Lega Nord, congresso dopo 10 anni: inizia l'era Maroni

Politica
Una panoramica del Filaforum di Assago durante il congresso della Lega Nord del 2002

Carroccio riunito a Milano sabato 30 e domenica 1 luglio. Il nuovo segretario sarà l'ex ministro dell'Interno, unico candidato, che ribadisce: via il nome di Bossi dal simbolo. Ma c'è chi attacca: "Bobo ci ha spaccati". E il senatùr ancora non si è visto

Finita l'era Bossi, inizia l'era Maroni. La Lega Nord prova a cambiare pelle e, dopo dieci anni, sabato 30 e domenica 1 luglio, celebra il congresso federale (guarda le foto) che eleggerà l'ex ministro dell'Interno come suo nuovo segretario.
Sembra già tutto scritto, con poche sorprese. Maroni, forse per provare a tenere alta la suspense e l'attenzione sull'evento al forum di Assago, ha ufficializzato all'ultimo minuto utile (le 11 di oggi 30 giugno) la sua candidatura, che pure tutti davano già per scontata. Quella dell'ex ministro dell'Interno è l'unica candidatura presentata ed è stata accolta dagli applausi dell'assemblea.

Salvini: "Maroni sarà il segretario" - "Quattrocento delegati su 600 - ha spiegato Matteo Salvini - hanno firmato per la sua candidatura". "La Lega - ha aggiunto a SkyTG24 - è unita e riparte sui progetti, Maroni sarà segretario a tutti gli effetti".

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La resistenza anti-Maroni: "Senza Bossi la Lega è finita" -
Ad Assago ancora non si è visto Bossi, che potrebbe arrivare direttamente domenica per il suo intervento.
Intanto ad infiammare il congresso ci prova Giacomo Chiappori. Il vulcanico sindaco di Diano Marina, bossiano di ferro, è l'ultimo ad arrendersi all'avanzata dei maroniani. "Maroni ha portato la Lega alla grande rottura, ma senza Bossi la Lega è finita e Maroni ha paura di diventare la sua ombra".
"Il nuovo segretario avrà tutti i poteri il movimento politico", ribatte però Maroni. E ribadisce che il nome di Bossi verrà levato dal logo della Lega perché "il simbolo è patrimonio del partito e il consiglio federale è perciò autorizzato a modificarlo", come già avvenne nel 2008.

Domenica 1 luglio il discorso di Bossi -
Intanto, c'è attesa per l'intervento di Bossi. Il 'senatur' prenderà la parola domenica alle 10:30. Nessuno sa cosa intenda dire dal palco: se possa essere una benedizione definitiva per Maroni o un discorso con il quale farà capire che lui è sempre pronto a vigilare e 'fare le pulci' sull'operato di Bobo. Di certo non sarà un anatema, come qualcuno vocifera, anche perché Bossi vuole mettere il movimento al riparo da divisioni che porterebbe il 'suo' partito alla scomparsa.

Il futuro del partito -
Maroni, Manuela Dal Lago e Roberto Calderoli parleranno poco dopo: intorno a mezzogiorno. L'ex responsabile del Viminale nella conferenza stampa di presentazione a via Bellerio sottolinea come il congresso già di per sé rappresenti una svolta, una apertura alla democrazia interna nel partito. Indica "due pilastri su cui si svilupperà il dibattito politico" dell'assise leghista: l'Europa e la questione settentrionale. Saranno scritti in forma di slogan sullo sfondo del palco: 'Per l'Europa dei popoli ' e 'Il nord!' perché - spiega Bobo - "il concetto del territorio sarà sempre più importante per il futuro".

La resa dei conti -
Il congresso sembrava un copione già scritto con Maroni vincitore della battaglia con Bossi. Il duello è iniziato mesi fa, quando il 'capo' ed il suo 'delfino' nelle retrovie hanno iniziato uno scontro senza esclusione di colpi (malgrado le smentite di rito). La storia sembrava finalmente terminata con lo scandalo dei fondi di partito ed il coinvolgimento della famiglia del Senatur. Ma Bossi si è rialzato, lanciando l'ennesima sfida politica con piccole punzecchiature.
Ad Assago sarà la resa dei conti. La riunione del movimento padano non eleggerà soltanto il segretario ma cristallizzerà un cambiamento in corso nel partito. Nelle gerarchie leghiste avanzano i 'giovani' maroniani Flavio Tosi e Matteo Salvini e prendono il posto dei 'cerchisti' che però - giurano - questo fine-settimana venderanno cara la pelle.

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