“Contiguità mafiose”, sciolto il Comune di Reggio Calabria

Politica

Il ministro Cancellieri annuncia lo scioglimento del consiglio comunale della città calabrese: “È la prima volta nella storia d'Italia per un capoluogo di provincia”. Poi precisa: “Non si tratta di infiltrazioni ma di rapporti sospetti”

Il Comune di Reggio Calabria è stato sciolto dal consiglio dei ministri. Ad annunciarlo è stato il ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri, in una conferenza stampa a Palazzo Chigi. Lo scioglimento è stato disposto per "contiguità e non per infiltrazioni" mafiose, ha precisato Cancellieri, e riguarda "solo questa amministrazione, non quella precedente". "È stato un atto sofferto", ha aggiunto, fatto "a favore della città".
Il ministro ha sottolineato che è "la prima volta nella storia d'Italia che viene sciolto il consiglio comunale di un capoluogo di provincia", ha parlato di un "atto preventivo" fatto per consentire a Reggio Calabria di "ritrovare la serenità" e "riprendere il suo cammino", ha assicurato che il governo sarà accanto alla città soprattutto per risolvere la "gravissima situazione finanziaria".

Alla base della decisione del ministro dell'Interno c’è il resoconto della Commissione d'accesso, nominata nel gennaio scorso dall'allora prefetto di Reggio Luigi Varratta. Il 13 luglio ha concluso i suoi lavori e nelle settimane successive è stata inviata al Viminale una relazione dal nuovo prefetto Luigi Piscitelli. La Commissione ha avuto mandato di "indagare" su due ambiti: le inchieste della Dda sulla società partecipata Multiservizi e su quella che ha portato all'arresto del consigliere comunale Giuseppe Plutino, per stabilire se potessero esserci stati condizionamenti nei confronti dell'attuale amministrazione guidata dal sindaco Demetrio Arena (Pdl), eletto nel maggio del 2011.

La Multiservizi, sciolta dal Comune nel luglio scorso dopo che la Prefettura ha negato la certificazione antimafia al socio privato per accertati tentativi di infiltrazioni delle cosche, è finita nell'occhio del ciclone dopo l'arresto, nel 2011, dell'allora direttore operativo Giuseppe Rechichi, accusato di associazione mafiosa e ritenuto il prestanome della potente cosca dei Tegano nella società. A Rechichi, condannato nel luglio scorso a 16 anni di reclusione, il 31 luglio è stata notificata un'altra ordinanza di custodia cautelare nell'ambito di un'operazione nel corso della quale è stato arrestato un ex consigliere comunale di centrodestra, Dominique Suraci.
Il consigliere Giuseppe Plutino (poi sospeso), prima esponente dell'Udc e poi del Pdl, in carica da tre legislature, è stato arrestato nel dicembre 2011 per concorso esterno in associazione mafiosa perché ritenuto un referente politico della cosca Caridi. Plutino avrebbe fornito alla cosca un "concreto, specifico, consapevole e volontario contributo come referente politico".
Ma le vicende che hanno lambito il Comune di Reggio Calabria sono state diverse. Per sapere quali siano state prese in considerazione dal titolare del Viminale per proporre lo scioglimento dell'Ente, con "consenso unanime in Cdm", bisognerà attendere le motivazioni del provvedimento. Il ministro, per adesso, ha parlato di diversi episodi che "toccano gli amministratori o atti che non sono stati posti in essere, come i controlli preventivi per gli appalti, la gestione dei beni confiscati alla mafia, la gestione dei mercati e delle case popolari".

Reggio Calabria sarà amministrata per i prossimi 18 mesi da tre commissari: il prefetto di Crotone Vincenzo Panico – "un prefetto giovane, capace di incidere fortemente e lavorare con serenità", ha detto Cancellieri –, il viceprefetto Giuseppe Castaldo e Dante Piazza, dirigente dei servizi ispettivi di finanza della Ragioneria dello Stato. Il primo impegno dei commissari sarà quello di lavorare per evitare che venga dichiarato il dissesto. Secondo gli ispettori del ministero delle Finanze, il buco del Comune si aggirerebbe sui 160 milioni di euro.

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