Senato ingovernabile. Camera a Pd-Sel, ma M5S primo partito

Politica

Risultati definitivi: caos a Palazzo Madama. A Montecitorio il centrosinistra vince per 124mila voti. Vendola: “A noi proposta di governo”. Berlusconi: "Riflettere su cosa fare". Piazza Affari in profondo rosso

Ingovernabilità. Questa la parola che esce dal voto del 24 e 25 febbraio. La coalizione di centrosinistra guidata dal Pd vince con 124mila voti in più alla Camera (29,5% rispetto al 29,1% del centrodestra) e si aggiudica il premio di maggioranza. Ma è al Senato che la situazione si fa decisamente più ingarbugliata. A livello nazionale il centrosinistra finisce davanti alla coalizione Pdl-Lega (31,6% a 30,6%), ma il premio di maggioranza - che in questo ramo del Parlamento si assegna regione per regione - non assegna di fatto a nessuno la maggioranza assoluta dei seggi a Palazzo Madama.
La vera sorpresa di questa tornata elettorale è il Movimento 5 Stelle, che alla Camera risulta essere il primo partito (ma è terzo come coalizione). Il movimento guidato da Beppe Grillo supera inoltre centrodestra e centrosinistra in ben cinque regioni: Liguria, Sardegna, Marche, Abruzzo e Sicilia. Un risultato che fa dire al comico genovese che il prossimo governo "non durerà più di sei mesi o un anno".

Pd e Pdl perdono milioni di voti rispetto al 2008 - Moltissimi i voti persi in 5 anni dai principali partiti di centrosinistra e centrodestra alla Camera. Il Pd che nel 2008 aveva 12.095.306 di preferenze, nel 2013 si è fermato a 8.644.187 (-3.451.119). Ancora più impressionante il dato che riguarda il Popolo della Libertà: 5 anni fa poteva contare su 13.629.464 voti, oggi su 7.332.667 (-6.296.797).

Alfano: "Viminale non ufficializzi il dato" - Piccolo caso alla Camera, dove il premio di maggioranza viene assegnato alla coalizione con più voti. Nella serata di lunedì il segretario del Pdl Angelino Alfano ha chiesto al Viminale (VIDEO) di non ufficializzare i dati e di dichiarare "too close to call", come succede negli Stati Uniti. Secondo Alfano, infatti, il margine di 124mila con cui la coalizione guidata da Pier Luigi Bersani si è aggiudicata il premio di maggioranza è troppo risicato. Un'iniziativa che il Pd però ha subito respinto al mittente. "Invitiamo Alfano a non esasperare il clima negando la realtà" dice Nico Stumpo (VIDEO), responsabile organizzativo del Pd, che aggiunge: "Il centrosinistra ha ottenuto più voti alla Camera e al Senato. Il centrodestra ne prenda atto: questa è la realtà".
Nella mattinata di martedì 26 febbraio Silvio Berlusconi sembra aver chiuso il caso dicendo che secondo lui non ci sono stati brogli.

Da Fini a Ingroia, ecco i grandi esclusi - Le politiche 2013 sanciscono esclusioni eccellenti: restano fuori dal Parlamento Fini, Ingroia, Di Pietro, Giannino, Pannella, Bonino, Storace. E non solo. Guarda la gallery con i grandi esclusi.

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