestra Angelino Alfano. "Avevamo detto e ripetiamo che è sbagliato sabotare il governo e portare il paese al voto, per di più con questa legge elettorale, a seguito della decadenza di Berlusconi. Una decadenza che consideriamo del tutto ingiusta. La legge di stabilità è una scusa che non regge di fronte alle difficoltà del paese". E ancora: "Il Paese ha bisogno di un buon governo e non del buio di una crisi senza sbocco e senza prospettive. Noi dunque continueremo a lavorare per l'Italia".

Nella foto un'ipotesi della maggioranza al Senato senza Forza Italia:


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