Lega nel caos, Bossi lascia dopo 30 anni

Politica

Dagli esordi in Parlamento del senatùr nel 1987 al sodalizio con Berlusconi. Poi la malattia nel 2004 e il ritorno sulla scena pubblica dopo una lunga convalescenza. Ecco le tappe di una storia politica durata quasi tre decenni. VIDEO

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Per il 'guerriero' Umberto Bossi alla fine è giunta la resa. Il fondatore della Lega Nord non ha ceduto alla malattia che lo ha colpito l'11 marzo 2004, ma ha gettato la spugna travolto dalla bufera giudiziaria che sta disvelando anche attraverso le intercettazioni, una sorta di lega 'parallela'. Come in una nemesi, dunque, Umberto Bossi cade inciampando in quel cappio che Luca Leoni Orsenigo nell'ormai storica foto, sventolava in aula contro tangentopoli e i partiti della prima repubblica. 'Da Roma Ladrona a Padania ladrona', hanno ironizzato i detrattori.

Risale ormai a un quarto di secolo fa (era l'87) il primo vagito in Parlamento della Lega: dal profondo Nord arriva il 'senatur' Umberto Bossi spinto dall'onda di un curioso movimento indipendentista che aveva in urto l'Italia e la sua retorica unitaria. Nato a Cassano Magnago il 19 settembre del '41 Bossi ha svolto mille lavori prima di approdare,attorno ai 40 anni, alla politica scoprendo la sua vocazione federalista.

Ha sperimentato un po' di tutto: impiego all'ACI di Varese e diploma di perito tecnico elettronico presso la scuola per corrispondenza Radio Elettra. Cambia mestiere più volte: "Ho fatto l'operaio, il perito tecnico, ho lavorato nell'informatica, ho studiato medicina a Pavia, ho insegnato matematica e fisica"'. In gioventù ha anche tentato di sfondare nel mondo della canzone, nome d'arte Donato. Nel '61 ha partecipato al Festival di Castrocaro, e ha inciso un 45 giri (brani 'Ebbro' e 'Sconforto'). Circola una sua foto con la chitarra che ricorda Don Backy. Ha scritto anche poesie in dialetto.

Viene folgorato dalle idee autonomiste e federaliste a 38 anni, nel 1979. Nello stesso periodo in cui la prima moglie Gigliola Guidali gli dà l'ultimatum (o un lavoro stabile o ti lascio) conosce Bruno Salvadori leader dell'Union Valdotaine, movimento autonomista della Valle d'Aosta. Decide immediatamente di unirsi alla sua causa. Nello stesso anno conosce Roberto Maroni, con cui inizia un lungo sodalizio politico.
Nell'80 il sogno politico sembra andare in frantumi con la morte prematura di Salvadori (incidente automobilistico). Ma è proprio Bossi di lì a poco a prenderne il testimone: xon Maroni e Giuseppe Leoni porta avanti il progetto dando vita alla Lega Autonomista Lombarda che nell'84 diventa Lega Lombarda e conta tra le sue file la nuova compagna Manuela Marrone che mette a disposizione la sua casa per le riunioni 'carbonare'. E' libero come l'aria Bossi perché nel frattempo la moglie Gigliola gli ha dato il benservito avendo scoperto che Umberto "usciva tutte le mattine con la valigetta del dottore dicendo che andava in ospedale e invece non si era mai laureato".

Si arriva al 4 dicembre dell'89 quando nasce la Lega Nord al primo raduno di Pontida che lo incorona segretario federale. Alle politiche del 1992 l'exploit della Lega che cavalca tangentopoli. E vi rimane impigliata nel '94 con la nota tangente Enimont gestita dall'allora amministratore-'pirla', Alessandro Patelli. Spazzati via i vecchi partiti (Dc e Psi), Forza Italia ne prende il posto e con l'acchiappavoti Silvio Berlusconi c'è la svolta e comincia un lungo e tormentato sodalizio, scandito da istantanee storiche: la foto della canottiera vede insieme Bossi e Berlusconi in vacanza in Sardegna nell'agosto del '94. Ma a fine dicembre si consuma già la rottura con la Lega che sfiducia in Parlamento un terreo e incredulo Berlusconi.

Nel '96 la corsa solitaria paga: ottiene il 10.8 a livello nazionale (30 % Veneto). Fino al 2000, forte del successo elettorale e forse pentito per la sbandata con il Cavaliere, Bossi lo massacra verbalmente. Una vera e propria campagna di denigrazione a suon di "mafioso di Arcore" e 'Berluskaiser'. Ma poi inaspettatamente cambia il vento e "risboccia l'amore". Di nuovo insieme nel 2001 vincono le elezioni e Bossi diventa ministro delle riforme e della devoluzione. Poi all'improvviso, la malattia, un ictus che lo colpisce e 63 anni e lo costringe ad una lunga assenza dalla politica. Ma resta il capo, nessuna delega a nessuno. Anzi è proprio in quel periodo che prende forma il cerchio magico, una sorta di cordone sanitario imbastito da familiari e fedelissimi che supporta il leader nella gestione del partito. Nel 2006 il ritorno sulla scena pubblica e poi di nuovo al governo con Berlusconi. Fino all'esecutivo Monti e alla nuova rottura con il Cavaliere.

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