Abolizione province, Patroni Griffi: "Scelta necessaria"

Politica
Il ministro della Funzione pubblica Filippo Patroni Griffi
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Il ministro della Funzione pubblica commenta le proteste per l'accorpamento e i tagli degli enti: "Occorre dire basta ai campanili. Non possiamo pensare che dal 1865 a oggi non sia cambiato nulla"

"E' giunta l'ora di dire basta ai campanili. Noi stiamo facendo una riforma che pesca nel passato per guardare al futuro. E oggi in questo campo tutte le forze politiche hanno un'occasione storica: ridisegnare tutto il sistema del governo sul territorio. Sarebbe un vero peccato far prevalere logiche particolaristiche o municipalistiche".
A dirlo, in un'intervista a Repubblica, è il ministro della Funzione pubblica Filippo Patroni Griffi, assicurando tuttavia che "il governo prenderà in considerazione le proteste, valuterà tutti gli aspetti e deciderà". Le frasi del ministro arrivano il giorno dopo l'allarme lanciato dalle province, secondo cui con questi tagli sarebbe a rischio la riapertura delle scuole.

"Ricevo telefonate che oscillano fra la richiesta di salvare la propria Provincia o, se non è possibile, di tagliare almeno quella vicina", racconta Patroni Griffi. "Una sorta di particolarismo all'insegna di muoia Sansone con tutti i filistei"'.
"Credo che le popolazioni siano molto più aperte e consapevoli delle opportunità", prosegue il ministro, secondo cui "cambiare è necessario".
"Noi stiamo semplificando i livelli di governo dicendo chi fa che cosa, e lo stiamo facendo ripensando anche le dimensioni territoriali. Non possiamo pensare che dal 1865, dalla riforma organica di Rattazzi, ad oggi, non sia successo nulla nell'erogare servizi e nelle richieste dei cittadini".

Il governo, sottolinea Patroni Griffi, non ha deciso in base a esigenze elettorali. "Dovevamo individuare dei criteri ragionevoli e lo abbiamo fatto". L'abolizione delle Prefetture "va quasi in automatico", aggiunge il ministro. "Non solo le Prefetture, ma tutti gli uffici periferici dello Stato, quelli scolastici, dei beni culturali verranno riorganizzati su base tendenzialmente provinciale. In alcuni territori - precisa - ci saranno però dei presidi di sicurezza e di ordine pubblico su base infraprovinciale".

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