Elezioni politiche, debacle della Lega al Nord

Politica
L'attesa dei risultati delle elezioni politiche nella sede della Lega Nord a Milano in una foto del 25 febbraio. Credit: Fotogramma
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I risultati delle tre regioni chiave (Piemonte, Lombardia e Veneto) evidenziano un dimezzamento dei voti. Il Carroccio ha perso in tutto 1,3 milioni di preferenze alla Camera, oltre 1 milione al Senato. 37 i parlamentari in meno, di cui 33 a Montecitorio

Debacle per la Lega nel Nord Italia alle elezioni politiche. In attesa dei risultati delle regionali in Lombardia, che potrebbero in qualche modo riscattare il Carroccio nel caso in cui Roberto Maroni venisse eletto governatore, ciò che è certo è il duro colpo subito dal partito alle politiche. I voti definitivi nelle tre regioni 'chiave' - Piemonte, Lombardia e Veneto - parlano di voti più che dimezzati (persi 1,3 milioni alla Camera e oltre 1 milione al Senato) e 37 parlamentari in meno, di cui 33 alla Camera e 4 al Senato.

Particolarmente pronunciata la flessione alla Camera in Veneto, dove la Lega contendeva la posizione di primo partito al Pdl e ora è quarta, perdendo 500mila voti e scendendo dal 27,08% al 10,53%. In Piemonte cede quasi i due terzi dei voti e scende dal 12,61% al 4,69%, diventando il quinto partito (era il terzo), anche dopo Scelta Civica. In Lombardia invece passa dal 21,61% al 12,92%, con 590mila voti in meno. Nelle tre regioni alla Camera i voti passano da 2,501 a 1,171 milioni, pari a 1,329 milioni in meno. Di tenore analogo i numeri al Senato, dove la Lega scende dal 12,32% delle elezioni 2008 al 4,91% in Piemonte, dal 26,05% al 10,95% in Veneto e dal 20,72% al 13,72% in Lombardia. In totale 1,084 milioni di voti in meno (da 2,230 a 1,146 milioni).

Passando agli eletti, la Lega conferma gli 11 senatori in Lombardia, con Roberto Calderoli capolista, e scende da 7 a 5 in Veneto, dove passa il capolista Massimo Bitonci, ex sfidante di Tosi nel congresso nella Liga Veneta. In Piemonte per la Lega c'è solo un senatore, contro i 3 precedenti: è il capolista Giulio Tremonti, che entra così ufficialmente in Parlamento sotto il segno del Carroccio. Tremonti dovrà scegliere il collegio, perché era anche numero due in Lombardia dietro Calderoli. In totale i senatori scendono da 21 a 17 nelle tre regioni.

Alla Camera, dove il centrodestra ha perso e non gode del premio di maggioranza, prevedibile falcidia di deputati, che scendono da 49 a 16 nelle tre regioni, nonostante in Lombardia e Veneto la coalizione tra Lega e Pdl abbia avuto più voti del centrosinistra. In Lombardia dunque gli eletti scendono da 25 a 9. Nella circoscrizione Lombardia 3 la Lega manda a Roma un solo rappresentante e resta quindi escluso il numero due della lista, il vice presidente della regione Lombardia, Andrea Gibelli. Nel collegio Lombardia 1 entrano in 2, Matteo Salvini (per lui debutto alla Camera) e Paolo Grimoldi. Lombardia 2 manda a Roma 6 leghisti, tra cui Umberto Bossi e Giancarlo Giorgetti, e due new entry, Stefano Borghesi e Cristian Invernizzi, vice segretari della Lega in Lombardia. In Piemonte la Lega scende da 8 a 2 deputati, in Veneto da 16 a 5.

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